Sono in mezzo a noi: a Bruxelles un attacco annunciato

Continuiamo con la fandonia dell’Islam “moderato”, con la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del multiculturalismo

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Abdesalem Lassoued Bruxelles Lampedusa

“Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno”. È l’annuncio in diretta dell’omicida islamico a Bruxelles, apparso nella serata di lunedì scorso. Tifosi con indosso la maglia della loro squadra, la Svezia, freddati in nome di “Allah Akbar”. Ancora una volta l’odio religioso ha colpito l’Occidente, colpevole di non essere come loro: fondamentalisti islamici.

Ricorderemo i tragici fatti accaduti in Europa: Bruxelles e Parigi i più recenti. Dopo il violento attacco a Israele, anche tutto l’Occidente si trova in stato di pericolo. Inutile negarlo, le cellule sono in mezzo a noi, e magari vivono nello stesso nostro pianerottolo di casa. Perché noi siamo ospitali, democratici e inclusivi. Sì, lo siamo, ma con quelli che lo meritano.

Varie chat intercettate sono l’esempio di come venga diffuso il messaggio di distruzione dell’Occidente, come gesto necessario. Da qui l’allerta anche nel nostro Paese, seppur non di alto livello, e si parla più che altro di rischio radicalizzazione.

L’omicida di Bruxelles, nel frattempo, è stato freddato. Era in tutta tranquillità a fare colazione in un bar con ancora l’arma imbracciata. Come fosse normale ciò che ha compiuto.

Ed il leit motiv è sempre il solito: “Soggetto già conosciuto e segnalato”. C’è da chiedersi, perché se conosciuto e segnalato come pericoloso, gli si permette di calpestare il suolo europeo ed il nostro diritto di vivere sereni? Non c’è possibilità di rimpatrio? Non esiste un sistema per garantire i cittadini europei da questo pericolo?

Pericolo che, a ben leggere, non è solo dettato da attentati ma proprio da un tipo di atteggiamento aggressivo e violento, anche nei confronti delle donne, per loro impure. Di recente un’aggressione a Milano ed in altre città da parte di persone extracomunitarie. Non è discriminazione, è realtà.

Ma si continua con la fandonia dell’Islam “moderato”, con la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del multiculturalismo. E che il nemico sia costituito, in fondo, da una minoranza di esaltati, e che viva in Paesi lontani. No, il nemico non è affatto lontano, come visto ce l’abbiamo in casa. Magari proprio quello che ogni giorno salutiamo e sentiamo pregare nell’appartamento di fronte a noi.

Un nemico che, magari, non sembra neppure un nemico, perché perfettamente inserito nel nostro sistema sociale. Cioè col permesso di soggiorno, un lavoro (sì, loro lo trovano), l’automobile, la famiglia. Una vita come la nostra, insomma.

E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, e pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte se si permettono di venir contaminate dall’uso occidentale di vivere libere, e pazienza se arriva ad uccidere la figlia perché indossa i blue jeans, e pazienza se lui stesso o un figlio stupra una ragazza che passeggia nel parco. Perché se lo è voluto, era in abiti succinti e senza velo.

Noi occidentali inclusivi lo consideriamo amico. Ma un amico che in nome della sua religione ci odia e ci disprezza. E se parte l’ordine, sarebbe il primo a dimostrarlo.

Ma che in nome dell’umanitarismo e dell’asilo politico (quale?) siamo pronti ad accoglierlo, anche se i Centri di accoglienza straripano, se vuole togliere il crocifisso dalle scuole e dagli ospedali, e se commetterà reati, troverà sempre un magistrato clemente pronto a scarcerarlo.

L’Italia è, e sarà sempre contro la barbarie islamica, a difesa della nostra storia e dei nostri valori. Intanto però piangiamo ancora morti innocenti. Fino a quando saremo disposti ad accettare le efferatezze di questi macellai fanatici?

Ricordiamolo sempre: se si salda il mondo estremista sunnita e sciita è davvero un grave pericolo anche per noi, e in tutta Europa. Vogliono distruggere l’Occidente come terra di libertà e di democrazia, di donne emancipate e di evoluzione sociale. Inutile girarci intorno, come dice giustamente Daniele Capezzone: “la guerra è qui, ma quante cellule dormienti abbiamo in Europa?”.

E per citare Oriana Fallaci: “È l’immigrazione, non il terrorismo, il cavallo di Troia che ha penetrato l’Occidente e trasformato l’Europa in ciò che io chiamo Eurabia. È l’immigrazione, non il terrorismo, l’arma su cui contano per conquistarci, annientarci e distruggerci”.

E quindi, la presunta integrazione con cui si cerca di far credere che esiste un islam ben distinto dall’islam terrorista, un islam mite, progredito, moderato, quindi pronto a capire la nostra cultura e a rispettare la nostra libertà, è davvero plausibile?

Qualunque islamista, anche i cosiddetti moderati, dirà che il Corano per loro è legge. E la Sura sulla jihad, intesa come Guerra Santa, ben rappresenta la linea da tenere. Così come le punizioni corporali, la poligamia, la sottomissione, anzi la schiavizzazione della donna. Così l’odio per l’Occidente, le maledizioni ai cristiani e agli ebrei, cioè ai cani infedeli. Quali noi siamo: “sporchi” e “impuri”. Riflettiamo. E magari smettiamo di pensare che la questione non debba riguardarci. Ci riguarda eccome.

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