Esteri

No, l’ospedale a Gaza non l’ha colpito Israele, ma un razzo dei terroristi

Un video di Al Jazeera scagiona Israele dopo che media e sinistra occidentali l’avevano già condannato. Andata male anche stavolta a chi non aspetta altro che accusarlo

Razzo Al Jazeera

Il risultato della bugia di Hamas, alla cui diffusione hanno contribuito in modo decisivo i media occidentali, è che il vertice di Amman, a cui avrebbero dovuto partecipare oggi il presidente Usa Joe Biden, il re giordano Abdallah, il presidente egiziano Al-Sisi e il capo dell’Anp Abbas, è stato cancellato e le piazze arabe (Ramallah, Amman, Beirut, Instanbul) si sono infiammate, con proteste e attacchi alle ambasciate israeliane e Usa, di cui mentre scriviamo non conosciamo gli sviluppi.

Nella serata di ieri, il ministero della sanità della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, riferiva che uno strike israeliano aveva colpito l’ospedale battista Al Ahli Arab di Gaza City, provocando 500 vittime. Dopo un paio d’ore l’IDF negava ogni responsabilità israeliana, spiegando che la causa dell’esplosione era in realtà un lancio fallito di un razzo della Jihad Islamica e che dalle informazioni dei loro sistemi risultava che una raffica di missili sparata dai terroristi a Gaza era passata nelle immediate vicinanze dell’ospedale nel momento in cui si era verificata l’esplosione.

Una versione che veniva confermata inequivocabilmente da una ripresa in diretta di Al Jazeera, in cui si vede un razzo appena lanciato esplodere in cielo e una parte di esso cadere sull’ospedale.

Nonostante la fake news di Hamas stia continuando a infiammare la protesta nelle piazze arabe, minacciando anche le ambasciate Usa, Casa Bianca e Dipartimento di Stato non hanno trovato né la decenza né il coraggio di smentirla e denunciare i veri responsabili dell’esplosione, limitandosi ad una dichiarazione pilatesca.

L’ennesimo crimine di guerra

È andata male anche questa volta a chi non aspettava altro che una strage di innocenti da parte israeliana per poter accusare anche Israele di crimini di guerra. Non stupisce, purtroppo, che anche questo crimine di guerra sia da mettere sul conto della coppia del terrore HamasJihad Islamica. Il loro modus operandi è da sempre quello di trasformare i centri abitati in rampe di lancio missilistiche, ospedali, scuole e moschee in depositi di armi e i civili in scudi umani.

E quale migliore occasione di una strage di innocenti in un ospedale per sabotare la visita di Biden, incendiare le piazze arabe, far venire meno il supporto internazionale a Israele e provare a trascinare Hezbollah in guerra?

Lo scandalo dei media

Il vero scandalo di questa vicenda sono i media e i politici occidentali: impressionante l’automatismo con cui hanno rilanciato le bugie di Hamas, contribuendo alla sua propaganda. Niente di nuovo purtroppo. In oltre vent’anni di questo lavoro, ho visto ripetersi il copione di ieri sera tutte le volte in cui c’era di mezzo Israele.

I grandi media internazionali, agenzie di stampa e network tv, detestano a tal punto Israele da rilanciare automaticamente e con la massima enfasi qualsiasi velina che possa metterlo in cattiva luce, anche se la fonte sono i tagliagole islamici. Al contrario, guarniscono di caveat e condizionali, e sottopongono a rigoroso fact-checking, le notizie che arrivano da fonti israeliane, fino alla morbosità che abbiamo visto nei giorni successivi l’attacco del 7 ottobre.

In questo caso, oltre alla totale inaffidabilità dei terroristi, un altro semplice elemento avrebbe dovuto indurre alla cautela. Come potevano le autorità di Gaza contare 500 morti già pochissimi minuti dopo l’esplosione?

Le prime condanne alla Camera

Rapidissimi anche i politici di sinistra ad attribuire la strage a Israele, persino intervenendo nelle sedi istituzionali. Pochi minuti sono bastati a Nicola Fratoianni di Verdi e Sinistra, a Giuseppe Provenzano del Partito democratico e a Carmela Auriemma del Movimento 5 Stelle per condannare senza mezzi termini Israele, senza nemmeno adombrare qualche dubbio.

Divaricati invece i vertici europei: “Un attacco contro un’infrastruttura civile non è in linea con il diritto internazionale”, ammoniva il presidente del Consiglio Charles Michel, mentre più cauta la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “Ho bisogno di conferme per commentare”.