Esteri

Ops! Smentito chi scommetteva sull’Italia isolata. Commissione sempre più Ursula

Vicepresidenza e portafoglio di peso. Von der Leyen ha voluto accontentare sia Macron che Meloni, non umiliare i Socialisti e liberarsi di figure ingombranti

Ursula Von der Leyen commissari (YouTube Commissione europea)

La prima cosa che balza agli occhi studiando la composizione della nuova Commissione europea annunciata ieri mattina dalla presidente Ursula Von der Leyen è che i molti che in questi due mesi hanno scommesso sull’isolamento dell’Italia sono stati smentiti e oggi dovrebbero abbassare la cresta, ammettendo che la premier italiana ha centrato un buon risultato nonostante una mano sfavorevole.

Una quantità considerevole di editoriali e post di illustri commentatori che pontificavano sul “passo falso”, sul “disastro” di Giorgia Meloni per il voto di Fratelli d’Italia contro Ursula al Parlamento europeo, sono invecchiati non benissimo – anzi proprio male. Stamattina su Libero trovate una esaustiva rassegna. La posizione dell’Italia era a tal punto compromessa, ci spiegava qualcuno, che sarebbe stato meglio prendere confidenza con l’idea del ministro Lollobrigida commissario alla pesca.

E invece, come anticipato da ormai diversi giorni, l’Italia ottiene una vicepresidenza esecutiva e il governo Meloni manda a Bruxelles uno dei suoi ministri di punta, Raffaele Fitto, con le deleghe alla coesione e alle riforme, ovvero la spesa miliardaria annuale per le regioni europee.

Il metodo Ursula

Von der Leyen ha voluto accontentare sia Emmanuel Macron, con vicepresidenza esecutiva e super-portafoglio economico (“per la prosperità e la strategia industriale”) al suo pupillo Stéphane Séjourné, che Giorgia Meloni, non umiliare i Socialisti e liberarsi di figure divenute ormai ingombranti, facendo il vuoto intorno a sé e dietro di sé. Sembra proprio che ci sia riuscita. Nessuna conventio ad excludendum nei confronti dei Conservatori, che ottengono una vicepresidenza con il già citato Fitto.

Tra i nuovi commissari per lo più politici nazionali sconosciuti o semi-sconosciuti, nessuno in grado di farle ombra. Denominazioni sempre più fantasiose, che sembrano studiate apposta per ingenerare confusione e lasciare l’ultima parola alla Baronessa.

Molte sovrapposizioni e ridondanze, deleghe che si accavallano, portafogli ibridi, in cui convivono temi diversi, ma anche spacchettamenti. Per esempio, di clima, energia e ambiente si occuperanno tre diversi commissari e una vicepresidente. La spagnola Teresa Ribera (socialista) avrà la delega “per una transizione pulita, giusta e competitiva”, ma il commissario “per il clima, zero emissioni e crescita pulita” (il portafoglio che fu di Timmermans) sarà l’olandese Wopke Hoekstra (cristiano-democratico). L’immagine perfetta del cerchiobottismo e della complicazione burocratica che è l’Ue.

I portafogli di peso

Come ha notato anche il Financial Times, i portafogli di maggior peso, legati alla crescita economica (industria, fondi europei e competitività) sono andati come previsto ai tre Paesi maggiori – Francia, Italia e Spagna (escludendo la Germania rappresentata dalla presidente stessa). Paesi che il FT definisce “interventisti”, non a caso infatti quelli che “hanno chiesto più spesa comune, regole più flessibili sul deficit di bilancio e un ruolo maggiore per la politica industriale”.

Dunque, “i commissari nominati da Parigi, Madrid e Roma (Séjourné, Ribera e Fitto, ndr) supervisioneranno le aree critiche della regolamentazione antitrust, della politica sugli aiuti di Stato, della spesa Ue e della strategia industriale per il mercato unico”.

Un super-governo

No, decisamente l’Italia non ne esce ridimensionata come qualcuno temeva o, forse, sperava. Se nella narrazione mediatica, anche a causa di strappi come quelli di Macron e Scholz, la Commissione viene presentata ormai come super-governo europeo politico, le regole dei Trattati prevedono altro e sono dure a morire.

Non solo non c’è da sorprendersi, ma è fisiologico vedere un conservatore come Fitto tra i vicepresidenti esecutivi nonostante il suo gruppo politico al Parlamento europeo abbia votato contro l’Ursula-bis. Semmai, sarebbe una forzatura una Commissione a immagine e somiglianza di una maggioranza politica.