Non ce l’aspettavamo, ma Donald Trump ha cambiato parere sulle criptovalute, Bitcoin e simili. Da pericolo, “truffa contro il dollaro“, entità da contrastare e regolamentare, queste sono recentemente divenute un’opportunità per gli Usa, al punto da fargli scrivere su Truth Social: “All remaining Bitcoin to be MADE IN THE USA!!!”
Non basta. L’ex (e forse futuro) presidente ha anche cambiato idea su TikTok. Dopo aver iniziato lui stesso il processo di possibile bando negli Usa (che si sarebbe potuto evitare solo se i cinesi avessero venduto il business nientemeno che a Larry Ellison di Oracle) Trump ha recentemente affermato “Ora che ci penso, sono a favore di TikTok, perché c’è bisogno di concorrenza. Se non ci fosse TikTok, ci sarebbero Facebook e Instagram – e quello, sai (rivolto all’intervistatore di Bloomberg, ndr), è Zuckerberg”.
Vance imprenditore
Trump è imprevedibile, cambia idea a suo piacimento facendo il bello e il cattivo tempo in base alle sue convenienze del momento? Possibile, ma c’è un’altra ipotesi ed ha a che fare con il recentemente designato vicepresidente, J.D. Vance. Uno che da oppositore si è sempre più avvicinato all’ex presidente, tanto probabilmente da influenzarne alcuni punti di vista.
Atlantico Quotidiano si è ovviamente occupato della figura di Vance con un articolo apparso immediatamente dopo la designazione. Oggi vorremmo però aggiungere un tassello alla descrizione del personaggio, il suo passato che potremmo definire “da imprenditore della Silicon Valley, lontano dagli stereotipi della Silicon Valley” che riteniamo degno di nota.
La carriera di Vance nel settore tecnologico è impressionante. Nel 2020 ha fondato Narya Capital, un fondo di venture capital con sede in Ohio, attirando investitori del calibro di Peter Thiel, Marc Andreessen ed Eric Schmidt. Per chi non li conoscesse: Thiel è stato co-fondatore di PayPal con Elon Musk, nonché il primo investitore in Facebook. Andreessen ha semplicemente inventato il browser, lo strumento che ha sostanzialmente rivoluzionato la nostra società. E Schmidt è stato per molti anni ceo di Google.
La connessione di Vance con Thiel, noto conservatore, si è ulteriormente rafforzata quando quest’ultimo ha finanziato la sua campagna per il Senato nel 2022.
Particolarmente interessante è il coinvolgimento di Vance in Rumble, una piattaforma video alternativa a YouTube, popolare tra i conservatori per la sua politica di moderazione dei contenuti poco restrittiva (o forse praticamente assente: e “infatti” totalmente oscurato in Francia). Rumble, che si definisce “immune alla cancel culture“, ha raggiunto 67 milioni di utenti attivi mensili alla fine del 2023, dimostrando il potenziale di crescita di piattaforme allineate con valori conservatori.
La riforma dei social
La visione di Vance per il settore tecnologico si discosta significativamente dall’approccio dominante nella Silicon Valley. Durante la sua campagna, ha ad esempio proposto una riforma della Sezione 230, la legge che protegge le piattaforme dalla responsabilità per i contenuti pubblicati dagli utenti. La sua proposta mira a mantenere questa protezione per le piattaforme alternative più piccole, mentre cerca di limitare il potere dei giganti tech.
“Gli elettori vogliono davvero che facciamo qualcosa riguardo all’industria tecnologica”, ha dichiarato Vance in un’intervista del 2022, sottolineando la necessità di “distruggere il monopolio e il potere delle grandi aziende tecnologiche” ma proteggendo le nuove entranti nel mercato.
La difesa del Little Tech
Questa posizione di Vance rappresenta una sfida diretta al dominio delle grandi aziende tecnologiche della Silicon Valley, tradizionalmente allineate con il Partito Democratico. Ma ben si allinea con quelle dei (pochi) singoli personaggi e venture capital non allineati Democrat. La cui visione è ben descritta nella “Little Tech Agenda” proposta recentemente della a16z di Andreessen: una sorta di “manifesto” della high tech alternativa tutto da leggere. Questo un breve riassunto:
Oggi, le politiche governative (Democrat, ndr) sfavorevoli rappresentano la principale minaccia per le piccole realtà innovative (“Little Tech”), cruciali per mantenere la supremazia tecnologica americana. La difesa politica del Little Tech è diventata una priorità, con un approccio che prevede il supporto ai politici favorevoli, l’opposizione a quelli contrari e la collaborazione con gli indecisi. Questo settore è fondamentale per preservare la leadership americana nei campi della tecnologia, dell’economia e della forza militare, pilastri interconnessi del successo nazionale. Nonostante le sfide attuali, come l’ostilità governativa e le regolamentazioni che favoriscono le grandi aziende, ci sono opportunità significative per il futuro. Queste includono riforme normative in settori chiave, la ricostruzione del settore manifatturiero, la reinvenzione dell’industria della difesa, riforme per l’energia pulita e l’espansione dell’immigrazione qualificata. La visione è quella di un “Secondo Secolo Americano”, basato sul continuo successo tecnologico, economico e militare. Per realizzare questo obiettivo, è essenziale difendere politicamente il Little Tech, garantendo così la futura prosperità e leadership americana in un mondo in rapida evoluzione.
Non sappiamo quanto di questa visione sia stata fatta propria da Donald Trump, ma tutto lascia pensare che si tratti di idee sulle quali ci sia una buona convergenza. Non resta da sperare che queste saranno rispecchiate anche dalle azioni concrete del futuro possibile presidente, se eletto.