Esteri

Minaccia cinese dallo Spazio: dai palloni missili ipersonici o un attacco nucleare

Intervista a Francesco D’Arrigo (Istituto Machiavelli): un attacco EMP sulla costa orientale Usa può uccidere il 90 per cento della popolazione entro un anno

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Lo spionaggio non è l’unica funzione di palloni aerostatici come quello che di recente ha sorvolato i cieli del Nord America. Sono diventati vettori di sofisticati e micidiali sistemi d’arma convenzionali, nucleari e biologici. E da diversi anni Pechino sta implementando un programma strategico per la “nuclearizzazione” dello Spazio. Ad Atlantico Quotidiano ne ha parlato Francesco D’Arrigo, fondatore e direttore dell’Istituto Italiano di Studi Strategici “Niccolò Machiavelli”.

Missili ipersonici

TOMMASO ALESSANDRO DE FILIPPO: Ritiene che i palloni-spia utilizzati dalla Cina possano essere utilizzati per trasportare armamenti? Se sì, come?

FRANCESCO D’ARRIGO: Secondo diversi analisti militari, i palloni aerostatici stratosferici che hanno attraversato lo spazio aereo canadese ed americano, soffermandosi sopra alcune basi militari strategiche Usa, fanno parte di un vasto programma di sviluppo di testate di precisione per veicoli ipersonici a planata (Hypersonic Glide Vehicles – HGV) e sistemi d’arma per attacchi “Electro Magnetic Pulse” (EMP), delle Forze armate della Repubblica Popolare Cinese.

Un programma attivo da diversi anni come dimostra il servizio trasmesso a settembre del 2018 dalla televisione statale cinese Cctv con il filmato di un pallone aerostatico stratosferico, non dissimile da quello che ha sorvolato Stati Uniti e Canada, che trasportava quelli che sembrano essere tre veicoli ipersonici a planata (HGV).

La forma a cuneo di quei sistemi d’arma visibili nelle riprese è assimilabile al design del missile DF-ZF HGV, prodotto dal 10th Research Institute, China Aerospace Science Industry Corporation (CASIC), già operativo e presentato ufficialmente durante la parata militare della Giornata Nazionale il 1 ottobre 2019.

Il DF-ZF HGV può viaggiare a velocità tra Mach 5 e 10 ed eseguire manovre evasive per affrontare le difese nemiche, può essere trasportato dal missile balistico a medio raggio (MRBM) cinese Dong Feng-17 (DF-17) ed essere dotato di armi sia convenzionali che nucleari.

Test segreti

La Cina ha successivamente condotto altri due test di missili ipersonici. Il primo si è svolto il 27 luglio e il secondo il 13 agosto del 2021, quando l’Armata Popolare di Liberazione cinese (PLA) ha lanciato con un vettore un razzo con capacità nucleare in grado di volare a velocità ipersonica in orbita inferiore dello spazio.

La segretezza che ha caratterizzato questi due test, visto che l’esercito cinese generalmente annuncia il lancio in orbita di veicoli o di razzi “Lunga Marcia”, sottintendono che non sono stati resi pubblici perché non si trattava del lancio di missili a lunga gittata della serie Long March, già in uso dal 1985, ma come si è successivamente scoperto del test di un sistema di bombardamento orbitale frazionato Glider-Fractional Orbit Bombing System (G-FOBS).

La nuclearizzazione dello Spazio

TADF: Può esprimerci le sue considerazioni in merito a questi armamenti? A cosa puntano e che ruolo hanno nel confronto tra superpotenze?

FDA: Lo Spazio da sempre ha catturato l’immaginazione dell’uomo. In questo periodo di stravolgimenti geopolitici, da “bene comune globale” (global common) di cooperazione e condivisione delle risorse, e dalle enormi potenzialità di sviluppo per l’umanità intera, si sta trasformando in un’altra piattaforma per l’uso di armi sempre più distruttive ed in ambiente da “Guerra Fredda”, dove l’escalation militare intrapresa dalla Russia e dalla Cina sta determinando un nuovo big bang nella geopolitica: la nuclearizzazione dello Spazio.

