Da inizio di giugno, Sirajuddin Haqqani, noto terrorista e leader della rete Haqqani, ha ottenuto un livello di legittimità internazionale senza precedenti. Viaggiando come ministro degli interni afgano, Siraj ha visitato gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, ricevendo un’accoglienza calorosa che ha sorpreso molti osservatori internazionali.
La rete Haqqani è stata responsabile di numerosi attacchi terroristici in Afghanistan, tra cui attacchi contro le forze di sicurezza afghane e internazionali, nonché attacchi suicidi contro civili. “La rete Haqqani che insieme ad al-Qaeda e ai talebani governa l’Afghanistan che oggi è un narco- terror-state, è un gruppo dalle origini oscure che si è macchiato e continua farlo di ogni genere di crimini che vanno dal traffico di droghe comprese quelle sintetiche nelle quali si sta specializzando, armi, esseri umani, e qualsiasi cosa generi profitto – spiega Stefano Piazza, esperto di terrorismo- La Rete Haqqani è un’organizzazione militante islamica sunnita fondata da Jalaluddin Haqqani, che emerse come uno dei principali signori della guerra afghani e comandante dei ribelli durante la guerra antisovietica. Attualmente, la rete Haqqani è guidata da Sirajuddin Haqqani, figlio di Jalaluddin, che sovrintende alle operazioni quotidiane del gruppo insieme a molti parenti stretti”.
La visita negli Emirati
Infatti, accompagnato da suo fratello Anas e da Abdul Haq Wassiq, capo delle spie talebane, Siraj ha incontrato il sovrano degli Emirati, Mohammed bin Zayed al-Nahyan. I media statali hanno proclamato l’incontro come storico, sottolineando le discussioni sul rafforzamento dei legami di cooperazione tra i due Paesi, con particolare attenzione ai settori economici e di sviluppo e al supporto per la ricostruzione dell’Afghanistan.
Questa visita ufficiale non è stata nascosta. Le Nazioni Unite hanno temporaneamente revocato le restrizioni di viaggio per Siraj e i suoi compagni, permettendo loro di muoversi liberamente. Le vacanze estive di Siraj sono continuate il 7 giugno con il suo primo Hajj, il pellegrinaggio sacro musulmano alla Mecca. Siraj ha documentato l’intero evento, utilizzando il pellegrinaggio come simbolo del suo impegno verso l’islam e della sua crescente legittimità come leader afgano.
Apertura Usa?
La facilità con cui Siraj ha viaggiato in Paesi che ospitano basi militari statunitensi solleva interrogativi sul futuro delle relazioni internazionali con i Talebani. Nonostante le ripetute violazioni dell’accordo di Doha da parte dei Talebani, sembra possibile un riconoscimento ufficiale da parte degli Stati Uniti. Spiega Piazza:
Il programma Rewards For Justice del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti offre una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per informazioni che portino direttamente all’arresto di Sirajuddin Haqqani. Incontrarlo e tributargli gli onori che si devono ad un rappresentante di uno Stato vuol dire calpestare la memoria delle vittime e mettersi al suo stesso livello. Però attenzione perché quello che abbiamo visto lo scorso 5 giugno con lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, sovrano degli Emirati Arabi Uniti, che ha accolto calorosamente Haqqani nella capitale degli Emirati, nasconde certamente interessi inconfessabili vedi le centinaia di milioni di dollari degli Haqqani che si trovano nelle ospitali banche degli Emirati Arabi Uniti. Di certo vedere l’abbraccio caloroso tra i due non è certo una bella notizia.
Questo sviluppo è indicativo di un cambiamento nelle dinamiche geopolitiche, con gli Stati Uniti che potrebbero vedere nei Talebani un alleato nella lotta contro lo Stato Islamico della provincia di Khorasan (ISKP). L’ISKP continua a rappresentare una minaccia significativa, come dimostra il recente arresto di otto tagiki con potenziali legami con il gruppo. Con Sirajuddin Haqqani libero di muoversi e l’ISKP attivo, la comunità internazionale rimane in allerta riguardo alle implicazioni di queste alleanze e ai rischi di una crescente minaccia terroristica globale.
