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Italia Sovrana e Popolare, un’ammucchiata di comunisti riciclati

Da Stalin allo ius soli, fino alle giravolte sul vaccino obbligatorio. Chi sono i vecchi e nuovi comunisti candidati nelle liste di Italia Sovrana e Popolare

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Un fantasma se ne va in giro per l’Italia, il fantasma del comunismo. Negli ultimi due anni sono nati diversi partiti e movimenti “antisistema” che si sono opposti a lockdown, chiusure senza criterio, Green Pass, discriminazioni e vaccini obbligatori.

Battaglie sacrosante, ma a ben vedere, tra i simboli “antisistema” c’è chi ne approfitta solo per cavalcare l’onda del dissenso, ma non ha le carte in regola per parlare né di libertà né di coerenza. Tra i simboli “antisistema” più noti, assieme a Italexit, Alternativa per l’Italia e Vita, spicca quello di Italia Sovrana e Popolare.

Nata dall’unione di Partito Comunista, Azione Civile, Ancora Italia, Riconquistare l’Italia e Comitato No Draghi-Patria Socialista, qualcuno la definisce una lista di “rossobruni”, ma di “bruno” non c’è un bel nulla.

Qualche candidato riconducibile alla destra ci sarà, ma verrà messo ai margini per far posto ai big del partito che sono tutti – dal primo all’ultimo – comunisti. Beninteso, non si tratta di un’operazione di gatekeeping, parola fin troppo abusata, è “semplicemente” una questione ideologica.

Antonio Ingroia

Tra i leader (e candidati) di ISP troviamo Antonio Ingroia, ex magistrato che negli ultimi anni si è speso per la causa degli immigrati, con i suoi slogan “non ci dimenticheremo di voi” (riferendosi agli immigrati). Si è fatto fotografare a Castel Volturno tra profughi e ragazzi dei centri sociali di Caserta, dopo aver annunciato di voler difendere immigrati e soccorritori indagati dai pm.

Nel 2011 ha partecipato al congresso del Partito dei Comunisti Italiani dichiarando che “un magistrato deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni ma io confesso che non mi sento del tutto imparziale. Anzi, mi sento partigiano, sono un partigiano della Costituzione”.

Candidato premier nel 2013 con la lista Rivoluzione Civile (che univa Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione comunista, i Verdi, Italia dei valori, Movimento Arancione di Luigi de Magistris e altre liste di sinistra), durante la campagna elettorale promise ius soli, unioni civili, adozioni per le coppie omosessuali e una legge contro l’omofobia e la transfobia (già nel 2013!). Intervistato dal sito gay.it dichiarò che il cambio di sesso deve essere reso “possibile anche in assenza di un intervento chirurgico”.

Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, del Partito democratico, lo nominò presidente di Riscossione Sicilia, società che si occupa delle imposte in Sicilia. Ingroia accettò, anche se il Csm gli impedì di entrare in carica. Successivamente, Crocetta lo nominò commissario di Sicilia e-Servizi e commissario della provincia di Trapani, incarichi che il vecchio compagno Ingroia accettò.

Nel 2017, assieme al comunista Giulietto Chiesa fonda Lista del Popolo per la Costituzione che si presenta alle politiche del 2018 con scarsi risultati.

Oltre a vicende goliardiche, come essere bloccato all’aeroporto di Parigi in stato di ebrezza, il compagno Ingroia è stato indagato per i suoi doppi incarichi (incompatibili) in Sicilia. Nel 2017 la Procura di Palermo lo indaga per peculato e nel marzo 2018 emana un provvedimento di sequestro di beni per oltre 150 mila euro. Nel 2020 arriva una condanna in primo grado per peculato per aver incassato dei rimborsi che non gli spettavano. Un bel curriculum per un “antisistema”…

Marco Rizzo, il comunista con le idee confuse

Tra le colonne portanti di ISP c’è anche Marco Rizzo. Deputato per dieci anni (1994-2004) di Rifondazione Comunista, di cui è stato uno dei fondatori, e Partito dei Comunisti Italiani, che fonda nel 1998 assieme a Cossutta per continuare a offrire il sostegno al governo Prodi I ritirato invece da Bertinotti (Rifondazione Comunista).

