Esteri

Per Biden peggio di una condanna: il procuratore certifica il declino mentale

“Troppo vecchio” per essere processato, “facoltà limitate” e “memoria difettosa”: non ricorda quando è stato vice presidente né quando è morto suo figlio

Biden (C-Span)

Sembra una vittoria per il presidente Joe Biden la decisione del procuratore speciale Robert Hur di non incriminarlo per i documenti classificati trovati nella sua casa nel Delaware (stessa accusa per cui invece è sotto accusa Trump), invece è un durissimo colpo alla sua immagine. Il procuratore conclude che Biden ha “volontariamente conservato” documenti riservati, anche top secret, che sapeva di averli, sapeva che erano classificati e che non avrebbe potuto conservarli, ma “le prove non sono sufficienti a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio” che lo abbia fatto “volontariamente”.

Incredibile, però – e chissà se ne troveremo traccia sui giornali di oggi – è che tra i motivi per cui non lo ritiene perseguibile il procuratore aggiunga che Biden mostra un sostanziale declino delle sue facoltà mentali. Hur scrive testualmente “facoltà ridotte” e “memoria difettosa”. Per la prima volta troviamo scritto nero su bianco su un documento legale che il presidente degli Stati Uniti non è nel pieno delle sue facoltà mentali, sebbene le accuse di demenza lanciate da Donald Trump e dai Repubblicani siano state più volte rispedite al mittente.

Un colpo così duro da costringere il presidente Biden a convocare in serata la stampa per rassicurare che la sua memoria va benissimo e che sa quello che sta facendo (“Come diamine ha osato Hur!”). Peccato che pochi secondi dopo abbia invitato il presidente messicano al Sisi ad aprire le frontiere con la Striscia di Gaza. Il presidente messicano, Gaza (sic!).

La notizia nella notizia qui è che la stessa amministrazione ai più alti livelli e i media “amici” non si sforzano più di nascondere il declino mentale di Biden. Il terreno per il ritiro dalla corsa è pronto, resta da vedere se consensuale o meno.

Le prove

Così scrive il procuratore Hur nel suo rapporto:

Ci sono prove che, dopo la sua vicepresidenza, Biden ha intenzionalmente conservato documenti classificati sull’Afghanistan e note scritte a mano non classificate nei suoi taccuini, entrambi conservati in luoghi non protetti della sua casa. Non aveva l’autorità legale per farlo, e la conservazione di questi materiali e la divulgazione di informazioni riservate dai suoi taccuini al suo ghostwriter rischiavano gravi danni alla sicurezza nazionale americana. Ma le prove non sono sufficienti a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che il signor Biden abbia conservato e divulgato intenzionalmente questi materiali riservati.

Facoltà mentali ridotte

Ma ora la parte più sconvolgente:

La memoria del signor Biden era significativamente limitata, sia durante le sue interviste registrate con il suo ghostwriter nel 2017, sia nella sua intervista con il nostro ufficio nel 2023. (…) Nella sua intervista con il nostro ufficio, la memoria del signor Biden era peggiore. Non ricordava quando è stato vicepresidente, dimenticandosi quando terminò il suo mandato (“se fosse il 2013, quando ho smesso di essere vicepresidente?”), e quando iniziò il suo mandato (“nel 2009, sono ancora vicepresidente?”). Non ricordava, nemmeno a distanza di anni, quando è morto suo figlio Beau. E la sua memoria appariva confusa nel descrivere il dibattito sull’Afghanistan, un tempo così importante a lui. (…) Per questi giurati, gli evidenti errori e vuoti del signor Biden nel febbraio e nell’aprile del 2017 appariranno probabilmente coerenti con le facoltà ridotte e la memoria difettosa mostrate nelle registrazioni delle interviste di Zwonitzer e nella nostra intervista con lui.

Dunque, il procuratore Hur ha deciso di non incriminare Biden per una serie di ragioni: ci sono prove, ma non oltre ogni ragionevole dubbio, quindi una giuria potrebbe credere che non abbia conservato volontariamente i documenti o che si sia dimenticato di averli. Ma anche perché “troppo vecchio”, al momento del processo o della condanna sarebbe ben oltre gli 80 anni. E infine, “probabilmente apparirebbe alla giuria, come ha fatto durante la sua intervista con il nostro ufficio, come un uomo anziano simpatico, ben intenzionato e con scarsa memoria“.

Oltre ad essere un terribile colpo all’immagine del presidente nella corsa alla rielezione, potrebbe rappresentare motivo di rimozione dall’incarico ai sensi del XXV emendamento, sezione 4. Come può, infatti, al tempo stesso non essere in condizioni di affrontare una incriminazione ma guidare la prima superpotenza mondiale?

Credibile che Biden sia troppo limitato mentalmente per essere processato e ritenuto responsabile dei suoi crimini, ma non troppo per essere alla guida degli Stati Uniti?