Nel lungo discorso di apertura del XX Congresso del Partito Comunista Cinese, domenica scorsa, il presidente Xi Jinping ha affermato che la Cina Popolare si riserva la possibilità di “prendere tutte le misure necessarie” contro “l’interferenza di forze esterne” sulla questione della Repubblica democratica di Cina – Taiwan.
Xi ha ribadito la determinazione della Cina Popolare a realizzare la riunificazione con l’isola autogovernata, che Pechino considera arbitrariamente parte del suo territorio: “Continueremo a lottare per la riunificazione pacifica con la massima sincerità e il massimo sforzo”, ha detto Xi, aggiungendo però che “non prometteremo mai di rinunciare all’uso della forza. E ci riserviamo la possibilità di prendere tutte le misure necessarie”.
“Ciò è diretto esclusivamente all’interferenza di forze esterne e di alcuni separatisti che cercano l’indipendenza di Taiwan”, ha inoltre affermato, sottolineando che la risoluzione della questione Taiwan riguarda i cinesi. Una questione a cui domenica scorsa Xi ha dato un risalto maggiore rispetto a quello che le attribuì nel suo discorso di cinque anni fa al 19mo Congresso del partito.
Le tensioni intorno a Taiwan si sono intensificate quest’estate dopo la controversa visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi sull’isola. La visita si è svolta nonostante gli avvertimenti di Pechino, secondo cui Taipei non dovrebbe avere il diritto di condurre relazioni estere. Gli Stati Uniti riconoscono Pechino come l’unico governo legale della Cina Popolare, pur mantenendo relazioni non ufficiali con Taiwan.
Sarà il Congresso a decidere quali funzionari diventeranno i leader del partito e, in definitiva, della Cina Popolare. Il prossimo fine settimana dovrebbero essere annunciati i nomi del nuovo core team attorno a Xi Jinping. Titoli statali come presidente e premier vengono ufficialmente confermati in una riunione annuale del governo cinese, che si tiene generalmente a marzo.
La risposta di Taipei
Al discorso di Xi Jinping ha risposto con una nota il portavoce della presidenza taiwanese, Chang Tun-Han, ribadendo che “la Repubblica di Cina (Taiwan, ndr) è un Paese sovrano e indipendente” e che “democrazia e libertà sono il credo e la convinzione del popolo taiwanese. Anche l’opinione pubblica di Taiwan esprime nettamente il fermo rifiuto del modello ‘Un Paese, Due sistemi’“.
“Per entrambi i lati dello Stretto – ha aggiunto – non sono assolutamente da considerare come opzioni le concessioni alla sovranità territoriale, i compromessi su democrazia e libertà, e lo scontro”.
Il portavoce ha poi dichiarato che “il team di sicurezza nazionale sta osservando da vicino la situazione e continuerà a prestare attenzione ai relativi sviluppi”.
Come riferito dall’Ufficio di rappresentanza di Taipei in Italia, la presidente Tsai Ing-wen, nel suo discorso in occasione della Festa Nazionale, ha espresso in modo chiaro la posizione di Taiwan, ovvero continuare a rimanere saldi sulle “Quattro Persistenze” (rispettare il sistema costituzionale di libertà e democrazia; ribadire che Repubblica di Cina e Repubblica Popolare Cinese non sono subordinate l’una all’altra, che la sovranità non può essere invasa né annessa e che il futuro di Taiwan deve seguire la volontà del popolo taiwanese). E rafforzare le “Quattro Resilienze” (continuare a costruire un’industria più snella, una rete di sicurezza sociale, un sistema democratico e libero e capacità di difesa nazionale).
Taipei, ha concluso il portavoce, resta comunque disposta a “collaborare con le autorità di Pechino per trovare un modo reciprocamente accettabile al fine di mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan, una responsabilità condivisa da entrambe le parti”.