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Musk è riuscito a sdoganare AfD? Ecco com’è andata l’intervista ad Alice Weidel

Energia e Israele, Musk ribadisce i limiti che AfD dovrà rispettare se vuole andare al governo con l’ok Usa. Se li rispetterà, dovrà scoprirlo Merz dopo le elezioni

Weidel Musk (X)

Giovedì nove gennaio sera, tutti abbiamo potuto seguire una lunga conversazione, fra Elon Musk e Alice Weidel. Lui l’uomo più ricco del mondo e forse in questo momento quello più vicino a Donald Trump, lei la candidata-cancelliere del partito della destra-destra tedesca Alternativa per la Germania o AfD. Abbastanza per interessarsene.

Sdoganare AfD

Scopo di Musk era invitare gli elettori tedeschi a votare AfD. Alla bisogna egli si era già applicato con parole simili a quelle ripetute in sede del colloquio che qui ci interessa: “per davvero, io sto vivamente raccomandando che le persone votino per AfD, questa è la mia forte raccomandazione”.

Ma scopo di Musk era pure sdoganare AfD. Bisogna alla quale egli ha dedicato l’intera parte politica della conversazione. Che è quella sulla quale ci concentreremo. Ignorando l’altra parte, nella quale egli discetta di rendere l’umanità multi-planetaria o multi-stellare; ovvero dell’esistenza di un Dio che – secondo lui – non potrebbe essere “una entità che osserva le nostre azioni quotidiane e dà un verdetto morale su ciò che facciamo”. A noi interessa la parte politica.

Parimenti, ignoriamo la parte di ricostruzione storica, nella quale la Weidel sostiene Adolf Hitler fosse un comunista, in quanto “nazionalizzò industrie a più non posso”: affermazioni risibili, basti menzionare i buoni MeFo. Senza dimenticare quando Musk afferma che “il Trattato di Versailles fu estremamente ingiusto nei confronti della Germania” e che, “senza il trattato di Versailles, Hitler non avrebbe avuto successo”: qui siamo alla pura superficialità. A noi interessano le cose serie.

Il problema politico tedesco

Per comprendere la soluzione politica che Musk offre, occorre prima richiamare il problema politico che precede. Ad esso avevamo dedicato un articolo, 18 mesi fa, spiegando che AfD è, al contempo, un partito NoMigranti, NoGreta, NoEuro e putiniano. Aggiungevamo che le elezioni generali sarebbero state vinte dalla CDU-CSU del solido Merz.

E concludevamo che – dopo le elezioni – quest’ultimo potrebbe vedersi costretto a cercare una intesa con la AfD, su una base NoMigranti–NoGreta–NoEuro. Ma unicamente a condizione che AfD sappia rinunciare al proprio putinismo, in difetto condannandosi alla irrilevanza.

Articolo, il nostro, sul quale non siamo più tornati perché nessuna novità è nel frattempo intervenuta. Finché, non ha parlato Musk: il quale ha avuto dalla Weidel una risposta a precisamente la domanda che avevamo posto.

Cessazione delle ostilità in Ucraina

Di due cose tale risposta è formata. Anzitutto, della cessazione delle ostilità in Ucraina: “guarda la guerra in Ucraina, ora c’è un grande pericolo per la nostra sicurezza nazionale e per l’intera sicurezza europea, questa è anche la mia speranza in Donald Trump e in voi, nella vostra amministrazione: che mettiate fine a quella terribile guerra, a questa morte inutile di giovani ogni giorno, il più velocemente possibile”.

E qui Musk non vede problema: “sì, penso che il presidente Trump risolverà quel conflitto, penso molto rapidamente … e poi tutti questi poveri uomini che muoiono per niente, perciò spero che questo terribile conflitto possa essere risolto rapidamente e penso che sarà sotto il presidente Trump”.

