Esteri

Macron rispolvera l’Arco repubblicano, disperato tentativo di arginare Le Pen

Popolarità di Macron a picco: il 68 per cento dell’elettorato disapprova il suo operato, RN tocca il 32 per cento nei sondaggi sulle prossime elezioni europee

Macron Le Pen (BBC)

Ricordiamo tutti l’arco costituzionale italiano. L’espressione, inventata negli anni ‘60-‘70 serviva a identificare i partiti che si autodefinivano conformi alla Costituzione: DC, PCI, PSI, PSDI, Liberali e Repubblicani. Esclusi dall’arco erano il Movimento Sociale Italiano, il Partito Radicale e Democrazia proletaria.

Gli auto-legittimati includevano anche il Partito Comunista Italiano (PCI), che come ha scritto Valerio Riva nel suo libro “L’oro di Mosca”, tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni Novanta venne finanziato dalla “democratica” Unione Sovietica con fondi in rubli per un equivalente di circa 1.000 miliardi di lire.

L’arco repubblicano

Pensavamo che il termine “arco costituzionale” fosse totalmente dimenticato, ma ci sbagliavamo: era stato evidentemente studiato a scuola dall’attuale presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, che ha pensato bene di introdurlo oggi nel dibattito pubblico francese, nella versione leggermente modificata di “Arc républicain”, arco repubblicano.

In un’intervista a L’Humanité del 19 febbraio, Macron ha infatti affermato: “Ritengo che, per le loro posizioni, alcune personalità di La France Insoumise combattono i valori della Repubblica. Anche se non equiparo i due estremi, non ho mai considerato che il RN o Reconquête facciano parte dell’arco repubblicano“. 

Notevole il fatto che questa posizione contraddica quella dell’appena designato primo ministro, Gabriel Attal, che solo due settimane fa aveva affermato che l’emiciclo dell’Assemblea Nazionale (il Parlamento francese), dunque RN incluso, rappresenta pienamente l’arco repubblicano. Un bel pasticcio che ha fornito l’opportunità al sindaco di Perpignan (di RN) di chiedersi, in diretta sulla prima rete televisiva francese: “Insomma, chi governa questo Paese?” 

Popolarità in declino

Sembra dunque che la continua perdita di popolarità di Macron (in base ai modelli di Politico ormai scesa al 30 per cento, con un 68 per cento dell’elettorato che esplicitamente disapprova il suo operato) lo porti a continui passi falsi, fatto decisamente ironico per un partito che fino al 2022 si chiamava La République en marche (La Repubblica in cammino).

Fig 1

Le Pen in vantaggio

La Francia sembra dunque, almeno per quanto riguarda le elezioni europee, essere “in marcia” verso una rapida vittoria dell’alleato di Matteo Salvini, il Rassemblement National (RN) fondato da Jean-Marie Le Pen, guidato fino al 2021 da Marine Le Pen e che vede attualmente alla presidenza Jordan Bardella. 

Con circa il 25 per cento delle intenzioni di voto a maggio 2023, il RN ha consolidato la sua posizione di leader nei sondaggi, arrivando (dati di YouGov per Huffington Post) a toccare il 32 per cento durante questo mese di febbraio. Sempre in base agli opinion poll, il partito di Macron dovrebbe attestarsi tra il 16,5 e il 20 per cento, con il Partito Socialista al 10 e gli altri partiti tutti nella cosiddetta “single digit zone”

Mancano ormai meno di quattro mesi alle elezioni europee e – stimano gli analisti politici francesi – difficilmente un espediente quale quello dell’arco repubblicano permetterà la rimonta della coalizione guidata dal partito del presidente, che anche all’Assemblea nazionale non dispone ormai più della maggioranza assoluta

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