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Governo politico, ma senza rinunciare al valore di tecnici d’area

Intervista ad Antonio Palmieri (Forza Italia): “Il fortissimo rincaro delle bollette mette a rischio migliaia di imprese. Bisogna evitare che l’intero Paese vada gambe all’aria”

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Deputato di lungo corso, liberale, uomo della comunicazione di Forza Italia, Antonio Palmieri parla con Atlantico Quotidiano delle emergenze economiche e sociali che dovrà affrontare il nuovo governo, della sua lunga e ricca esperienza da parlamentare che volge al termine in questi giorni e dei suoi progetti per il futuro.

Crisi peggiore della pandemia

TOMMASO ALESSANDRO DE FILIPPO: Onorevole Palmieri, come dovrà agire il nuovo governo per mitigare il peso della crisi energetica ed economica? Su quali provvedimenti dovrà puntare?

ANTONIO PALMIERI: Il nuovo governo di centrodestra dovrà fronteggiare una situazione drammatica, con la crisi economica che rappresenta un evento più catastrofico della pandemia ed è destinata a durare.

Non c’è comparto produttivo che non sia direttamente intaccato dal fortissimo rincaro delle bollette, che mette a rischio l’esistenza di migliaia di imprese.

Pertanto, è fondamentale concentrarsi sul mettere al riparo dal peso delle bollette aziende e famiglie, anche quelle facenti parte del cosiddetto “ceto medio”. Bisogna evitare che l’intero Paese vada gambe all’aria.

Governo politico aperto a tecnici d’area

TADF: Suggerirebbe a Giorgia Meloni di puntare su un governo strettamente politico o di scegliere la continuità con l’Esecutivo guidato da Mario Draghi, inserendo dei tecnici in diversi dicasteri?

AP: Giorgia Meloni si appresta a diventare premier grazie al voto della maggioranza degli italiani. Pertanto, è opportuno rispettare il mandato popolare e garantire un Esecutivo che sia espressione delle forze politiche vincenti.

Tuttavia, anche nei governi di centrodestra guidati da Silvio Berlusconi ci sono stati ministri tecnici di area moderata in alcuni dicasteri fondamentali, al fine di poter giovarsi del loro valore aggiunto. Potrebbe accadere anche nel nuovo Esecutivo.

Uno Stato “amico” della cultura

TADF: Lei si è storicamente impegnato nel campo della cultura. Cosa può e deve fare la politica per questo fondamentale settore nel medio e lungo termine?

AP: Al netto delle singole specificità del settore, ritengo sia fondamentale rinnovare l’invito alla politica ad impegnarsi per la tutela di investitori e lavoratori del comparto culturale nazionale, anch’esso provato prima dal Covid e ora dalla crisi economica, dall’aumento delle bollette e da un elevata tassazione.

È su queste urgenze che la politica dovrà agire per tutelare la cultura: abbiamo necessità di avere uno Stato “amico di chi investe ed intraprende”, che punti a sburocratizzare e permetta a chi opera nel comparto culturale di avere una fiscalità equa.

Ciò vale, naturalmente, per tutte le imprese. Sono riforme a costo zero ma ad alto rendimento per tutti.

TADF: In chiusura, le chiedo una valutazione della sua lunga esperienza da parlamentare e di raccontarci i suoi progetti per il futuro.

21 anni al servizio dei cittadini

AP: Sono stati 21 anni e mezzo da parlamentare di impegno totale: ho maturato una inestimabile esperienza personale, ho cercato di essere utile ai cittadini. Nel mio vecchio collegio ci sono strade, piazze, scuole, impianti sportivi realizzati anche grazie al mio lavoro.

La legge sull’accessibilità dei siti internet è nata anche grazie alla mia iniziativa, lo sviluppo delle università online nasce con un mio emendamento alla finanziaria del 2003. Sono due esempi di un lavoro e di una esperienza che termino serenamente.

Progetti futuri? Sto metaforicamente costruendo una bicicletta di un doppio nuovo impegno al servizio del bene comune, ma finché non sarà tutto pronto mi avvalgo della facoltà di non rispondere.