Esteri

La rabbia dei Dem contro la Corte Suprema che osa contraddirli

Minacce ai giudici supremi dopo la sentenza sull’immunità presidenziale che sorride a Trump. In atto una inquietante “cancel culture” giuridica

giudici Corte Suprema (CNN)

Non solo se la prendono con gli elettori, bollandoli come ignoranti e fascisti, se non votano secondo le loro preferenze; ora politici e commentatori di sinistra minacciano anche i supremi giudici se una decisione non li soddisfa e, soprattutto, se sembra favorire l’odiatissimo Donald Trump.

No, i giudici della Corte Suprema non hanno sancito una “licenza di uccidere”, come in modo fuorviante è stata interpretata la sentenza di lunedì sull’immunità presidenziale. Sì, si tratta di una sentenza favorevole all’ex presidente Trump ma non per questo sbagliata dal punto di vista giuridico.

La condanna a Manhattan

L’ex presidente, com’è suo diritto, ha subito cercato di giocarla a suo favore, chiedendo al giudice di rinviare la decisione sulla pena relativa alla condanna subita nel processo “Hush-Money” di Manhattan, sostenendo che la sentenza della Corte potrebbe invalidare alcune delle prove utilizzate dalla pubblica accusa. Martedì, il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg ha detto al giudice che non si sarebbe opposto ad un rinvio, quindi è possibile che la data dell’11 luglio venga posticipata.

Un rinvio di una certa rilevanza, perché Trump rischia fino a quattro anni di carcere e altre misure restrittive ed è questa, insieme al possibile passo indietro di Biden, una delle possibili big surprise di queste presidenziali.

Reazione scomposta

Ma la reazione, come a qualsiasi decisione che riguardi Trump, dei Democratici e dei soliti esperti militanti è stata come al solito scomposta, rabbiosa, fino al punto di minacciare i giudici. “Quasi una licenza per delinquere”, è stato ripetuto da diversi commentatori progressisti sui network nazionali.

“Un attacco alla democrazia”, ha denunciato la deputata Dem Alexandria Ocasio-Cortez, annunciando che cercherà l’impeachment di tutti e sei i giudici conservatori. Il senatore Dem Chuck Schumer aveva già precedentemente minacciato i giudici Gorsuch e Kavanaugh di dover “pagare il prezzo” delle loro decisioni.

Altri esponenti Dem, come la senatrice Elizabeth Warren, hanno proposto di modificare la composizione della Corte, aumentando il numero dei giudici, al fine di garantire immediatamente una maggioranza liberal.

Insomma, pare che per questi esperti e politici di sinistra la giustizia sia semplicemente un’estensione della politica e debba essere soggetta ai capricci della maggioranza: ma solo la loro, ovviamente, nel caso contrario sarebbe un attentato all’indipendenza dei giudici. Ma la Corte Suprema “è stata progettata per essere impopolare, prendere posizioni politicamente impopolari ma costituzionalmente corrette”, ricorda sul New York Post Jonathan Turley.

L’immunità presidenziale

Dal punto di vista giuridico, non è controverso il principio di immunità presidenziale, gli studiosi da tempo si dividono su dove tracciare il limite di questa immunità. E la Corte ha adottato un approccio intermedio, respingendo le argomentazioni estreme di entrambe le parti, sia quelle più estensive che quelle più restrittive.

La Corte ha stabilito che gli atti ufficiali presidenziali godono di protezione dai procedimenti giudiziari, distinguendo però tra una immunità assoluta per gli atti che rientrano nella “sfera esclusiva di potestà costituzionale” dei presidenti e una immunità presuntiva per gli altri atti ufficiali. Non godono di alcuna immunità per azioni non ufficiali o private. Quindi ovviamente non si tratta in alcun modo di una “licenza di uccidere”, come è stato ridicolmente sostenuto dai nemici di Trump.

Cancel culture costituzionale

Ma è in atto un’ondata di cancel culture anche tra i costituzionalisti. Il commentatore della NBC Elie Mystal ha definito la Costituzione “spazzatura” e sostenuto che dovrebbe semplicemente essere buttata via. I professori di diritto Ryan D. Doerfler di Harvard e Samuel Moyn di Yale hanno chiesto che la Costituzione venga “modificata radicalmente” per “riscattare l’America dal costituzionalismo”. Insomma, mala tempora currunt anche nel dibattito giuridico Usa.