Truppe francesi in Ucraina? Nulla deve essere escluso. Faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere questa guerra
Sono alcune delle affermazioni fatte lunedì dal presidente francese Emmanuel Macron. Non cosa da poco: la Francia è una potenza nucleare e mandare truppe in Ucraina significa di fatto entrare in guerra contro la Russia.
Ma la Russia “non deve vincere questa guerra”: punto di vista comprensibile, visto che tutto l’Occidente ha deciso di appoggiare l’Ucraina e una sua sconfitta sarebbe per la proprietà transitiva una sconfitta di tutti noi. Così Macron ha spiegato l’apparente boutade: “Molte persone dicono ‘mai e poi, mai in prima persona’. Ma erano le stesse che dicevano ‘mai carri armati, mai aerei, mai missili a lunga gittata’ all’Ucraina: solo due anni fa”.
Le reazioni
L’ipotesi di Macron ha immediatamente scatenato numerose reazioni, quali quella della Casa Bianca e del segretario (ancora per 216 giorni) della Nato Jens Stoltenberg: “Non ci sono piani per inviare truppe da combattimento Nato sul terreno in Ucraina”.
Sarà vero ma ci pare impossibile che la Nato non abbia preparato e analizzato alcuni cosiddetti “scenari”, delle simulazioni “what if”, utili per valutare quale tipo di intervento sia necessario per una vittoria. Probabilmente possibili piani esistono, ma non vengono divulgati al pubblico.
Prevedibile la reazione del presidente russo Vladimir Putin, che tramite un portavoce ha affermato che nel caso di truppe Nato in Ucraina, “un conflitto diretto sarebbe inevitabile”.
Per inquadrare la situazione, la rete radiofonica francese FranceInfo ha intervistato l’autore del blog nepassubir.fr, l’ex ufficiale e scrittore francese Guillaume Ancel. Il quale, a nostro personale parere e indipendentemente da simpatie o meno per Macron, ci pare abbia esposto considerazioni ineccepibili. Ve le riportiamo qui di seguito, senza aggiunte né modifiche.
Opzione da considerare
Penso che il presidente Macron abbia ragione. Non bisogna assolutamente escludere nulla nel momento in cui Vladimir Putin ha lanciato il suo esercito contro un Paese libero e un Paese europeo. Credo che se possiamo realmente considerare di vincere questa guerra, dobbiamo ovviamente considerare anche di combattere in forme che possono essere dirette. Mi sembra perfettamente logico che il presidente della Repubblica dica che per vincere una guerra bisogna impegnarsi ben oltre il solo fornire armi. Ma è un’opzione che dobbiamo considerare.
Il tabù della guerra
È un’ipotesi finora mai menzionata ufficialmente dalla Francia, per due motivi. Il primo è che fare la guerra è diventato un tabù in Francia e in Europa da decenni mentre, in realtà, dalla guerra d’Algeria, la Francia ha partecipato a più di 32 conflitti. Questo è senza dubbio il 33esimo. Il secondo motivo è che ovviamente, la guerra fa paura. Iniziare una guerra contro la Russia, potenza nucleare. Ma se ci fermiamo alle nostre paure, abbiamo già perso la guerra.
Come possiamo immaginare di vincere la pace senza combattere? Perché quando si parla di inviare truppe, significa molto concretamente entrare in guerra contro la Russia. Il capo dello Stato si è spinto un po’ troppo avanti, dite? Trovo che al contrario abbia ragione, in quanto anche fornendo un maggior numero di scorte, di armamenti e di munizioni – come hanno fatto gli Stati Uniti – questo non basterà.
Una forza internazionale
Dobbiamo prendere come riferimento lo sbarco degli alleati nel 1944. Gli americani non si sono limitati a fornirci attrezzature e denaro. Quindi, a un certo punto, dobbiamo porci questa domanda, fino a che punto siamo disposti ad arrivare per difendere la nostra libertà? Ovviamente penso che sarebbe importante che non fosse un un’iniziativa del solo esercito francese, ma diversi Paesi europei che si riuniscono in una forza internazionale.
Ovviamente un gruppo di nazioni renderebbe Putin incapace di resistere perché, in realtà, decine di migliaia di uomini ben equipaggiati e ben armati in Ucraina capovolgerebbero il fronte. Quanto al difficile consenso a livello europeo, penso che dobbiamo smettere di cercare sempre consensi, altrimenti non faremo progressi. Dobbiamo cercare un gruppo di Paesi disposti ad agire e tutti i Paesi confinanti con la Russia, dalla Finlandia ai Paesi baltici passando per la Polonia e la Romania, sono favorevoli a questo tipo di iniziativa.
Sapendo che se interveniamo in Russia, in Ucraina, contro i russi, ci sarà sicuramente una risposta dei russi. Sì, ci sarà sicuramente una risposta dei russi. Ma oggi siamo già quasi in guerra con la Russia: dobbiamo solo avere il coraggio di ammetterlo.