Commenti all'articolo La guerra dei microchip: l’Ue cerca di aggirare i veti cinesi su Taiwan

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Franco Maloberti
Franco Maloberti
6 Giugno 2022, 10:41 10:41

Lei Marsonet forse non ha informazioni sufficienti. L’affidarci totalmente ai produttori asiatici è dovuto alla decisione di smantellare Sematec nel 2000. Inizialmente finanziata dal DoD, aveva attirato ditte si semiconduttori occidentali che, dopo, un po’ hanno abbandonato l’impresa, dato che dovevano pagare sviluppi tecnologici con benefici prevalenti di altri. La politica fu allora quella dell’outsourcing a Taiwan. TSMC è ora la più grande produttrice di semiconduttori con più di 14 milioni di wafer 12-inches equivalenti. La produzione TSMC è indirizzata verso tecnologie spinte, 7 nm e 5 nm, che sono altamente redditizie (30%, 20%). Tecnologie meno spinte rendono meno, attorno al 5%. La criticità di Taiwan come nazione spinge comunque verso nuove fabbriche in altri paesi, Germania e Giappone per il momento. Questo è una sicurezza per TSMC, ma una perdita di rilevanza per Taiwan, che potrebbe diventare molto meno importante. I cinesi sono, a mio avviso, non interessarti a mettere le mani “sull’isola del tesoro” dato che la gestione di fabbriche altrui (e con quale complessità di fabbrica!) non è facile. Invece, stanno investendo per avere una propria produzione di semiconduttori, come indicato dall’investimento di 9 miliardi di dollari su SMIC che punta ad arrivare a un aumento di produzione di più di un milione di wafer 12-inches equivalenti. L’obiettivo cinese è in realtà diventare autonomi, e quando questo… Leggi il resto »

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