La notizia della partecipazione del presidente del regime iraniano Ebrahim Raisi al Forum globale sui rifugiati a Ginevra, ha dato seguito ad una protesta da parte delle Resistenza Iraniana e dei suoi simpatizzanti, che hanno manifestato in Svizzera per chiederne l’arresto.
Raisi sarebbe responsabile di numerose uccisioni in Iran, ed in particolare del massacro di migliaia di oppositori nel 1988. Ammontano a 70 le condanne da parte dell’Onu dal 1981, ma nonostante questo, non ha ceduto nel suo impegno nel terrorismo internazionale e nella guerra regionale che gli hanno consentito di aumentare il suo potere. Per questo i suoi oppositori, insieme a tre ex prigionieri iraniani, durante la manifestazione in Svizzera hanno chiesto di procedere al suo arresto qualora si fosse presentato.
Il boia del 1988
Raisi è stato una figura chiave del massacro degli oltre 30.000 prigionieri politici nel 1988 a seguito di un decreto religioso emesso da Khomeini per colpire i membri dell’OMP/MEK (la dissidenza interna all’Iran) che si rifiutavano di denunciare i loro collaboratori di lotta contro il regime. Da allora Raisi è stato appunto definito il “Boia del 1988”. Questa importante data rappresenta una ferita mai rimarginata del popolo iraniano che da allora ha portato avanti numerose rivolte pagandone sempre grandi tributi di sangue.
Per questo i dissidenti hanno chiesto l’arresto del presidente iraniano, in quanto “responsabile di crimini contro l’umanità che lui stesso non ha mai negato”, hanno dichiarato; il presidente iraniano era membro della “Commissione della Morte”, che ha il compito di decidere chi deve essere torturato e giustiziato.
La rinuncia al Forum
Tuttavia il Ministero pubblico della Confederazione elvetica (MPC) ha dichiarato di non poter avviare un’indagine, per la quale il Codice penale svizzero autorizza simili provvedimenti in riferimento ai crimini internazionali solo qualora il soggetto possa essere identificato sul territorio elvetico. Pertanto Raisi non si presenterà in Svizzera, senza contare che i capi di Stato e di governo possono contare sull’immunità durante il loro mandato; a questo proposito gli oppositori hanno ricordato che questo non vale quando si tratta di crimini contro l’umanità.
Reza Shemirani, il principale denunciante, ha dichiarato di essere soddisfatto di aver ottenuto che Raisi non si presenti al Forum svizzero, perché la sua presenza sarebbe stata come legittimare le esecuzioni e le torture in Iran, dove persistono le ribellioni da parte del popolo e gli arresti con relative esecuzioni. “L’invito al Forum globale sui rifugiati a Ginevra è un fatto vergognoso” ha infine dichiarato Shemirani: è positivo che Raisi non si presenti.