Sarà a causa del Kali Yuga se nel variopinto e caotico mondo contemporaneo si vedono cose che voi umani non potete nemmeno immaginare. Eppure accadono. È realtà. Negli ultimi anni, con un’accelerazione dal 7 ottobre 2023, in Occidente abbiamo assistito a un susseguirsi di manifestazioni a sostegno della Palestina da parte di estremisti di sinistra e immigrati musulmani. Manifestazioni che certificano l’esistenza di talmente tanti cortocircuiti, che è davvero difficile scegliere da dove iniziare.
Il razzismo una colpa solo se sei bianco
Tralasciamo il – non banale – fatto che Stalin, il padrino di tutti i compagni, si espresse e votò a favore della nascita dello Stato ebraico, proprio i compagni che fanno del “senso di colpa” un elemento centrale del comunismo 2.0, coloro che passano un giorno sì e l’altro pure a parlare di white guilt, accusano gli europei di essere stati degli schiavisti, chiudono gli occhi su coloro che la tratta degli schiavi l’hanno inventata: gli arabi.
Ben mille anni prima degli europei, sotto la spinta dell’espansione islamica del VII secolo, gli arabi inaugurarono la tratta degli schiavi che coinvolse africani subsahariani ed europei. Molti lo dimenticano, ma gli arabi razziavano le coste dell’Europa – soprattutto nel sud Italia – e rapivano uomini, donne e bambini da rivendere come schiavi nel mercato di Algeri.
Ibn Khaldun, uno degli storici arabi più importanti della storia ha scritto che “le nazioni negre sono come regola generale docili alla schiavitù, perché [i negri] hanno ben poco di [ciò che è essenzialmente] umano e anzi posseggono attributi assolutamente prossimi a quelli degli animali più stupidi”. Razzismo in piena regola, mai sopito. Gli arabi hanno sensi di colpa? Ovviamente no. La sinistra woke accusa gli arabi di essere dei razzisti? Ovviamente no. Nella loro testa solo i bianchi possono essere razzisti.
Tra Hamas e bandiere LGBTQ
Un’altra contraddizione grossa quanto una casa, è la sfilata nello stesso corteo di attivisti LGBTQ e apologeti di Hamas, il quale, vale la pena ricordarlo, non è solo islamica, ma islamista. Come è possibile conciliare l’Islam – peggio se islam radicale – con le società arcobaleno non è dato saperlo.
Se gli omosessuali non rischiano direttamente la morte, i diritti della comunità LGBTQ in Palestina sono semplicemente inesistenti. Fatto ancora più incredibile per i manifestanti con la kefiah – che tra una molotov e una bandiera arcobaleno – cianciano di diritti, è che gli omosessuali arabo-palestinesi per non essere perseguitati spesso scappano in Israele!
È bene ricordare che sul Daily Muslim – “Il giornale dei musulmani d’Italia” – la legge Zan è stata chiaramente bollata come inconciliabile con la religione di Maometto. L’articolista fa notare che, stando a quanto scritto nella proposta di legge, i musulmani rischierebbero il carcere (o una sanzione importante) anche solo leggendo versi del Corano.
Femministe e donne con il velo
Discorso analogo per la condizione delle donne. Come conciliare la visione delle compagne femministe anti-patriarcato con l’Islam? Le donne occidentali, ovvero le donne che godono di più diritti e libertà di tutte le donne del mondo, che scendono in piazza per sostenere la causa palestinese, stanno de facto sostenendo una società patriarcale che non contempla la parità di genere. Rivendicano “più diritti” in Occidente, ma avallano la condizione delle donne, a volte perfino bambine costrette a sposarsi, sotto Hamas.
Contro il cristianesimo ma tifano islam
Non serve essere dei bacchettoni – casa e chiesa – per comprendere che mentre oggi il cristianesimo viene dileggiato in nome di una falsa laicità dello Stato, l’islam viene promosso dalla sinistra (anche e soprattutto più radicale), storicamente atea e laicista. I compagni non sanno, o fanno finta di non capire, che nell’islam il confine tra Stato e religione è molto labile, se non del tutto inesistente.
Mentre nel 2008 La Sapienza di Roma ha impedito a Benedetto XVI di inaugurare l’anno accademico, si elogia spensieratamente l’islam più radicale, incompatibile, non solo con le idee della sinistra radicale, ma con l’Occidente stesso. In una parola: sottomissione all’islam, l’anticamera del suicidio collettivo dell’Occidente.
Una guerra totale
Subito dopo l’attacco del 7 ottobre, la rivista Limes ha intervistato Ismail Haniyeh, capo dell’Ufficio politico di Hamas e capo dell’amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017. Nove mesi prima di essere assassinato a Teheran, Haniyeh ha dichiarato alla rivista di geopolitica che “trattandosi di una guerra che riguarda la terra di Palestina, Gerusalemme e al-Aqsa, la battaglia coinvolge l’intera umma [comunità dei credenti musulmani, ndr]. Ecco perché invito tutti i figli di questa umma, ovunque si trovino nel mondo, a unirsi, ognuno a modo suo, a questa guerra, senza indugi e senza voltarsi indietro”.
Dalle parole dell’ex capo di Hamas emerge che questa è una guerra totale che coinvolge i musulmani di tutto il mondo. Chissà cosa penserebbe Haniyeh vedendo che i musulmani sono fiancheggiati da militanti queer. Sta di fatto che oggi i comunisti appoggiano una guerra di musulmani promotori di un mondo radicalmente differente dal mondo arcobaleno.
Coerenza, questa sconosciuta
I nostalgici di Stalin pro-Pal che sono scesi in piazza per colpire le forze dell’ordine, parlano -fiancheggiati dalla sinistra istituzionale – di mancanza di libertà perché è stato impedito loro di manifestare liberamente. Già così fa ridere.
Quelli che parlano di pace mentre brandiscono una bandiera di Hezbollah, sono gli stessi che chiedono un giorno sì e l’altro pure lo scioglimento di organizzazioni di estrema destra, promuovono e applicano la censura per eventi di destra, invocano una nuova “Piazzale Loreto” per tutti quelli che non la pensano come loro, augurano apertamente la morte violenta a Meloni, Salvini & Co., mentre biascicano parole come “libertà” e “diritti umani”.
I nemici dei miei nemici…
Tutte le contraddizioni tra comunisti dell’Ovest e musulmani, spariscono sotto il peso dell’obiettivo comune: distruggere l’Occidente e Israele. È questo il vero, unico, motivo per cui i due mondi inconciliabili si uniscono. Dopotutto, già nel 1975 l’Assemblea generale delle Nazioni Uniti adottò una risoluzione secondo cui ”il sionismo è una forma di razzismo e discriminazione razziale” (con 72 voti a favore e 35 contro), fatto che oggi manda in estasi l’estrema sinistra, e che già all’epoca aprì il dibattito sul dubbio ruolo delle Nazioni Unite.
È in corso uno scontro di civiltà. La sinistra – non solo estrema – ha già deciso con chi schierarsi. Mentre l’islam fagocita la civiltà europea a suon di concessioni fatte dai nostri stati, i comunisti accelerano questo processo favorendo l’immigrazione e la sottomissione, erodendo le libertà occidentali di cui tutti godono.