Gli strateghi cinesi perseguono il concetto di “Space dominance” e pertanto sono estremamente determinati nello sviluppo di armi spaziali che operino nello spazio extra-atmosferico e interstellare.

Grazie agli enormi investimenti ed alla capacità di innovare il proprio arsenale militare, sfruttando le collaborazioni con i centri di ricerca occidentali, e attraverso le molteplici operazioni di spionaggio industriale, la Cina ha acquisito e continua a sviluppare tecnologie e know-how che stanno consentendo all’Armata Popolare di Liberazione di elaborare un’aggressiva strategia politico-militare.

Il nuovo ruolo dei palloni

Potrà sembrare strano ma i palloni aerostatici ed i dirigibili, nell’immaginario comune visti come precursori dei primi aerei, hanno ritrovato un loro importantissimo ruolo commerciale, scientifico e militare grazie alla ricerca ed alle innovazioni tecnologiche occidentali, ed al recente interesse alle esigenze dell’ambientalismo e delle comunicazioni, con un ampio utilizzo in varie industrie, e appunto anche in ambito militare.

I nuovi palloni aerostatici raggiungono quote stratosferiche, sono molto efficaci ed a basso costo, sono capaci di trasportare notevoli carichi nello Spazio e svolgere funzioni diverse e complementari rispetto a quelle dei satelliti.

I palloni aerostatici moderni sono facilmente trasportabili e possono essere lanciati in brevissimo tempo da qualsiasi posizione, non hanno bisogno di grandi infrastrutture di lancio, di carburanti e propulsori (utilizzano l’elio), non inquinano e sono riutilizzabili, sono manovrabili da remoto grazie all’Intelligenza Artificiale (non hanno bisogno di piloti), in quota sono difficilmente visibili e poco intercettabili dai radar.

Utilizzo militare

Sono funzionali per presidiare particolari aree in maniera costante e duratura, a differenza dei droni che hanno autonomie limitate, vengono utilizzati per testare tecnologie prima di essere utilizzate dai satelliti, possono diventare snodi di comunicazione e di collegamento dati, mezzi ISR (Intelligence, Surveillance, & Reconnaissance) e, purtroppo, sono diventati anche vettori di sofisticati e micidiali sistemi d’arma convenzionali, nucleari e biologici.

In un rapporto pubblicato nel luglio 2020 dalla Task Force on National and Homeland Security statunitense viene analizzata la dottrina militare cinese sull’utilizzo di vettori stratosferici per effettuare degli attacchi HEMP (high-altitude electromagnetic pulse waveform amplitudes at satellite orbits) contro gli Stati Uniti come arma di distruzione di massa per prevalere in una potenziale guerra.

Un ulteriore utilizzo dei palloni ad alta quota, che starebbe studiando l’esercito cinese, è quello di trasportare e far esplodere a quote stratosferiche sopra gli Stati Uniti un piccolo dispositivo nucleare EMP (Electro Magnetic Pulse). Fatti esplodere ad altissima quota, gli EMP potrebbero mettere fuori uso le centrali nucleari e le comunicazioni degli Stati Uniti, provocando un caos diffuso per diverso tempo e per di più senza sparare un colpo a terra.

Secondo gli esperti militari, un attacco EMP sulla costa orientale potrebbe uccidere il 90 per cento della popolazione entro un anno, far fondere decine di reattori nucleari e provocare l’evacuazione di milioni di persone dalle grandi città e dalle aree circostanti gli impianti nucleari.

