Qualche tempo fa abbiamo parlato della tribalizzazione del territorio italiano, ovvero dei pezzi di Italia sottratti alla sovranità dello Stato e dei cittadini, e controllati – armi in mano – da immigrati. Una di queste zone è Castel Volturno. La situazione è più che critica, è fuori controllo.
Situazione drammatica
Dal documento del 2023 “Piano locale multisettoriale di contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato in agricoltura 2023/2026″ pubblicato dal Comune di Castel Volturno emerge una realtà drammatica. Nel documento leggiamo:
È risaputo che Castel Volturno è di fatto un hub transitorio per l’immigrazione, stazione di passaggio in cui i migranti attendono i documenti necessari per potersi insediare in altre regioni italiane ed in Europa. Questa particolare funzione rende la nostra cittadina la conca di convoglio dei flussi migratori così da diventare fucina di risorse umane per i caporali.
I flussi continui di immigrati rendono difficile una analisi – numericamente attendibile – dei migranti effettivamente presenti sul territorio. Il sindaco Luigi Umberto Pretella (FdI) sottolinea che “Castel Volturno non può più andare avanti con le cure palliative, necessita di un intervento risolutivo”.
La popolazione straniera
La situazione demografica è questa:
Una popolazione iscritta all’anagrafe di 27.804 unità (dati Istat al 1° gennaio 2022) di cui 4.933 stranieri (regolari). A questa popolazione legalmente residente si aggiungono altri extracomunitari irregolari, stimati come vedremo di seguito, tra i 15.000 ed i 20.000. Da questi numeri, appare del tutto evidente che qualsiasi politica di integrazione risulta di difficile attuazione.
Il 32,8 per cento della popolazione straniera residente proviene dalla Nigeria, il 27,3 per cento dal Ghana. Castel Volturno è il primo Comune per percentuale – 17,7 per cento – di popolazione straniera sul totale della popolazione residente.
Il Comune per quantificare con precisione la presenza dei migranti non regolari, non essendo possibile procedere ad un regolare e tradizionale censimento, ha usato un metodo indiretto, misurando la quantità di spazzatura prodotta dall’intera cittadina per poi confrontarla con i valori medi di altri comuni il cui numero di abitanti è simile agli abitanti di Castel Volturno.
Facendo questo calcolo, emerge che Castel Volturno “conta 21.532 invisibili e 27.804 (dati al 1° gennaio 2022) residenti: di questi ultimi, 4.933 sono stranieri e 22.871 italiani. Su una popolazione esistente di oltre 49 mila persone, dunque, oltre il 50 per cento è straniera. Numeri che fanno della cittadina in provincia di Caserta, un polo mondiale dell’immigrazione”.
Quasi il 50 per cento dei lavoratori stranieri è impiegato nell’agricoltura, circa il 20 per cento nei servizi domestici e meno del 10 per cento negli allevamenti. Gli immigrati che preoccupano di più sono quelli che non lavorano, o meglio, lavorano per la mafia.
La mafia nigeriana
Come avevamo scritto nell’articolo sulla tribalizzazione citato pocanzi, sul litorale di Castel Volturno la mafia nigeriana – dopo aver soppiantato la criminalità organizzata autoctona – spadroneggia: spaccio di droga, estorsioni, tratta di esseri umani, donne costrette a prostituirsi sotto minaccia di riti voodoo, mutilazioni, stupri di minorenni, i mafiosi africani fanno a pezzi i corpi dei corrieri per estrare gli ovuli contenenti la droga, hanno occupato case e hotel che consentono agli eroinomani di bucarsi in camere fatiscenti. Lo Stato è completamente assente. Questo emerge da un servizio della Rai.
Il territorio presentava già i presupposti per l’occupazione abusiva delle case.
Dal punto di vista urbanistico, al censimento del 2011, nel Comune di Castel Volturno sono state rilevate 22.722 abitazioni di cui 13.785 – pari al 60,67 per cento – risultavano non occupate, a cui corrispondono oltre 40.000 vani disponibili. La maggior parte di questi vani sono fatiscenti ed abbandonati e tale eccesso di vani di “seconde case” ha creato le condizioni per una massiccia immigrazione. Un coacervo di abitanti che ha perso definitivamente la propria identità. Un territorio violentato, in ginocchio, incapace di risollevarsi sulle proprie gambe, in cui l’edificazione selvaggia ed abusiva ha prodotto nel tempo un patrimonio edilizio – fatiscente ed abbandonato, oggi rifugio oltre che di extracomunitari irregolari, anche di latitanti e disgraziati provenienti dall’Hinterland agro aversano e napoletano importando degrado e ogni forma di illegalità. Spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, allacci abusivi alla rete idrica ed elettrica, sversamento di rifiuti speciali e la circolazione con auto sprovviste di copertura assicurativa, rappresentano la triste quotidianità.
La situazione è delicata. Un governo di centrodestra – storicamente garante della legalità – è chiamato a intervenire con misure radicali, prima che sia troppo tardi. Non possiamo accettare l’esistenza di zone franche da terzo mondo, mafia africana con tanto di riti magici, non è degno di una nazione civile.