Non elaborano ulteriormente e, nel colloquio, sarebbe inutile cercare alcuna altra indicazione. Il che può essere normale, trattandosi di una forma di propaganda elettorale rivolta alla massa degli elettori, non di una riflessione strategica.

L’energia nucleare

Ma la risposta è fatta anche di una nuova politica energetica. Musk dice di sostenere il nucleare: l’aumento sostanziale della produzione di energia nucleare. La Weidel risponde di essere per la diversificazione delle fonti energetiche e di non voler escludere alcuna tecnologia (“technology open”), inclusa la tecnologia nucleare. Poi, ella rincara un filo la dose, denunciando la chiusura – fatta dall’uscente cancelliere Scholz – dell’ultima centrale tedesca ancora aperta come la follia che essa effettivamente è stata.

Certo, la tedesca è meno assolutamente determinata dell’americano ma pur sempre abbastanza, considerato che è nel bel mezzo di una campagna elettorale.

Il gasdotto Nord Stream

Poi, Weidel accenna al gasdotto Nord Stream: alla sua “distruzione” (espressione anodìna, come si fosse trattato di un evento naturale), la quale “ha gettato luce sulla nostra severa dipendenza dal gas russo”. Niente di più, ma è pur vero che vi si potrebbe anche leggere una rinuncia a tornare a quella severa dipendenza. Magari non ad una dipendenza moderata … il che suggerirebbe una sorta di compromesso con la parte più putiniana del partito, che i quattro tubi del gasdotto vorrebbe riaprirli proprio tutti.

Poco? Molto? Non sapremmo giudicare. Comunque, abbastanza perché Musk descriva AfD come un partito che propone “una sensata politica energetica e una sensata politica dell’immigrazione”. Ma della seconda non chiede alla Weidel, quindi è della prima che veramente gli interessa: gli interessa il gas, che AfD non pensi di tornare a dipendere dal gas russo, che costruisca invece centrali nucleari. E giudica la risposta soddisfacente, tanto da farsene testimone. Prendendosi un bel rischio.

Israele

C’è poi una sorta di allegato, quando Musk chiede se AfD sostiene l’esistenza dello Stato di Israele. E quella risponde “ovvio che sì”, ma esplicitamente astenendosi dall’aggiungere alcuna considerazione di politica internazionale a sostegno, anzi denunciando Netanyahu per aver commesso “molti errori, in passato”.

Peggio, Weidel aggiunge di avere “amici ebrei, che vivono in Germania e in Svizzera e in Francia e in Austria” … espressione che chi ha conosciuto i tedeschi di qualche decennio fa, sa riconoscere come la più tipica excusatio non petita. Poi soggiunge che “un ebreo non potrebbe più camminare per strada e abbiamo un enorme potenziale di crimine antisemita contro il popolo ebraico e, per essere molto sinceri, qui l’AfD è l’unico protettore” … laddove molto ci lascia pensare che un amico o un tedesco di religione ebraica sia detto semplicemente un ebreo, che chi ne difende i diritti costituzionali si auto-qualifichi come protettore. Non un bel sentire.

Se ne accorge pure Musk il quale, infatti, se ne esce con una espressione felicemente durissima: “non c’è altra scelta che eliminare coloro che desiderano eliminare lo Stato di Israele”. Ed è a questo punto che la Weidel cambia discorso, interrogando Musk circa i viaggi su Marte e l’esistenza di Dio. Il che è tutto dire.

Conclusioni

Insomma, il colloquio non è bastato alla Weidel per mettersi alle spalle le proprie posizioni putiniane (e, forse, nemanco quelle su Israele). E non è bastato a Musk per sdoganare AfD. Ma è servito a quest’ultimo per ribadire quei limiti che AfD deve sapere di dover rispettare, se vuole andare al governo senza provocare una crisi maggiore con gli Usa.

AfD li rispetterà? Solo si può dire che la Weidel dà mostra di volerli rispettare. Il resto, dovrà scoprirlo Merz. Dopo le elezioni.