Chi pensava che la terza estate dell’era post-pandemica potesse trascorrere senza ulteriori allarmismi è stato costretto a ricredersi. La liturgia sanitaria è ripartita come e più di prima.
Il solito Ricciardi
Ad aprire le danze è stato il solito Walter Ricciardi, consigliere del Ministero della salute, il quale ha scagliato il suo anatema contro le folle dei concerti: “Sono motori incrementali di contagio, non esponenziali perché il fatto che si facciano all’aperto comporta un’attenuazione del rischio (meno male, ndr). Detto questo, stando appiccicati agli altri mentre si canta e si urla senza mascherina, sicuramente la probabilità di contagiarsi cresce”.
Certo, così come aumenta il disagio quando si è privati della libertà o delle cose essenziali della vita. Ma l’aspetto psicologico e i danni devastanti delle restrizioni non sono mai interessati ai sacerdoti del santuario sanitario che continuano a pontificare indisturbati.
Fallimento del Covid-zero all’italiana
Anche perché si dimostra sempre più l’inconsistenza dell’utopistica strategia italiana, mutuata su quella cinese, di voler sradicare il virus a colpi di divieti, decreti liberticidi e reclusioni domiciliari.
Una strategia diversa da quella di Paesi come il Regno Unito e Svezia (censurata dal direttore dell’Aifa, Nicola Magrini, sul Corriere della Sera) dove non ci sono più le nostre regolette, la vita scorre serena e non vi è alcun incremento dei contagi enfatizzato dai media.
Invece, noi siamo ancora alle prese col tasso di positività, con le percentuali e le statistiche che neppure spiegano fino in fondo l’incidenza o la recrudescenza della malattia.
L’intervista a Speranza
A dar manforte a Ricciardi, è intervenuto in prima persona il ministro della salute Roberto Speranza, intervistato da Repubblica. Al di là delle solite frasi fatte e della foto di gruppo con mascherina d’ordinanza all’esterno dello Spallanzani, il segretario di Articolo 1 ha preannunciato che in autunno si ricomincerà con gli hub e le campagne massicce di immunizzazione.
Non ha spiegato se tornerà in auge pure il certificato verde per piegare la volontà dei riottosi o degli indecisi. Ma, si sa, i sottintesi sono alla base di tutta questa storia. Si parte con gli anziani, i fragili e poi si arriva agli infanti.
La demonizzazione continua
Tuttavia, il nodo scorsoio è qui: l’ennesima dose si offre o si impone nuovamente, privando le persone dello stipendio, della libertà di movimento o della socialità? I segnali non sembrano incoraggianti. Infatti, è evidente che continua la demonizzazione dei comportamenti individuali e c’è chi paventa perfino il ritorno dell’odiosa mascherina al chiuso.
Un tweet dell’onnipresente Roberto Burioni fotografa bene la situazione: “Il 95 per cento degli italiani si comporta come se l’epidemia non ci fosse più”. Di grazia, cosa dovrebbero fare dopo aver subito due anni e mezzo di pesantissime privazioni e aver seguito ogni prescrizione, anche quelle demenziali? Flagellarsi pure durante la bella stagione? Rinunciare alla vita per paura di Omicron arrivata adesso alla quinta versione?
L’ondata estiva di tremendismo
Ormai, siamo ben oltre il punto di non ritorno. La deriva paternalistica, il velato avvertimento di nuove restrizioni, le coercizioni surrettizie non sono più tollerabili da un sistema democratico già abbastanza stressato e stropicciato dalle incredibili forzature subite finora.
Peraltro, se, come sostiene Fabrizio Pregliasco, contro questa nuova variante non c’è immunità che tenga, né quella farmacologica pure reiterata, né quella naturale da malattia o la combinazione delle due, allora tanto vale affidarsi al buon senso e alla liberà scelta dei cittadini.
Invece, vogliono costringere tutti indiscriminatamente in questo recinto di norme insensate e omelie quotidiane. Con il rumoroso sottofondo dell’ondata estiva di tremendismo che ricomincia a scandire in maniera sinistra il ritmo delle nostre ore. E, così, ci ritroviamo ancora una volta tra il pozzo e il pendolo. Sospesi tra il baratro e il terrore a reti unificate.