Chi predica il disarmo, predica pure leuropeismo. E non lavora solo per lo Zar di Russia, ma pure per il Re di Prussia
Il presidente Sergio Mattarella ha pronunciato un discorsetto, a Lubiana, lunedì appena passato. Condito sì della consueta retorica leuropeista (cita addirittura Romano Prodi). Ma, ad una lettura un poco attenta, invero piuttosto rivoluzionario.
Funzione militare solo della Nato
Per il presidente della Repubblica, Lue serve a difendere ed affermare dei principi (libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani, Stato di diritto), mentre la Nato serve a difendere il mondo libero (quello “della democrazia, della libertà e dei diritti”). Tradotto, la funzione militare è della Nato … non di Bruxelles.
Se il concetto non fosse stato abbastanza chiaro, a simbolo de Lue che ci fa progredire insieme egli addita “Schengen ed Erasmus” … due cose che con la difesa c’entrano meno di zero. Così mostrando di essere divenuto – pure lui – non più europeista, ma atlantico. Infatti, a conclusioni identiche è giunto recentemente il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: il quale ha ben scandito come Leuropa non si possa manco sognare di togliere funzione militare alla Nato. E ne ha pure scritto a Von der Leyen.
Leuropa non intralci la difesa
Ed è solo dopo aver ciò ben precisato, che il presidente della Repubblica presenta “le riforme di cui l’Europa ha bisogno”. Le quali, perciò, non tolgono funzione militare alla Nato per darla a Bruxelles. Tali riforme sono la mitica “difesa comune”, una riforma del processo decisionale, il completamento del “sistema finanziario dell’Unione”. Le tre insieme e connesse.
Ma, visto che esse non tolgono funzione militare alla Nato per darla a Bruxelles, evidentemente per difesa comune non si deve intendere che Lue debba poter formulare un proprio volere in materia di difesa. Allora, cosa si deve intendere? Vi è una unica risposta possibile: per difesa comune si deve intendere il finanziamento della difesa dei singoli Stati membri. Che Leuropa deve, quantomeno, consentire e non intralciare.
Altrimenti, in pensione Leuro
E che accade se Lue non consente il finanziamento della difesa dei singoli Stati membri? Se veramente si picca col nuovo delirante Patto di Stabilità? Se ci dicono di no? Succede che non
riarmiamo? No, per niente: il caso non è nemmeno preso in considerazione.
Al contrario, se ci dicono di no, allora gli Stati si arrangeranno da soli, facendosi un proprio “sistema finanziario”. Così Mattarella: “il sistema finanziario dell’Unione va completato. È monco, oggi. Un sistema finanziario non completo non può reggere a lungo, altrimenti crolla, si dissolve”.
Esito che a lui non piacerebbe affatto, perciò aggiunge che tale dissolvimento del “sistema finanziario dell’Unione” si svolgerebbe “travolgendo anche l’economia dei Paesi membri”. Ma tale considerazione è una mera mozione degli affetti, priva di valore economico fattuale.
Al netto di quest’ultima concessione retorica, Mattarella ha appena detto che le spese militari manderanno in pensione Leuro. Ed è per questo che il suo discorsetto è piuttosto rivoluzionario.
Lo aveva già detto Draghi
L’interesse è – se possibile – ulteriormente accentuato dalla concordanza di tali presidenziali conclusioni, con i più recenti discorsi di Mario Draghi: nessun esercito leuropeo; il modello leuropeo l’è morto; gli Stati con meno spazio fiscale andranno a cercarselo tornando alla propria moneta e l’Ue non sopravviverà altro che come mercato unico.
Insomma, a dire che le spese militari manderanno in pensione Leuro, non è un quisque de populo come chi scrive (analfabeta funzionale di classe subalterna e gelido antipatizzante) … bensì, il presidente della Repubblica in carica addirittura e Sua Competenza nientepopodimeno. Un fatto veramente notevole.
Da tale constatazione, discende l’obbligo di chiedersi quale potente forza abbia spinto due simili campioni de Leuropa verso lidi così lontani dal loro porto di partenza.
Il fattore Trump
Tale potente forza noi la conosciamo da oltre due anni: è la guerra economica permanente alla Russia. Nei suoi differenti riflessi. Anzitutto, con riguardo alla spesa militare, che tutti gli Stati si sono già impegnati ad alzare significativamente.
In merito, fanno testo le dichiarazioni del probabile prossimo presidente degli Stati Uniti, l’ottimo Donald Trump. Egli ha detto di non voler difendere un membro Nato che non abbia onorato i propri impegni di spesa militare (mentre lodava il presidente polacco, che spende molto più del promesso).
Un secondo riflesso lo vediamo con riguardo al finanziamento ed al riarmo di ciò che resta dell’Ucraina. Un invito che vale oggi, ma varrà tanto più dopo la fine dei combattimenti. In merito, Trump ha quasi ordinato agli alleati europei di dare all’Ucraina almeno tanti soldi quanti ne hanno dati e danno gli Usa: “Get moving Europe!” (mentre lodava il capogruppo repubblicano alla Camera, che ha votato il nuovo pacchetto di aiuti a Kiev). Già solo sin qui, per gli alleati europei si tratta di spendere tanti ma tanti soldi. E non è finita.
Con Trump dovremo difendere l’Ucraina
Nelle more, Trump dichiarava che “la sopravvivenza e la forza dell’Ucraina” sono importanti anche per lui. Affermazione che va unita a certe sue propensioni per un congelamento armistiziale della situazione sul terreno. A lasciar intravedere un esito che diremmo coreano.
Se ne era avuto un saggio, lo scorso gennaio del 2023, quando il nostro eccellente ministro Guido Crosetto aveva descritto il fiume Dnieper come “il punto limite, che molti Paesi della Nato non possono vedere oltrepassato”.
Recentemente, qualche dettaglio in più si è avuto da Macrone. Egli – impegnato in una polemica elettorale interna con la Le Pen – ha incontrato le proprie opposizioni parlamentari, spiegando loro – a porte chiuse e carte alla mano – che un’avanzata russa “verso Odessa o verso Kiev” (cioè, oltre il fiume Dnieper) “potrebbe avviare un intervento” militare francese in Ucraina.
Tradotto, in uno scenario coreano, l’Ucraina dell’Ovest necessiterebbe degli stessi aiuti che ebbe la Corea del Sud: economici, di fornitura militare, ma pure di presenza militare. Presto o tardi, gli alleati anche europei – e non solo gli Stati Uniti – dovranno stanziare, sul territorio di quello Stato, corpi militari numerosi e pronti al combattimento contro l’esercito russo … non i soliti peacekeeper. E per lungo ma lungo tempo.
Conclusioni
Insomma, anche gli alleati europei dovranno: finanziare i propri impegni di spesa militare; nonché finanziare l’Ucraina almeno quanto la finanziano gli Usa; nonché finanziare una propria forza militare stabilita in Ucraina, numerosa e pronta al combattimento.
Tutto ciò significa tanti ma tanti soldi. Eccola, la potente forza che ha spinto Sua Competenza e Mattarella così lontano dal loro porto di partenza. Le spese militari manderanno in pensione Leuro. E chi predica il disarmo, predica pure leuropeismo. E non lavora solo per lo Zar di Russia, ma pure per il Re di Prussia.