Politica

Il caso Elly Schlein: il Pd nel solco del radicalismo Usa

Politica

Già si sapeva che la politica italiana fosse diventata sempre più indecifrabile, al punto che i politologi si azzardano raramente a formulare previsioni (le quali, invece, sono una componente decisiva del loro lavoro).

E non parlo solo dell’Italia. Tutte le nazioni dell’Occidente sono attraversate da una grave incertezza. I partiti tradizionali spariscono, e al loro posto compaiono forze politiche proteiformi e dalla natura incerta. Basti pensare, per esempio, a quanto sta accadendo in Francia e in Spagna.

Nel nostro Paese, dopo l’avvento a Palazzo Chigi di una premier di destra, un’altra grande sorpresa giunge dal fronte opposto. A seguito dell’esito del voto nei circoli del Pd, tutti (o quasi) si attendevano la vittoria di Stefano Bonaccini, tipico esponente del riformismo tradizionale di sinistra.

Riformismo contro cultura “arcobaleno”

E invece ha vinto Elly Schlein, che ha preso più voti nei gazebo, rovesciando così una previsione che si dava per scontata. Attenzione però. Bonaccini e Schlein militano nello stesso partito, e hanno pure condiviso, come presidente e vice-presidente, il governo di una Regione importante quale l’Emilia-Romagna.

Ma rappresentano culture e visioni del mondo assai diverse. Il governatore perdente è espressione del filone riformista dell’ex Pci, poco massimalista e attento al dialogo con i socialisti, tanto italiani che europei.

La vice-governatrice vincente è su posizioni radicali, nel senso della sinistra liberal americana. Una cultura “arcobaleno”, dunque, attenta ai diritti della comunità Lgbt, favorevole all’immigrazione senza limiti, alla patrimoniale e alla redistribuzione forzata del reddito.

La Ocasio-Cortez italiana

Del resto, è nata in Svizzera, ha il passaporto italiano, svizzero e statunitense (il padre è un docente universitario americano), e ha pure ascendenze ebraiche grazie appunto al padre. Dunque è sempre vissuta in un ambiente internazionale, e i suoi discorsi sono molto politically correct.

Nel 2008 ha partecipato come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama, e il suo idolo politico è Alexandria Ocasio-Cortez, esponente della sinistra più radicale del Partito democratico americano, ferocemente critica nei confronti del presidente Biden perché giudicato troppo moderato.

Da notare, inoltre, che Elly Schlein ha un’opinione positiva del regime venezuelano di Nicolàs Maduro, manifesta dubbi sull’invio di armi all’Ucraina, condivide le motivazioni della protesta – spesso violenta – del movimento no-Tav, e in passato ha pubblicato tweet feroci contro parecchi esponenti dell’establishment tradizionale del Pd. Non a caso si parla già di probabili scissioni.

Un Partito radicale

Con lei quasi sicuramente il Pd cambierà pelle, diventando un rinnovato Partito radicale vicino sotto molti aspetti al Movimento grillino. La sinistra, in Italia come altrove, oggi è questo. Diritti, difesa delle teorie gender, correttezza politica spinta al massimo, antifascismo ossessivo.

Basterà tutto questo a far diventare il Pd un partito maggioritario? E si assisterà ad uno scontro muro contro muro con il governo Meloni? Chi ha una certa età ricorda una sinistra diversa che, probabilmente, non tornerà più.

Siamo condannati alla confusione permanente, tratto distintivo della nuova realtà politica (e non solo). Possibile anche il successo della cultura woke, che spopola negli Usa e nel Regno Unito, mentre da noi, finora, non è molto diffusa. Resta il problema di capire come un partito politico possa far prevalere il voto dei non iscritti rispetto a quello dei militanti, in nome di una teorica “apertura alla società”.