Esteri

La mossa di Macron: verso una coabitazione?

Secondo molti analisti lo scenario più probabile è che dovrà nominare primo ministro il suo più importante oppositore, il segretario di RN Jordan Bardella

Macron (Tf1)

“Avanti Patrioti, siamo pronti”. Con questo messaggio, presente sui manifesti in bella vista su tanti autobus italiani in occasione delle ultime elezioni politiche, Giorgia Meloni pregustava la vittoria politica, affermando contemporaneamente di essere pronta a prendere il posto di Mario Draghi.  

“Nous sommes prêts à exercer le pouvoir” affermavano domenica pomeriggio, a urne ancora aperte, il ventottenne Jordan Bardella e Marine Le Pen, massimi rappresentanti di RN, il partito appunto di destra francese.

Macron doppiato

La vittoria era nell’aria: quello che nessuno aveva previsto erano i numeri. Ma i numeri parlano chiaro: il partito di destra (che si definisce “patriottico” ma che stampa, tv e opposizione definiscono “populista” e di “estrema destra”) ha ottenuto oltre il doppio dei voti del partito del presidente Emmanuel Macron: 31,5 per cento contro 15,2 per cento.

E quando alle ore 19, un’ora prima della diffusione dei dati, il presidente ha chiamato all’Eliseo il suo primo ministro Gabriel Attal abbiamo capito che qualcosa di importante stava per accadere. Infatti, solo un’ora dopo la diffusione dei risultati, alle 20,58, il presidente Macron ha preso la parola – un inedito dopo un’elezione europea – per annunciare lo scioglimento del Parlamento e dunque le elezioni anticipate. Che avranno luogo in tempi record, con un primo turno già al 30 giugno (il secondo il 7 luglio).

Verso una coabitazione

Cosa accadrà subito dopo? Abbiamo ascoltato molti analisti politici e lo scenario più probabile – anche se ritenuto paradossale e certamente inedito – è quello di un presidente della Repubblica costretto a nominare primo ministro il suo più importante oppositore, proprio Jordan Bardella

Abbiamo sentito ieri sera alla tv francese numerosi commenti molto preoccupati, che raccontavano di una Francia in caduta libera in mano a razzisti irresponsabili. Ma in Italia, a quasi due anni dalle politiche, il fascismo non è tornato, le donne hanno mantenuto i propri diritti, l’Italia non è uscita dall’Euro e neppure si è schierata con Putin. Non capiamo perché la Francia dovrebbe seguire una traiettoria differente. 

Certo, probabilmente da noi ora vige una politica moderatamente più a destra che in passato. Ma – ci pare di ricordare – l’alternanza è proprio l’essenza delle democrazie, la cosa che le distingue dalle dittature in stile cubano o venezuelano.

Il discorso di Macron

Questo il discorso di Emmanuel Macron

Cari concittadini, oggi avete avuto la possibilità di votare per le elezioni europee, in Francia metropolitana, nei nostri territori d’oltremare e all’estero. Il principale insegnamento è chiaro: non è un buon risultato per i partiti che difendono l’Europa, tra cui quello della maggioranza presidenziale. I partiti di estrema destra, che negli ultimi anni si sono opposti a così tante conquiste rese possibili dalla nostra Europa, che si tratti della ripresa economica, della protezione comune delle nostre frontiere, del sostegno ai nostri agricoltori, del sostegno all’Ucraina, questi partiti stanno avanzando in tutto il continente. In Francia, i loro rappresentanti raggiungono quasi il 40% dei voti espressi. Per me, che ho sempre considerato un’Europa unita, forte, indipendente e vantaggiosa per la Francia, questa è una situazione che non posso accettare. La crescita dei nazionalisti, dei demagoghi, è una minaccia per la nostra nazione, ma anche per la nostra Europa, per il posto della Francia in Europa e nel mondo. E lo dico mentre abbiamo appena celebrato con il mondo intero lo sbarco in Normandia e mentre tra poche settimane dovremo ospitare il mondo per i Giochi Olimpici e Paralimpici. Sì, l’estrema destra è sia l’impoverimento dei francesi che il declassamento del nostro paese. Non potrei quindi, al termine di questa giornata, fare finta di nulla. A questa situazione si aggiunge una febbre che negli ultimi anni ha colpito il dibattito pubblico e parlamentare nel nostro paese. Un disordine che, lo so, vi preoccupa, a volte vi sconvolge e al quale non ho intenzione di cedere nulla. Tuttavia, le sfide che ci si presentano oggi, che si tratti di pericoli esterni, di cambiamenti climatici e delle loro conseguenze o di minacce alla nostra stessa coesione, richiedono chiarezza nei nostri dibattiti, ambizione per il paese e rispetto per ogni francese. Pertanto, dopo aver effettuato le consultazioni previste dall’articolo 12 della nostra Costituzione, ho deciso di darvi nuovamente la possibilità di scegliere il nostro futuro parlamentare attraverso il voto. Pertanto, stasera sciolgo l’Assemblea Nazionale. Firmerò tra pochi istanti il decreto di convocazione delle elezioni legislative che si terranno il 30 giugno per il primo turno e il 7 luglio per il secondo.