In un bilaterale tenuto a Varsavia negli scorsi giorni Polonia ed Ucraina hanno firmato un nuovo “Accordo di cooperazione per la sicurezza”, definito di importanza “senza precedenti” dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky ed il premier polacco Donald Tusk, in virtù dei suoi dettagli. Tra questi – oltre al supporto finanziario e allo stanziamento di fondi destinati alla ricostruzione del Paese dopo la fine della guerra – vi è l’ipotesi di far abbattere i missili russi nello spazio aereo ucraino dall’aviazione polacca.
L’offerta polacca
Sul tema, in conferenza stampa al termine dell’incontro, Tusk ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di una chiara cooperazione all’interno della Nato, perché tali azioni richiedono una responsabilità congiunta. Noi siamo aperti a questa ipotesi, la logica indica che essa sarebbe assolutamente un’azione più efficace”. Per la prima volta, dai vertici istituzionali di un Paese occidentale è stata dichiarata l’intenzione di intercettare i missili russi direttamente nel teatro di guerra.
Varsavia si è detta pronta ad agire in tal senso già a partire dai prossimi raid missilistici lanciati da Mosca, quantomeno disinnescando gli ordigni che arrivano in prossimità dei propri confini. La scelta del governo Tusk, se messa in pratica, produrrebbe ripercussioni positive per la popolazione civile ucraina, provata dai deliberati attacchi provenienti dalla Federazione Russa
Solo l’8 luglio scorso un bombardamento volontario da parte di Mosca ha colpito e devastato un ospedale pediatrico nella capitale Kyiv: l’impatto ha provocato la morte di decine di persone, il ferimento di oltre 110 individui (tra cui diversi bambini) e lo sfollamento di pazienti ed operatori della struttura. Un gesto brutale che per ragioni morali, ancor prima che politiche, dovrebbe imporre ad Ue e Nato il superamento di tutte le “linee rosse” sul sostegno all’Ucraina.
La mossa di Varsavia
Tuttavia, la sola discussione sull’abbattimento dei missili sullo spazio aereo di Kyiv rappresenta una svolta fondamentale nel quadro dell’ampliamento del supporto occidentale agli aggrediti. La Polonia in quest’ambito prova ad aumentare la sua influenza. Con l’annuncio del premier Tusk ha compiuto una mossa strategica, basata su più intenti: in primis, dimostrarsi forza trainante nell’invogliare gli altri membri Ue e Nato ad impegnarsi nella contrapposizione alla Russia.
La prospettiva di un conflitto ancora lungo necessita della capacità di programmare un’adeguata strategia di sostegno all’Ucraina. Per predisporre un’azione che produca conseguenze positive per le sue forze armate, è necessario che nel campo occidentale vi siano figure dotate di leadership, da dimostrare nella gestione di dossier sensibili. Avere guide simbolicamente identificabili quali decisori di cui ci si possa fidare – a capo di Paesi strategicamente fondamentali – è utile pure nell’ambito delle relazioni tra istituzioni ed opinione pubblica.
Varsavia mira a giocare un ruolo decisivo nella partita e intende ottenere una delega nella gestione del fronte est di Ue e Nato. Forte di una popolazione che nella quasi totalità ritiene la Russia una minaccia esistenziale, intenzionata a sconfiggerla, può assumere decisioni complesse nella sfera del supporto militare a Kyiv con maggiore facilità. Sarebbe fondamentale che l’intero mondo libero ne adottasse la mentalità, al fine di ottenere quanto prima la fine del conflitto in Ucraina sulla base del diritto internazionale.