Politica

Fin dove può spingersi la cattiva coscienza della sinistra

Spesso si ha l’impressione che la sinistra, appoggiata da alcune autorità politiche e dai grandi quotidiani, spinga per alterare l’ordine costituzionale

Conte Mattarella droni

Inizio notando che la violenza non è di destra né di sinistra: è violenza punto e basta. Va condannata in ogni caso senza se e senza ma. Soprattutto in uno Stato democratico in cui i cittadini possono liberamente esprimere la loro opinione senza utilizzare metodi coercitivi di alcun tipo.

Doppio standard

Per essere ancora più chiari. Se condanniamo, per esempio, Casa Pound quando i suoi adepti utilizzano metodi violenti nelle manifestazioni, corre pure l’obbligo di condannare i centri sociali quando si comportano nello stesso modo. E gli esempi, in questo caso si sprecano.

Eppure a sinistra vale un doppio standard. Le violenze di destra vengono esecrate senza esitazioni. Quelle di sinistra, invece, sono quasi sempre giustificate perché si ispirerebbero a “nobili ideali” che il cittadino comune non riconosce affatto.

È forse così che si spiegano alcune affermazioni inquietanti di esponenti grillini, secondo i quali è del tutto lecito sputare su poliziotti e carabinieri durante le manifestazioni di piazza. Non solo. Sarebbe pure lecito assaltare le forze dell’ordine quando cercano di disperdere cortei non autorizzati da prefetture e questure. Come se, in uno stato di diritto, le autorità preposte al mantenimento dell’ordine pubblico non avessero il potere di vietare manifestazioni considerate pericolose.

Spinta eversiva

Nel nostro Paese, purtroppo, queste affermazioni di mero buon senso appaiono a molti addirittura eversive. Si pensi ai continui assalti armati alle forze dell’ordine che vedono protagonisti i No Tav nei cantieri della Val di Susa. Oppure ai molti episodi in cui manifestanti armati di spranghe e altre armi improprie vanno a caccia di poliziotti e carabinieri rimasti isolati, ferendoli e mandandoli all’ospedale.

L’ultimo episodio, davvero inquietante, è avvenuto a Torino, a pochi passi dalla Questura. Qui un gruppo di “antagonisti” ha circondato un’auto della polizia che doveva trasferire un immigrato illegale, di origini marocchine, in un centro di rimpatrio dove lo attendeva l’estradizione. L’aggressione violenta non si è conclusa tragicamente solo grazie alla vicinanza della questura, poiché altri agenti sono subito intervenuti salvando i colleghi sotto assedio.

Ci si chiede fino a che punto si possano tollerare simili situazioni in una nazione che, a differenza della Russia di Putin e della Cina di Xi Jinping, non reprime i dissidenti e consente le manifestazioni che abbiano preventivamente ricevuto il permesso delle autorità preposte.

Spesso si ha l’impressione che la sinistra, appoggiata da alcune autorità politiche e dai grandi quotidiani, spinga per alterare l’ordine costituzionale. Sfortunatamente la risicata vittoria elettorale ottenuta in Sardegna sembra aver acuito ancor più questa pericolosa tendenza. Ed era, del resto, largamente prevedibile.