Commenti all'articolo Bollettino del Dis, che pasticcio: Servizi usati per un report di natura politica

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barbara
barbara
12 Giugno 2022, 2:56 2:56

L’articolo linkato alle parole “giocare la carta del vittimismo” contiene un’ammucchiata di parole e di frasi che raccontano di reti e lobby al servizio della Russia, di nostalgici dello stalinismo, di gruppi che se ne tocchi uno sei finito, ma non un solo nome né un solo episodio di vittimismo vi trovano posto. E dunque? Ciance in libertà, lì come qui e come nella maggior parte di quello che circola, con le fonti russe che sono menzogna allo stato puro e fonti ucraine che sono verità di vangelo. Sempre la solita minestra, solo, qui, molto più sbrodolata e logorroica.

Mosè
Mosè
11 Giugno 2022, 20:18 20:18

Lotta alla disinformazione o censura?
propendo per la seconda definizione, abbiamo l’esempio lampante della versione di regime con il COVID, soldi pubblici e tanti dal governo alle testate che si dimostravano allineate on le tesi di regime e non offrivano spazio alla critica, neppure di fronte ai palesi errori grossolani.
Ovvio che per mantenere una simile condizione anche per la guerra in Ucraina non si lesini negli strumenti, compresi i servizi segreti.
Stiamo assistendo alla riedizione del MINCULPOP per ora mascherata e ancora discreta, mi chiedo quando torneranno di moda i manganelli e l’olio di ricino, magari attualizzati al nuovo millennio.
Da Davos del resto arrivano segnali inquietanti circa la volontà di comprimere i diritti dei cittadini, senza che nessuno s’indigni, ovviamente l’alibi è osteggiare le fake news.
Va da sé che distinguere tra fake news e non spetta a quello stesso governo che impone la propria versione.
Mala tempora currunt, le democrazia si dimostra essere sempre più fragile.

Davide777
Davide777
11 Giugno 2022, 18:17 18:17

I servizi segreti operano per conto del governo, è chiaro che tra, per dire, Porro e Friedman controllino il primo e non il secondo.
Gli interessati dall’articolo del Corriere dovrebbero chiedere un cospicuo risarcimento a direttore e redattrici, gli altri due direttamente allo Stato italiano.

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