L’appello di al Qaeda
A complicare ulteriormente la situazione c’è l’ultimo numero diffuso da As-Sahab Media, l’ala mediatica ufficiale del nucleo dirigente di Al-Qaeda con sede in Pakistan e Afghanistan, dal titolo “Questa è Gaza: una guerra di esistenza, non una guerra di confini”, in cui Sayf al-Adl, ritenuto l’attuale emiro generale di al Qaeda, invita i sostenitori in giro per il mondo per emigrare in Afghanistan.
Al-Qaeda ha emesso un appello chiaro e aperto agli stranieri affinché si uniscano alle sue fila in Afghanistan, il più significativo dall’ascesa al potere dei Talebani nel 2021. Questo invito è stato veicolato attraverso un messaggio di Adl, noto anche come Salim al-Sharif, che ha dichiarato ufficialmente l’Afghanistan un rifugio sicuro per al-Qaeda e i suoi futuri piani terroristici. Adl ha esortato “il popolo leale della Ummah (la Comunità islamica mondiale) interessato al cambiamento” a recarsi in Afghanistan per imparare dalle condizioni locali e trarre beneficio dall’esperienza dei Talebani.
Questo appello all’egira (migrazione) utilizza l’attuale conflitto a Gaza come catalizzatore per incoraggiare le persone a recarsi in Afghanistan per acquisire formazione, esperienza e conoscenza, preparandosi così a intraprendere attacchi contro obiettivi “sionisti” e occidentali in tutto il mondo. Nel suo opuscolo, Adl avverte che “la continuazione del genocidio [a Gaza] richiede che i popoli islamici colpiscano tutti gli interessi sionisti (sia occidentali che ebrei) in tutte le terre islamiche”. Egli sottolinea l’urgenza e la necessità di azioni dolorose contro tali interessi, lamentando il ritardo nell’agire secondo le richieste.
Adl prosegue affermando che “la reazione appropriata ai crimini dei nemici è con i fatti, non con le parole”, citando come esempi significativi l’attacco dell’11 Settembre, la conseguente guerra in Afghanistan e l’invasione di Israele del 7 Ottobre. Questi eventi sono elogiati come modelli di azione contro il nemico. Inoltre, Adl incoraggia le “cellule dormienti” nei Paesi occidentali, vedendole come una “forza deterrente” contro ulteriori “crimini” occidentali. Queste cellule, secondo Adl, sono essenziali per la strategia globale di al Qaeda, rappresentando una minaccia costante e un avvertimento contro le azioni ostili dei loro nemici.
Questo appello rappresenta una mossa strategica significativa per al-Qaeda, che mira a rafforzare la sua presenza e le sue operazioni in Afghanistan sotto il regime dei Talebani. L’uso del conflitto a Gaza come strumento di propaganda evidenzia la volontà di sfruttare situazioni di crisi per reclutare nuovi membri e mobilitare risorse.
Afghanistan rifugio sicuro
Al-Qaeda intende consolidare la sua posizione e intensificare le sue attività terroristiche a livello globale, sfruttando l’Afghanistan come base operativa sicura. L’Afghanistan è ancora un rifugio sicuro per i terroristi internazionali. Una combinazione di fattori – la legittimazione di Haqqani, la persistente minaccia dell’ISKP e l’appello di al-Qaeda – rappresenta un quadro complesso e preoccupante per la sicurezza internazionale.
Rustam Emomali, presidente del parlamento del Tagikistan, ha dichiarato che l’Afghanistan è tornato ad essere il centro del terrorismo internazionale sotto il dominio dei talebani. Durante la riunione dei capi dei paesi dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, tenutasi il 3 giugno ad Almaty, Kazakistan, Emomali ha affermato che le madrasse in Afghanistan stanno addestrando “jihadisti suicidi”, con oltre 1.000 madrasse situate principalmente nelle province di confine. Ha avvertito che la situazione attuale in Afghanistan potrebbe avere conseguenze devastanti per i Paesi dell’Asia centrale. E non solo.