Milei parte da Israele per ricostruire un potente Occidente liberale

Il no al blocco Brics, il discorso a Davos contro il “collettivismo”, la visita in Israele: così Milei si presenta come leader globale dell’idea occidentale di libertà

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L’articolo originale è stato pubblicato su Yedioth Ahrnoth, uno dei maggiori quotidiani israeliani. L’autrice dell’articolo ha incontrato il presidente argentino Javier Milei durante una cerimonia allo Yad Vashem (il museo dell’Olocausto) lo scorso 7 febbraio. Ha anche parlato con il rabbino Axel Wahnish, figura molto vicina a Milei, che sarà probabilmente il futuro ambasciatore argentino in Israele. Si ricorda che, durante il viaggio in Israele, Milei ha dichiarato la sua volontà di spostare l’ambasciata argentina da Tel Aviv a Gerusalemme.

Gerusalemme – Come promesso subito dopo la sua elezione, il presidente argentino Javier Milei ha scelto Israele per la sua prima visita ufficiale di Stato. Questa decisione dimostra non solo il fermo sostegno di Milei a Israele in tempo di guerra, ma anche il suo ruolo nella difesa dei valori occidentali. In effetti, Israele non può essere considerato un’entità geopolitica separata poiché fa parte del cosiddetto “Occidente collettivo”.

L’Occidente collettivo

Spiegando le recenti posizioni anti-israeliane della Russia, il noto intellettuale russo Fyodor Lukyanov ha dichiarato: “L’attacco di Hamas e lo scoppio della guerra in Palestina in cui gli Stati Uniti e l’Ue hanno sostenuto incondizionatamente Israele, hanno stabilito che lo Stato ebraico è parte integrante dell’Occidente collettivo, che la Russia fronteggia ferocemente”.

Milei vuole riprendere per l’Argentina il suo ruolo di membro dell’Occidente e non di un Sud del mondo (Global South) che si sente vittima del Nord del mondo (Global North). In realtà, Milei è già riuscito a riportare l’Argentina sulla mappa geopolitica, nonostante la sua catastrofica condizione economica. Soprattutto dopo la rinuncia di aderire al blocco Brics e dopo il suo discorso a Davos contro il “collettivismo”, Milei è diventato il leader globale dell’idea occidentale di libertà.

No al mondo multi-polare

Durante il suo viaggio in Israele, Milei ha sottolineato più volte che Israele e il suo popolo condividono lo spirito di libertà. In questo senso, la visita del presidente argentino in Israele può essere interpretata come una volontà di ricostruire il “mondo unipolare”.

Tuttavia, questa volta, la spinta a riportare in auge i valori della democrazia liberale del XIX e XX secolo (parlo qui del liberalismo classico e non di quello progressista, sviluppatosi negli ultimi decenni e che condivide con il comunismo tratti allarmanti) non viene dagli Stati Uniti ma inaspettatamente dall’Argentina.

Per anni l’America Latina è stata considerata l’area del mondo in cui trovare sostegno contro l’ordine mondiale unipolare, in cui gli Stati Uniti sono la potenza globale dominante e i portabandiera delle società capitaliste liberali. Tuttavia, dopo l’elezione di Milei, qualcosa è cambiato.

Nuovi movimenti liberali nel “Global South” stanno ora cercando di fare pressione sul “Nord globale” affinché si svegli e riprenda le redini del mondo per scongiurare la nascita dell’ordine mondiale multipolare (prima dell’ascesa di Milei al potere, la strada verso un ordine mondiale multipolare sembrava probabile).

L’anti-Dugin

L’ordine mondiale multipolare è quello a cui Cina, Russia e Iran lavorano da anni con l’obiettivo finale di distruggere il mondo unipolare, cioè l’Occidente (incluso Israele, come parte dell’ “Occidente collettivo”) e i suoi valori.

Fino a pochi mesi fa sembrava che il concetto di “fine della storia”, l’idea di Francis Fukuyama che prevedeva il prevalere della democrazia liberale come ordine permanente, fosse superato. Eppure ecco che arriva Milei e mostra al mondo libero la necessità di ricostruire un potente “polo” liberale per contrastare tutti i “poli” anti-liberali emergenti. In questo Milei può essere definito “l’anti-Dugin liberale”.

Secondo il filosofo russo Alexander Dugin, soprattutto dopo il 7 ottobre, questo è il momento per costruire un nuovo “polo” islamico che possa contrastare – insieme ad altri “poli”, Russia e Cina – l’ordine mondiale unipolare. “Dopo tutto, questa è una lotta tra il mondo multipolare e il mondo unipolare, il che significa che viene condotta non solo nell’interesse del polo russo, ma anche indirettamente (o addirittura direttamente) nell’interesse di tutti i poli geopolitici emergenti. Ciò è meglio compreso dalla Cina e, tra i Paesi islamici, dall’Iran”, ha scritto Dugin.

“Las Fuerzas del Cielo”

Milei ora si batte su due fronti difficili e importanti, che fanno tutti parte della stessa battaglia liberale. In Argentina, lotta contro il “kirchnerismo” per risanare l’economia argentina, e sulla scena internazionale combatte per ricostruire un polo liberale forte e libero da tentazioni collettiviste. Questo polo, secondo Milei, deve rispettare la seguente definizione di liberalismo, così come definita dal pensatore liberale argentino Alberto Benegas Lynch:

Il liberalismo è il rispetto illimitato del progetto di vita degli altri basato sul principio di non aggressione e sulla difesa del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà privata.

Il risveglio Usa

Chiaramente, questo ambizioso progetto avrà bisogno del risveglio degli Stati Uniti per essere pienamente realizzato. Tuttavia, Milei con solo “las fuerzas del Cielo” (“le forze del cielo”, come lui dice spesso) è riuscito a smuovere la coscienza del mondo liberale.

Il suo viaggio in Israele, bastione dell’Occidente, rappresenta quindi il primo importante passo verso la ricostruzione di un ordine mondiale liberale.

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