Non solo Mosca e Pechino, non dimenticare la minaccia iraniana

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L’Italia è probabilmente tra i Paesi in cui mass media, politica e opinione pubblica sono meno interessati alle questioni geopolitiche mediorientali. Giudizi approssimativi, o ancor peggio pregiudizi (molto spesso in chiave anti-israeliana), spopolano sulle nostre televisioni e sui maggiori quotidiani, fornendo pericolosi assist alla propaganda di crudeli regimi come quello iraniano, dove la libertà religiosa, la libertà di espressione ed ogni basilare diritto umano, in particolare i diritti delle donne e degli omosessuali, viene calpestato e annullato dalla rigida interpretazione del Corano.

Teheran è da anni impegnata in una subdola opera di disinformazione e distorsione della realtà, volta ad indicare Israele e l’Occidente quali responsabili della violenza in Medio Oriente e presunte minacce per il mondo musulmano sciita.

Basti ricordare la narrazione mediatica a cui abbiamo assistito, anche in Italia, in occasione dell’attacco Usa che condusse all’uccisione del generale dei Pasdaran Qasem Soleimani nel gennaio 2020: un avvenimento storico di grande importanza, considerando il ruolo strategico del personaggio per il regime iraniano e le numerose uccisioni e attività all’estero ordinate dal generale negli anni precedenti, che tuttavia venne accolto incomprensibilmente quasi come un gesto criminale. Un giudizio frutto sia dei sentimenti anti-israeliani e anti-americani radicati nel nostro Paese, sia della scarsa conoscenza delle minacce derivanti da regimi come quello iraniano. Pregiudizi e ignoranza che si trasformano in consenso politico ed elettorale per quelle forze politiche antioccidentali, dalla sinistra grillina alla destra sociale, che poi consegnano alle nostre istituzioni personaggi come come Alessandro Di Battista o Vito Petrocelli.

Pertanto, è necessario osservare la realtà e tornare a valutare i fatti, smascherando propaganda e violenza di matrice iraniana e sostenendo la democrazia israeliana, sotto attacco da mesi per mano soprattutto dei terroristi palestinesi di Hamas, proxies per eccellenza del regime iraniano. Una bomba ad orologeria è la ferma volontà di Teheran di dotarsi di testate nucleari. Se riuscisse nel suo intento, sarebbe alto il rischio di un conflitto ampio, che coinvolgerebbe l’intero Medio Oriente e l’Occidente. Il miglior modo per provare a scongiurare questo scenario è certamente quello di sostenere Israele e il suo diritto alla sicurezza, e impedire a Teheran di proseguire nel suo percorso verso l’arma atomica.

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