Esteri

Maduro comincia a vedere “demoni” e a temere i suoi clan

L’incredibile accusa all’opposizione di aver stretto un “patto satanico”, centinaia di arresti e un sistema di potere sempre più perfezionato

Maduro

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro, durante un discorso pronunciato sabato scorso, ha lanciato accuse sconcertanti contro l’opposizione, definendola legata a forze oscure. “Miren compatriotas, noi siamo di fronte a dei demoni. Quando dico che siamo di fronte a dei demoni non sto esagerando. Loro hanno un patto satanico con la chiesa satanica degli Stati Uniti. La Sayona (María Corina Machado, ndr) si mette un medaglione e delle cose strane perché ha un patto con Elon Musk e la chiesa satanica di Detroit. Ecco perché dico che siamo di fronte ad un Golia satanico”, ha dichiarato Maduro, mentre in 380 città in tutto il mondo, incluse una decina di piazze italiane, si manifestava contro la sua vittoria elettorale.

La repressione

Intanto, la ong Foro Penal ha riferito di aver registrato 1.505 arresti “verificati e identificati” dall’inizio delle proteste in Venezuela, scoppiate dopo le elezioni del 28 luglio. Tali elezioni hanno visto la vittoria di Maduro, ma l’opposizione denuncia gravi brogli. Tra gli arrestati ci sono 129 adolescenti, 14 indigeni, 18 disabili e 200 donne. Foro Penal sottolinea che il bilancio riguarda arresti nel contesto della “repressione delle proteste post-elettorali” fino al 18 agosto. Tuttavia, il procuratore generale Tarek William Saab ha dichiarato che sono state arrestate 2.200 persone, compresi personaggi di rilievo come Americo De Grazia, leader italo-venezuelano, e Williams Dávila, ex governatore di Mérida, noti per la loro opposizione al regime.

Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, ha espresso preoccupazione per questi arresti, dichiarando:

Prima Americo De Grazia, storico leader Italo-venezuelano, poi l’ex governatore di Mérida Williams Dávila… sono stati arrestati dal regime di Maduro solo per aver ribadito il loro diritto ad opporsi. Ora di Americo non ci sono notizie, ma si pensa sia al el Helicoide, il più grande carcere / centro di tortura dell’America Latina, mentre Williams è grave in ospedale a Caracas. Milioni di italiani in Venezuela soffrono, abbiamo il dovere di combattere con loro: per la libertà.

Maduro ha dimostrato di saper mantenere il potere con efficacia, sfruttando strumenti legislativi come l’articolo 105 della Legge Organica del Controllore Generale, che permette di interdire politicamente i suoi avversari che non hanno la garanzia di un giusto processo.

Il sistema di potere

Inoltre, ha ereditato e perfezionato la strategia di Chávez di creare piccole cricche di potere all’interno della sua cerchia ristretta, garantendosi il sostegno necessario per consolidare il regime. Tra questi gruppi di potere, spicca quello guidato da Diosdado Cabello, che mantiene un’influenza significativa nonostante i tentativi di Maduro di ridimensionarne il potere.

Un altro gruppo di crescente rilevanza è quello dei fratelli Delcy e Jorge Rodríguez Gómez, che hanno consolidato il loro potere grazie alla loro vicinanza a Maduro. Delcy Rodríguez, attuale vicepresidente del Venezuela, e Jorge Rodríguez, presidente dell’Assemblea nazionale, sono stati entrambi sanzionati a livello internazionale per il loro ruolo nel regime. Grazie a queste alleanze, i Rodríguez sono diventati potenziali successori del chavismo.

Impatto sull’economia

Il conflitto politico post-elettorale in Venezuela sta peggiorando una situazione economica già gravemente compromessa, con pesanti ripercussioni sull’industria petrolifera, che rappresenta il 95 per cento delle esportazioni nazionali. La produzione di petrolio è crollata drasticamente, passando dai 2,4 milioni di barili al giorno nel 2013 a circa 700.000 nel 2023. Un’ulteriore instabilità potrebbe ridurre ulteriormente queste cifre, privando lo Stato di risorse essenziali. Questa crisi rischia di esacerbare l’inflazione, già elevata, e di accelerare la fuga di capitali, spingendo il Paese verso una recessione ancora più profonda.