La dottrina spaziale cinese

Secondo un rapporto della Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti, l’utilizzo dei palloni aerostatici stratosferici, integrati con altre tecnologie come gli alianti ipersonici (HGV) dotati di testate nucleari, fanno parte del programma strategico spaziale cinese, delineato dalla “Seconda Accademia”, che stabilisce e continuamente aggiorna la dottrina dello Spazio, che ha come principio fondante quello di “contribuire dallo Spazio alla crescita economica e alla sicurezza nazionale” (notare bene la simultaneità delle due finalità nella dottrina cinese dello Spazio).

Violazione dei trattati

Piano che, se implementato nella sua fattispecie nucleare, rappresenterebbe una violazione dei sette trattati e dei sette regolamenti che governano lo spazio extraterrestre e gravitazionale elaborati in ambito Onu.

In particolare, verrebbe violato l’Outer Space Treaty che proibisce esplicitamente il trasporto e la sperimentazione nello Spazio di armi nucleari e di qualsiasi altra arma di distruzione di massa. La conquista e la nuclearizzazione dello Spazio rappresenta un nuovo formidabile deterrente strategico contro la politica nucleare globale, fino ad oggi governata da accordi di controllo reciproco tra Stati Uniti e Russia, ai quali la Cina si è sempre rifiutata di aderire.

Accordi come il Trattato Start, l’ultimo sulla riduzione delle armi nucleari ancora in vigore tra Stati Uniti e Federazione Russa, che nel suo discorso alla nazione davanti alle Camere riunite del 21 febbraio scorso, il presidente Vladimir Putin ha deciso di sospendere.

Test delle capacità di difesa Usa

TADF: Crede che gli Stati Uniti abbiano dimostrato la vulnerabilità del proprio spazio aereo ed abbiano atteso troppo prima di abbattere il pallone-spia cinese?

FDA: Secondo diversi analisti, lo sconfinamento del pallone-spia cinese che ha attraversato lo spazio aereo nazionale statunitense, soffermandosi sopra alcune basi militari strategiche, oltre che per acquisire informazioni di intelligence, potrebbe anche essere un test per attacchi con armi trasportate su palloni aerostatici, per valutare le capacità di risposta dei sistemi di difesa aerea e della Distant Early Warning Line facenti parte del North American Aerospace Defense Command (NORAD), per rilevare gli ICBM che potrebbero arrivare da traiettorie che sorvolano il Polo Nord (il percorso più breve tra Russia/Cina e Nord America), nonché per comprendere il processo decisionale della Casa Bianca a fronte di tali minacce.

Dal punto di vista dei dati raccolti dai sensori installati sul pallone aerostatico, sicuramente non ha potuto rilevare alcun dato nuovo rispetto a quelli già in possesso di Pechino, in quanto diverse fonti di Intelligence statunitensi sapevano fin dall’inizio che si trattava di un pallone-spia cinese, perché ne hanno intercettato le trasmissioni dei dati che stava raccogliendo.

Disinnescato l’effetto sorpresa ed essendo un mezzo che si sposta lentamente, il Pentagono ha avuto tutto il tempo per intraprendere tutte le azioni di contrasto, di schermatura delle infrastrutture militari e di deception.

Il ritardo nell’abbattimento

Il ritardo nell’abbattimento, giustificato all’opinione pubblica americana con la motivazione di evitare che i resti cadessero su territori abitati, creando potenziali danni a persone e cose, è stata una scelta ben precisa che ha consentito di studiare bene le caratteristiche e la sensoristica che trasportava quel pallone-spia, di ottenere dati utili a calibrare i sistemi di intercettazione e difesa statunitensi.

E soprattutto alla Casa Bianca di poter utilizzare e stigmatizzare politicamente la grave violazione delle norme internazionali da parte della Cina, riservandosi il diritto di abbattere oggetti volanti che invadono il proprio spazio aereo.

La guerra dell’informazione

TADF: La propaganda russa è ancora attiva e minacciosa? L’Italia è un Paese altamente vulnerabile?

