Politica

Era ora: finalmente tolleranza zero con le borseggiatrici seriali

Il nuovo pacchetto sicurezza arriva a prevedere il carcere anche se incinte. Ma la sinistra non ci sta. Stretta anche sulle occupazioni abusive

borseggiatrici rom

Giovedì il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo pacchetto sicurezza di tre disegni di legge. Tra le novità più importanti, misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori, usati perché non punibili, nuove norme per il contrasto delle occupazioni abusive, con procedure più rapide per la liberazione degli immobili, maggiori tutele per le forze dell’ordine, spesso oggetto di violenza o lesioni, l’introduzione di un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri, e infine una stretta sulle truffe ai danni degli anziani, spesso soli e fragili.

Introdotta anche la pena della reclusione per le borseggiatrici seriali in gravidanza e le madri con figli fino a un anno d’età. L’esecuzione della pena, in questi casi, dovrà sempre e comunque avvenire presso istituti a custodia attenuata e non nelle carceri ordinarie. L’obiettivo è quello di arginare il fenomeno dell’uso della condizione di maternità come “scudo penale”, come nel caso delle borseggiatrici nomadi.

Era ora. Ma apriti cielo. Subito, già dai primi commenti, è partita l’accusa al governo di destra che “punisce le mamme”. Insomma, per la sinistra è inaccettabile che diventi possibile mandare in carcere una donna incinta. E perché mai si dovrebbero recludere minori o dividere mamme dai figli? Invece è molto meglio, più giusto permettere alle stesse di metterci le mani in borsa e rubarci i portafogli? Evidentemente va bene così. Il reato si capovolge. Sarebbe lo Stato quindi a privare loro della libertà di scipparci.

Pensiamo che ogni giorno, soprattutto in città come Milano, Roma, Venezia e Firenze, queste donne vengono colte in flagrante, ma date le condizioni non è previsto l’arresto per una legge di tutela eccessiva, perché poi vengono rilasciate e così tornano a delinquere ben sapendo di cavarsela.

Oggi questo provvedimento cambia le carte in tavola. Anche se la pena poi viene “rimandata” o “sospesa”, il disegno di legge prevede che sia il questore comunque a disporre una sorta di Daspo, con il divieto di accesso nelle stazioni per chi è già stato denunciato o condannato per i reati commessi in quei luoghi. Che sia l’inizio di una nuova stagione? Una stagione chiamata sicurezza? Vivaddio.

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