Ostaggi nell’ospedale al-Shifa: nessuno sapeva? Scandalo Onu e Croce Rossa

La prova nei filmati delle telecamere interne. Quando Onu, WHO, UNRWA e Croce Rossa saranno chiamate a rispondere di ciò che non hanno saputo o voluto vedere?

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Non solo ieri l’IDF ha individuato un “sofisticato tunnel” di Hamas, lungo 55 metri, 10 metri al di sotto del complesso ospedaliero al-Shifa, dotato di diversi meccanismi di difesa e ovviamente pieno di armi.

Ostaggi nell’ospedale

Dopo aver esaminato le telecamere interne, l’esercito israeliano ha mostrato al mondo le immagini che documentano anche la complicità attiva dello stesso ospedale con Hamas. Nei filmati, registrati la mattina del 7 ottobre, il giorno dell’attacco a Israele, tra le 10:42 e le 11:01, si vedono alcuni ostaggi, un civile nepalese e uno thailandese, introdotti nella struttura da uomini armati nella totale naturalezza degli operatori presenti. Uno degli ostaggi è ferito e viene trasportato su un letto d’ospedale, mentre l’altro cammina da solo, sebbene trascinato con forza dai terroristi.

Dice: ma lo hanno fatto per farli curare. Bene, i medici fanno i medici e curano chiunque, portato da chiunque. Ma perché la direzione sanitaria dell’ospedale non li ha presi in consegna e li ha invece lasciati nelle mani di Hamas? Perché non ha nemmeno informato la Croce Rossa e le autorità israeliane della loro presenza? La conferma, se mai ci fossero dubbi, che l’ospedale è gestito da Hamas, è nella sua totale disponibilità.

Il portavoce dell’IDF ha anche rivelato di avere prove che il caporale diciannovenne Noa Marciano era detenuta in una casa nelle immediate vicinanze dell’ospedale al-Shifa. Ferita dopo un bombardamento israeliano, ma non in pericolo di vita, sarebbe stata trasferita nell’ospedale e assassinata al suo interno.

Domande scomode

Dunque, l’ospedale al-Shifa è sede di un lungo elenco di crimini di guerra commessi da Hamas. Ora però è arrivato il momento delle domande scomode che i governi occidentali, quello italiano incluso, dovrebbero cominciare a porsi e a porre. Domande che coinvolgono il ruolo delle organizzazioni internazionali che operavano e operano a Gaza, prime fra tutte ovviamente le Nazioni Unite, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e l’UNRWA, la Croce Rossa. Sapevano che alcuni ostaggi si trovavano nell’ospedale al-Shifa? Lo hanno denunciato a qualcuno? Sapevano dei tunnel?

E sapevano cosa stava facendo Hamas con gli ospedali, le scuole e le altre strutture civili? Il sospetto è che lo sapessero tutti, da anni, ma che tutti tacessero. Il personale, i civili palestinesi, le ong, la Croce Rossa, l’Onu, i media. Tutti.

Non si contano le dichiarazioni di condanna contro Israele del segretario generale Guterres, dei direttori Tedros e Lazzarini, per aver preso di mira gli ospedali di Gaza. Dove sono le loro condanne nei confronti di Hamas per aver utilizzato gli ospedali, il personale e i pazienti come scudi umani, e per aver rapito ostaggi civili? Dove sono le loro condanne nei confronti del personale ospedaliero che ha visto tutto, taciuto e collaborato?

Hanno accusato Israele di prendere di mira gli ospedali come parte di un piano di pulizia etnica, per sfollare i palestinesi da Gaza. Ora invece le prove dei tunnel di Hamas sotto gli ospedali, e persino della presenza di ostaggi al loro interno, giustifica le operazioni israeliane contro obiettivi militari legittimi – operazioni condotte tra l’altro con grandissima cautela e lentezza, tant’è che gli ospedali sono ancora in piedi e funzionanti.

Quand’è che le Nazioni Unite, la WHO e l’UNRWA, la Croce Rossa, saranno chiamate a rispondere di ciò che non hanno saputo o voluto vedere, della loro sospetta complicità con Hamas? Paghiamo bei soldoni a queste organizzazioni certamente non per sostenere e offrire copertura ai crimini del terrorismo islamista.

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