FDA: Secondo la dottrina militare russa, la guerra dell’informazione è una forma di potere politico e uno strumento geopolitico che consente un alto livello di manipolazione e di influenza, pertanto una forma di conflitto che deve essere onnicomprensiva e perennemente attiva contro nemici ed avversari. Non è limitata ad un eventuale conflitto in atto, ma è un’attività costantemente in corso, a prescindere dallo stato delle relazioni con l’avversario.

Su tali attività di infowarfare, e nonostante la fine della “Guerra Fredda” con il crollo dell’Unione Sovietica, il Cremlino guidato dal presidente Putin ha sempre investito enormi risorse economiche per condurre operazioni di guerra informativa a livello globale, che oggi vengono definite come “ingerenza messa in campo da attori statuali”.

Il KGB prima e l’FSB ora, sono sempre stati molto focalizzati nella guerra psicologica piuttosto che nelle attività di mero spionaggio, che costituisce solo una parte minoritaria della loro missione. La manipolazione dell’opinione pubblica attraverso la sovversione ideologica può indurre le persone a rifiutare perfino fatti evidenti per soddisfare le percezioni e le convinzioni indotte attraverso la propaganda.

La forza del condizionamento sociale e dei circuiti di feedback amplificati, vengono utilizzati per radicalizzare persone intenzionate a rivoltarsi contro gli interessi nazionali e perfino i propri. In altre parole, una buona causa, come ad esempio quella della pace, può essere intenzionalmente armata contro una popolazione a sua insaputa, con effetti destabilizzanti come stiamo vedendo con la questione delle forniture di armi all’Ucraina per difendersi dall’aggressione russa.

L’effetto moltiplicatore dei media, soprattutto quelli nazionali e ritenuti più autorevoli può, a volte, creare delle vere e proprie tempeste di disinformazione con effetti potenzialmente pericolosi e destabilizzanti per coloro che la Federazione Russa percepisce come avversari a livello internazionale e nazionale.

Italia più permeabile

Per quanto riguarda l’Italia, il KGB e poi l’FSB ed il presidente Putin hanno sempre creduto che, delle quattro principali potenze dell’Europa occidentale, l’Italia avesse le maggiori probabilità di diventare lo Stato più permeabile all’influenza russa ed un fondamentale strumento del Cremlino per la propria propaganda sia interna, dato il profondo attaccamento culturale dei russi per l’Italia, che in seno all’Ue ed alla Nato, a differenza di Francia, Germania ed Inghilterra.

Sin dai tempi della Guerra Fredda, il Cremlino ha adottato nei confronti dell’Italia una strategia di disinformazione, influenza e sovversione affidata non solo ad agenti segreti o “spie”, ma a giornalisti, sondaggisti, accademici, imprenditori, editori, politici, opinion maker ed esponenti del Vaticano.

Anche nel conflitto in corso si sta utilizzando la fase di “demoralizzazione” della ingerenza, con un’attività pilotata da attori legati al governo russo che nella bolla social trova un terreno fertile, soprattutto nel diffondere la paura di un’escalation nucleare conseguente al sostegno dell’Ucraina.

Il ruolo dei media

Anche i media italiani ne risultano pesantemente coinvolti, dando spazio ai consiglieri del Cremlino, ai giornalisti della tv di Stato russa, a “esperti” e politici che argomentano contro gli Stati Uniti e la Nato, contro il presidente Zelensky, giustificando l’invasione, o ripetono le versioni del Cremlino in programmi in onda sia durante il giorno che in prima serata.

Strumentalizzando la nostra libertà di pensiero e “dando voce a tutte le campane” si ospitano giornalisti russi appartenenti a mezzi di comunicazione interdetti dalle sanzioni imposte Usa e Ue – come Sputnik e Russia Today – permettendo loro di eluderle e di ribaltare la realtà, diffondendo la propaganda russa sulla guerra all’Ucraina.

