Dopo il fronte europeo (l’Ucraina) e quello mediorientale (Israele), la sfida definitiva all’ordine mondiale a guida Usa può arrivare dal Mar Cinese Meridionale. Pechino tenterà di prendersi Taiwan prima che scada il mandato del presidente Joe Biden?
Probabilmente la domanda da porsi non è se, ma quando. Xi Jinping ha promesso di portare Taiwan – che non è mai stata sotto il governo della Cina Popolare – sotto il controllo di Pechino, se necessario con la forza. L’Intelligence e i vertici militari Usa ritengono che il presidente cinese abbia ordinato alle forze armate di essere pronte a conquistare l’isola entro il 2027. “Non abbiamo affrontato una minaccia come questa dalla Seconda Guerra Mondiale”, ha detto al Congresso l’ex comandante Usa nell’Indo-Pacifico John C. Aquilino.
È appena il caso di ricordare che Taiwan non è uno scoglio qualunque davanti alle coste cinesi, ma è la fabbrica di chip del mondo (quasi il 70 per cento). Un’invasione e un’occupazione cinese porterebbero alla distruzione della catena globale di approvvigionamento tecnologico.
Di certo, i preparativi sono in corso. Abbiamo visto come Pechino ha approfittato dell’insediamento del nuovo presidente taiwanese Lai Ching-te per una nuova prova di forza, le più ampie esercitazioni militari intorno all’isola da oltre un anno, accompagnate da toni più che mai minacciosi (una “forte punizione” per “atti separatisti”) e progettate per testare la sua capacità di “assumere il potere” a Taiwan.
Per il momento, la campagna di pressione di Pechino è fatta per lo più di attacchi informatici, incursioni regolari di aerei militari nel suo spazio aereo e intimidazioni da parte di navi cinesi nelle sue acque.
Un’armata di traghetti
Ma secondo quanto riportava ieri il quotidiano britannico Telegraph, la Cina starebbe anche “preparando un’armata di traghetti e navi civili per invadere Taiwan”.
A integrazione dei mezzi da sbarco anfibi dell’Esercito popolare di liberazione, “dozzine di giganteschi traghetti che potrebbero trasportare ciascuno centinaia di veicoli blindati”. I traghetti civili “sarebbero normalmente una scelta sbagliata per una missione del genere”, ha spiegato al Telegraph Ray Powell, direttore di SeaLight, un progetto dell’Università di Stanford focalizzato sulle attività della “zona grigia” nel Mar Cinese Meridionale, ma potrebbero essere utilizzati per trasportare truppe attraverso lo Stretto dopo che le difese costiere di Taiwan sono state distrutte, o per sopraffare l’esercito dell’isola con uno sbarco “di massa”.
Dieci anni fa, secondo un rapporto dell’Istituto Studi marittimi cinesi del Naval War College citato dal giornale britannico, Pechino ha emanato linee guida tecniche per i costruttori navali che avrebbero consentito a molte delle sue navi civili di essere adattabili per usi militari e si ritiene che abbia integrato i suoi traghetti, petroliere e navi portacontainer all’interno della sua struttura di comando militare.
Attenzione, nulla di particolarmente segreto. I media statali cinesi pubblicizzano questi sforzi da anni, elogiando regolarmente la partecipazione dei traghetti alle esercitazioni di sbarco in mare aperto, con l’emittente CCTV che ha elogiato il 135 metri Bang Chui Dao dopo che si era “arruolato” per le esercitazioni militari nel 2019, o il 164 metri Bohai Pearl nel 2021, che sarebbe una buona aggiunta per “trasportare truppe su larga scala in missioni di sbarco anfibio”, scrive il Global Times, citando un anonimo esperto militare cinese. Un altro traghetto civile elogiato dai media è il Chang Da Long, abbastanza grande da trasportare tanti carri armati pesanti e altri veicoli da riempire due battaglioni di fanteria meccanizzata: “ha un vestito civile ma un cuore militare”.
Tom Shugart, analista del think tank Center for a New American Security citato dal Telegraph, ha stimato nel 2022 che le navi civili cinesi potrebbero aumentare drasticamente il tonnellaggio di materiale militare che può essere spostato dalle sue attuali navi d’assalto anfibie, dandogli la capacità di trasportare circa 300.000 soldati e i loro veicoli attraverso lo Stretto di Taiwan in circa 10 giorni. “Sia l’Intelligence taiwanese che quella americana dovrebbero iniziare a monitorare le principali navi civili cinesi nello stesso modo in cui sorvegliano le sue navi militari”, scrisse all’epoca.
Arruolato il settore privato
Il ruolo dei traghetti civili nell’ipotetico sbarco è un’altra prova del grado in cui il settore privato è “arruolato” nel Partito Comunista Cinese e strumento della sua politica militare. Non si può escludere che questo coinvolgimento non sia limitato al settore marittimo, ma includa altri settori economici: quello tecnologico, per esempio, l’automotive e l’industria green.
“I traghetti civili fanno parte del più ampio concetto cinese di fusione militare-civile, in cui le risorse e le capacità civili sono parte integrante di un intero sforzo nazionale per la sicurezza nazionale”, ha spiegato al Telegraph Alessio Patalano, del Dipartimento di Studi di Guerra del King’s College di Londra. “Non c’è nulla di nascosto nel potenziamento militare cinese”, ha aggiunto.
Tutto in meno di un’ora
Secondo Dmitri Alperovitch, autore di “World on the Brink”, che aveva previsto l’invasione russa dell’Ucraina, tutto potrebbe finire in meno di un’ora, prim’ancora che gli Stati Uniti abbiano la possibilità di reagire: “Molta gente pensa che sarebbe una sorta di sbarco sulla spiaggia, ma la pioggia non lo permette”, ha spiegato alla Nbc.
Primo, Pechino lancerebbe un attacco fulmineo dal cielo e dal mare. “Stanno ancora muovendo e addestrando navi d’assalto attraverso lo Stretto, ciascuna delle quali può trasportare circa 800 soldati e dozzine di elicotteri d’assalto. Possono raggiungere gli aeroporti in 10-15 minuti”. Potrebbero farlo sostando in acque internazionali, quindi Taiwan avrebbe problemi ad attaccare per prima assumendosi la responsabilità della guerra.
E poi ci sarebbero “le navi da trasporto, per lo più civili, caricate con centinaia di migliaia di soldati, blindati, carri armati, logistica necessari a occupare un’isola di 23 milioni di abitanti”. I marine cinesi risalirebbero il fiume di Taipei fino al centro della capitale a bordo di “enormi hovercraft“. Nel frattempo, le difese taiwanesi e le comunicazioni sarebbero annientate da missili da crociera e balistici. “Tutto questo può accadere letteralmente entro i primi 30 minuti“.