Politica

Il buon senso di una pace fiscale: “evasori” per sopravvivenza

Non un “libera tutti” agli evasori, ma una via d’uscita per milioni di italiani in difficoltà ostaggio da troppi anni dell’Agenzia delle Entrate

tasse © Photoschmidt e Stevepb tramite Canva.com

Una nuova “sanatoria” che riguardi debiti fino a 30 mila euro, i più diffusi, sarebbe quanto meno da valutare, con il meccanismo del saldo e stralcio. Cioè si pagherà una certa percentuale del debito con il fisco e la posizione debitoria scomparirà, sarà stralciata.

Bottino magro

Le rottamazioni precedenti, dalle quali attendevano miliardi di gettito, hanno fruttato solo una piccola percentuale di incassi. La prima nel 2016, la “bis” nel 2017, la “ter” nel 2018, per le quali moltissimi cittadini hanno avviato la procedura, e definito con il fisco gli importi da versare, sgravati da sanzioni, interessi e aggio, che poi non hanno pagato, oppure hanno smesso dopo le prime rate.

Così, se nel 2016 dovevano entrare 17,7 miliardi, ne sono stati incassati 8,2, nel 2017 meno di 3 miliardi invece che 8,4, nel 2018 appena 8,6 miliardi a fronte dei 26,3 dell’incasso stimato.

La pace fiscale, con il meccanismo del saldo e stralcio delle cartelle, con la cancellazione totale del debito o di una parte, che finora ha riguardato le cartelle di importo più piccolo, da mille a 5 mila euro, e per solo per i contribuenti con i redditi più bassi, fino a 30 mila euro di Isee, può dare finalmente la via d’uscita ai tanti contribuenti che per difficoltà finanziarie non hanno possibilità di assolvere al debito.

La rottamazione-quater

Anche la “Quater”, alla quale in tantissimi hanno aderito, non si rileverà un successo, perché aderire non significa che poi i contribuenti assolveranno al pagamento delle due rate iniziali che, a ben vedere, prevedono la percentuale del 10 per cento in poco tempo, e le seguenti spalmate in rate dilazionate in dieci anni.

Il 30 giugno sono scaduti i termini ed in autunno già vedremo i risultati. Gli importi dovuti ai fini della rottamazione-quater, potevano essere versati in unica soluzione entro il 31 ottobre 2023 oppure in un massimo di 18 rate, di cui le prime due, pari ognuna al 10 per cento del totale dovuto, con scadenza 31 ottobre 2023 e 30 novembre 2023.

Tanto per capirsi: per un debito di 20 mila euro, le prime due rate saranno di 2 mila euro l’una: 4 mila euro da versare in due mesi. Pensate che chi in questi anni ha visto triplicare (ma anche peggio) il suo debito per mancanza di risorse, e non perché evasore, potrà assolvere a questo pagamento? Assolutamente no.

Inoltre, bene ricordare che per il recupero delle cartelle l’Agenzia delle Entrate agisce con mano pesante aggredendo conti correnti, pignorando somme, oltre a chiedere al tribunale il fermo amministrativo per i mezzi auto intestati. E spesso a pagarne le spese sono i cittadini di classe medio bassa, che vivono di pensione o stipendi sui 1.500 euro e usano l’auto per la famiglia, per recarsi al lavoro, portare figli a scuola, o fare la spesa.

Evasione di sopravvivenza

Non sono questi i grandi evasori, sono persone che non sono riuscite a pagare multe, bolli (moltiplicati negli anni di sanzioni!) e tasse minori perché in difficoltà. Gli evasori sono altri, e per quanto concerne il contrasto a chi usa “furbizia”, serve un piano ad hoc, non si può certo fare un caso comune.

Ad oggi non è mai stata davvero effettuata una riforma tale da sistemare migliaia di posizioni che gravano su se stesse e sul fisco che mette in attivo dette somme, che di certo sa che non potrà mai riscuotere.

La pace fiscale è una riforma strutturale chiave, una volta per tutte, per liberare milioni di italiani ostaggio da troppi anni del fisco e dell’Agenzia delle Entrate. I tanti italiani che pagano le tasse in busta paga, o hanno fatto la dichiarazione dei redditi, ma che poi non sono riusciti a pagare tutto quello che dovevano per motivi di difficoltà economica.

Perché spesso, tra decidere se fare la spesa, mandare i figli a scuola, decorosamente, pagare le bollette luce e gas, che abbiamo visto aumentare a dismisura, mutuo o affitto, o l’Agenzia delle Entrate, perché qualche multa o i bolli auto sono “saltati”, e nel frattempo triplicati, si sceglie di lasciare queste ultime in attesa. Non è evasione fiscale, è sopravvivenza.

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