I nostri media non solo non si adeguano ai regolamenti ed alle decisioni del Consiglio europeo (che in quanto atti giuridici di portata generale sono vincolanti per qualsiasi persona o entità soggetta alla giurisdizione dell’Ue), ma addirittura invitano e vanno ad intervistare in Russia i responsabili della sistematica campagna di disinformazione portata avanti dalla Federazione russa e dai loro afferenti nel nostro Paese, di fatto rafforzando la loro strategia di destabilizzazione sia dell’Italia, che dell’Ue e dei suoi Stati membri.

Zelensky a Sanremo

Un’altra grande dimostrazione di pervasività della ingerenza russa sui nostri mezzi di informazione l’ha recentemente subita la nostra tv di Stato, che a differenza di tutti gli altri Paesi democratici dell’Occidente, ha impedito al presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky di poter intervenire in un contesto pubblico come il Festival di Sanremo. Un evento che ha minato la credibilità della nostra rete ammiraglia all’estero.

Anche le nostre Agenzie di informazione e sicurezza ed il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica da diversi mesi stanno monitorando la situazione, ed a seguito delle molteplici audizioni effettuate, il Copasir ha diramato un comunicato che parla di “ingerenza e attività di disinformazione messe in campo da attori statuali, alla luce di un fenomeno reso ancor più preoccupante dopo l’invasione della Russia in Ucraina”.

Ma fino ad oggi, né il governo, né il settore privato, la società civile e soprattutto i media nazionali hanno sviluppato una propria policy per applicare le decisioni europee e Nato di difesa dalle ingerenze di attori statali stranieri, per isolare e sanzionare quanti, volontariamente o inconsapevolmente, contribuiscono alla disinformazione che minaccia la tenuta delle nostre istituzioni democratiche.

L’Istituto Machiavelli

TADF: Quali sono gli obiettivi ed i progetti principali dell’Istituto Machiavelli?

FDA: L’Istituto Italiano di Studi Strategici “Niccolò Machiavelli” è un’associazione culturale senza scopo di lucro costituita a Roma nel 2010. L’Istituto, think tank indipendente, nasce dall’iniziativa di un gruppo internazionale di personalità del mondo economico, accademico ed istituzionale, civile e militare, con l’obiettivo di contribuire alla rinascita del pensiero strategico italiano.

L’Istituto “Niccolò Machiavelli” è stato progettato come un centro di analisi e riflessione sul modello dei più importanti think tank anglosassoni, contribuendo in tal mondo alla rinascita del pensiero strategico nazionale ed all’elaborazione di un’efficace e coerente grand strategy italiana. Anche con la scelta del nome e la progettazione del nostro logo (ideato dall’intervistato, ndr) abbiamo voluto creare un brand di assoluta identificazione con tutto ciò che l’Italia rappresenta nel mondo e la visione geopolitica atlantista dell’iniziativa culturale perseguita dai soci fondatori.

Nel 2021, a seguito della crisi post-pandemica l’Istituto ha creato una start-up innovativa, la GEOS Enterprise (acronimo di Global Education and Occident Statecraft Enterprise) focalizzata sui temi della formazione, l’alta tecnologia, la ricerca e l’innovazione, che realizza le proprie strategie in sinergia con altre imprese, università, centri di ricerca, think-tank, organizzazioni nazionali ed estere, in tutti gli ambiti aventi ad oggetto la diffusione della conoscenza, l’alta formazione, lo sviluppo delle tecnologie nei campi degli affari strategici, della sicurezza internazionale, dell’economia, dell’ambiente e di ogni altra disciplina di tipo socioeconomico di interesse strategico.

La creazione dello spin-off GEOS Enterprise rappresenta la fase iniziale di un progetto strategico più ampio, attraverso il quale l’Istituto Machiavelli intende reperire le risorse necessarie per trasformarsi in una fondazione e promuovere forme di cooperazione che possono rappresentare un volano di sviluppo socio-economico in grado di generare nuova occupazione nelle filiere industriali innovative, contribuendo alla crescita del made in Italy anche nel campo dei sistemi eco-innovativi compliant con i dettami del Green Deal europeo.

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