Esteri

Prigozhin demolisce la propaganda che i nostri putiniani ancora si bevono

Ha fatto più lui in un solo video che 8 anni di sforzi dei debunker occidentali. Nessun genocidio in Donbass e Zelensky pronto a trattare

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In Russia la situazione è in rapidissima evoluzione e nessuna notizia può essere verificata da fonti indipendenti. Quindi è bene astenersi dal fare previsioni. L’ammutinamento della compagnia privata Wagner pare già essersi concluso, dopo una marcia rapidissima da Rostov alle porte di Mosca. Giunti a 200 chilometri dalla capitale i contractors si sono fermati e stanno rientrando nelle loro basi, a seguito (così affermano fonti russe) di una mediazione di Lukashenko, il dittatore bielorusso.

Cosa ha detto Prigozhin

Quel che possiamo comunque affermare è che il proprietario della Wagner, nonché leader della rivolta armata, Evgenij Prigozhin, in un unico discorso, venerdì, ha demolito otto anni di disinformazione sull’Ucraina e ha delegittimato completamente la causa dell’invasione russa. Ha fatto più lui in un unico video che otto anni di sforzi dei debunker occidentali.

Dopo aver accusato l’esercito regolare russo e i suoi vertici di mentire sulle reali condizioni del fronte, molto peggiori di quanto dicano, Prigozhin, sul suo canale Telegram, ha dichiarato che tutti i pretesti per l’invasione russa dell’Ucraina sono falsi.

“Non è successo nulla di straordinario alla vigilia del 24 febbraio” e “il Ministero della Difesa mente, dicendo che l’Ucraina ha organizzato il genocidio della popolazione filorussa”, quindi “il Ministero della Difesa sta cercando di ingannare l’opinione pubblica e il presidente, raccontando la storia che ci sono stati livelli folli di aggressione da parte ucraina e che (gli ucraini, ndr) ci avrebbero attaccato insieme all’intero blocco della Nato”. Al contrario, “Kiev non ha bombardato Donetsk per 8 anni, ha colpito solo le posizioni russe”.

Nessun genocidio in Donbass

Ed è quello che stiamo cercando di dire da un anno e mezzo, rispondendo alla disinformazione sul “genocidio del Donbass”. Chiunque, dotato di senno e di buon senso avrebbe potuto intuire che era una menzogna. Basta andare a vedere i dati delle Nazioni Unite, dati accettati come validi dalla Russia stessa fino al febbraio 2022, per constatare due semplici verità: non c’è stato alcun genocidio, la guerra era di fatto terminata nel 2015.

Non c’è stato genocidio: sui circa 14 mila morti della guerra in Donbass le vittime civili sono state 3.092, fra il 2014 e il 2021. E non tutte le vittime civili sono state provocate dall’azione dell’esercito regolare ucraino. A queste si devono aggiungere i 298 morti civili del volo Mh-17 della Malaysia Airlines, abbattuto dalle milizie filo-russe il 17 luglio 2014.

La guerra era praticamente finita da sette anni: dopo il 2015, l’anno degli accordi di Minsk, le vittime civili nel Donbass sono calate drasticamente a 112 nel 2016, 117 nel 2017, 55 nel 2018, 27 nel 2019 (anno in cui è stato eletto Zelensky), 26 nel 2020, 25 nel 2021. Non c’era alcuna recrudescenza, alcun “folle attacco” ucraino ai civili del Donbass.

Smontato il pretesto del Donbass, “l’invasione dell’Ucraina è stata avviata per un motivo completamente diverso”, cioè l’ambizione personale del ministro della difesa russo, di “un gruppo di bastardi” al potere che voleva promuoversi. “La guerra era necessaria perché Shoigu (ministro della difesa, ndr) ricevesse la stella dell’eroe. La guerra era necessaria al clan oligarchico che governa la Russia. La guerra era necessaria per installare Medvedchuk (oligarca ucraino vicino a Putin, arrestato e scambiato con prigionieri ucraini nel settembre 2022, ndr) come presidente dell’Ucraina”.

Lo scopo, insomma, era il saccheggio dell’Ucraina: “Il compito era quello di dividere i beni materiali in Ucraina” anche perché già “c’erano furti diffusi nel territorio industriale ucraino orientale del Donbass, ma loro volevano di più”.

Il capo della Wagner ha demolito anche un altro mito, quello del presidente ucraino inflessibile e guerrafondaio: “Zelensky, quando è diventato presidente, era pronto per accordi. Bastava scendere dal Monte Olimpo, andare a negoziare con lui”.

Contrordine compagni

Appunto, sono tutte cose risapute. Ma è bene che le dica proprio Prigozhin. È lui stesso il produttore di gran parte della propaganda russa, a partire dalla guerra nel Donbass. La sua Internet Research Agency, fondata nel 2013 con sede a San Pietroburgo, è una delle più celebri “fabbriche di troll” che hanno cercato di dominare media e social media occidentali, inondandoli di notizie false e commenti pro russi.

Per capirci: quelli che spacciano amici e parenti nel Donbass per dirci come i nostri media stiano mentendo, quelli pronti ad accusare di genocidio ucraini e americani, quelli che ti schiaffano in faccia foto raccapriccianti (rastrellate da tutta Internet) per dimostrare i crimini ucraini, che parlano con il blocco maiuscolo sempre attivo riempiendo di punti esclamativi le nostre pagine per difendere Putin e i suoi alleati… vengono dalla scuderia di Prigozhin o sono suoi emuli.

Quindi è doppiamente importante che sia proprio lui a dirci, in diretta, “contrordine compagni, vi abbiamo raccontato un fracco di menzogne”, esattamente come avevano fatto gli ultimi comunisti russi prima di chiudere la baracca del Pcus e dell’Urss nel 1991. Anche oggi, comunque vada la rivolta della Wagner, il teatrino è già crollato, mostrandoci il vero volto del regime russo e della guerra.