In realtà, una parte delle notizie di questo articolo, anche se riportate poco e male, erano già state pubblicate. Ma è stata proprio la mancanza di enfasi, quella da sempre riservata al megafono a senso unico della narrativa palestinese, che le ha fatte passare sotto silenzio. Infatti pochi sono i lettori che hanno notato la presenza di giornalisti accreditati, anche presso importanti testate internazionali, in mezzo ai terroristi del 7 ottobre 2023.
Muro di silenzio
È stata proprio la mancanza della stessa enfasi che non ha messo in rilievo, e sarebbe stato obbligo morale per chi dice di fare informazione scrivere a lettere maiuscole che, sempre il 7 ottobre, in mezzo ai terroristi di Hamas e della Jihad islamica c’erano dipendenti dell’UNRWA. Cioè persone sulla busta paga delle Nazioni Unite.
Per dirla meglio, terroristi che godevano di una busta paga targata Onu, che ricevevano stipendi pagati in massima parte con i contributi delle nazioni occidentali. Sì, lo so, qualcuno di questa vicenda era già al corrente, ma, credetemi, la maggioranza dei lettori ancora ignora ciò che è stato rivelato in sordina e solo per dovere di cronaca ma che non ha fatto scoppiare lo scandalo come avrebbe meritato.
Proprio la presenza di terroristi a busta paga Onu è stata una delle tante bordate che hanno messo l’UNRWA in un semplice imbarazzo mentre avrebbe dovuto essere sciolta immediatamente, e la risposta alle accuse è stato solo un rumoroso silenzio istituzionale seguito dal silenzio di chi avrebbe dovuto sbattere i pugni sul tavolo e chiedere spiegazioni a chi di dovere, dimissioni di chi non ha vigilato e scioglimento della baracca mangiasoldi internazionale. Ma così non è andata.
L’informativa di Israele
In ogni modo, anche se non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire, il Ministero degli affari esteri israeliano, continuando con il suo lavoro di messa in berlina dei fiancheggiatori del terrorismo, ha inviato una lettera all’UNRWA con i dettagli dei dipendenti dell’agenzia delle Nazioni Unite che sono anche agenti terroristici di Hamas e della Jihad islamica.
Nella lettera ci sono nomi, numeri di passaporto e identificazione militare di 108 dipendenti dell’UNRWA che sono certamente dei terroristi. Tutte queste informazioni sono state incluse nell’informativa inviata al capo dell’UNRWA Philippe Lazzarini.
La domanda è: chissà che uso ne farà, anche perché l’entità di questa infiltrazione terroristica nell’agenzia è diventata chiara solo dopo il massacro del 7 Ottobre.
Sulla base dell’elenco dei dipendenti che l’UNRWA ha fornito a Israele dopo ripetute richieste, i servizi di informazione israeliani sono stati in grado di scoprire i terroristi di Hamas e della Jihad islamica impiegati nella stessa organizzazione ed è stato anche messo in chiaro che ci sono molti più nomi di quelli citati che non è stato possibile includere per motivi di intelligence.
Nella lettera si legge inoltre: “Israele si aspetta che voi e la vostra organizzazione interrompiate immediatamente l’assunzione di qualsiasi membro di Hamas o della Jihad islamica, comprese le persone specifiche che compaiono nell’elenco allegato a questa lettera”.
Informati i donatori
Le autorità israeliane hanno anche messo in chiaro che sia l’informativa, sia la lista dei nomi allegata, sarà distribuita ai donatori dell’UNRWA. Sappiamo che molte nazioni europee dopo un primo momento di fermo hanno ricominciato a finanziare questa organizzazione umanitaria – che di umanitario ha dimostrato di non avere molto – e di conseguenza Hamas.
Quello che non sappiamo è se questi governi si rendono o si renderanno mai conto di aver finanziato e di continuare a finanziare Hamas, cioè una delle sigle più pericolose del terrorismo.