Rizzo è in maggioranza nei governi Prodi e D’Alema che hanno contribuito alla svendita del patrimonio pubblico che oggi dice di voler difendere. Era in maggioranza – come ricorda il Partito Comunista dei Lavoratori – senza muovere un dito quando la Nato – di cui lui oggi si vuole liberare – bombardò Belgrado, tant’è che a Torino, la sua città, i comunisti scrivevano sui muri “Rizzo pelato, servo della Nato”.

Nel 2004 viene eletto eurodeputato e si iscrive al gruppo “Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica”.

Entrato in contrasto con la sinistra sempre più arcobaleno, a 50 anni si riscopre un verginello politico e fonda il Partito Comunista. Il suo programma è antiliberista, antieuropeista, anti-atlantista e condanna i suoi ex “compagni”, ma con un colpo di spugna cancella anche tutto il suo passato.

Per Rizzo è giusto processare Salvini perché l’allora ministro dell’interno aveva bloccato i barconi con gli immigrati, mentre “le persone in mare si salvano. Punto”. Secondo il compagno Rizzo lo ius soli è solo un tema utile all’estrema destra per raccattare qualche voto. Forse è solo un problema economico, il resto non esiste, così come non sono esistono le colpe comuniste per le foibe (l’11 febbraio 2004 votò contro il Giorno del Ricordo). Dettagli.

Non fa nemmeno sorridere pensare di combattere – come ISP afferma – “la società del controllo”, con Green Pass e identità digitale, quando Rizzo ha come modello Stalin e la Cina comunista. A proposito dei vaccini, in una trasmissione su La7 ha detto:

“Io sono marxista e quindi sono per la scienza. Io sono per i vaccini obbligatori se sono provati, io credo che i vaccini debbano essere obbligatori nel momento in cui si sa che chi è vaccinato non propaga il virus. Oggi non c’è nessuno che ci dice che i vaccinati possono comunque passare il virus. Intendiamoci, se il vaccino serve a salvare le persone di per sé benissimo, e chi lo vuol fare, io l’ho fatto e mi voglio salvare, c’ho 60 anni e quindi è chiaro che l’ho fatto”.

Dimenticando ciò che Marx ed Engels hanno scritto nel Manifesto (“le idee dominanti di un’epoca, sono state, in ogni momento, soltanto le idee della classe dominante”), in poche parole Rizzo ha eseguito ciò che la classe dominante (il capitalismo che i comunisti combattono) gli ha chiesto di fare. Bravo compagno!

Patria socialista

Patria Socialista è un’altra sigla che si è unita a Italia Sovrana e Popolare. Simbolo meno conosciuto degli altri, ma non meno comunista e autoritario. Sulla pagina di Patria Socialista tra un elogio di Stalin e l’altro troviamo perfino gli auguri per la nascita della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

Dal momento che per i comunisti tutto si riduce ai rapporti economici e la parola identità è una specie di bestemmia, dal sito di Patria Socialista apprendiamo che i compagni sono a favore dello ius soli.

Singolare che uno dei temi principali di ISP sia la contrarietà – condivisibile – a Green Pass e vaccini obbligatori, ma che al suo interno ci siano leader che si sono espressi in termini piuttosto diversi.

Sulla pagina Facebook di Patria Socialista, il 6 agosto 2021 è stato pubblicato un lungo post in cui oltre alla solita prosopopea contro il capitalismo che impone il Green Pass, leggiamo “In tutti i Paesi del mondo, in primis quelli socialisti, hanno affermato che il vaccino può essere l’unico strumento per sconfiggere questo virus o quanto meno per arginarlo”, e che l’importante “è salvaguardare la propria salute e quella di chi c’è accanto”.

Tra le righe sembra di leggere che se un Paese socialista impone obblighi vaccinali è per il bene della collettività, se lo fa un Paese non-socialista è solo uno strumento per colpire i lavoratori. La solita doppia morale faziosa tipica della sinistra.

Venti giorni dopo, in un post del 26 agosto 2021, Patria Socialista scrive che il “Green Pass per come è stato pensato e per come viene usato, alimenta le deliranti tesi complottistiche del sedicente movimento No Vax, che ha in seno il seme del fascismo e dell’individualismo”.

In poche parole, Patria Socialista fa l’eco del Pd e dei televirologi: “devi vaccinarti per proteggere gli altri”, cosa che sappiamo essere falsa, con l’aggiunta di una spruzzatina di antifascismo che non guasta mai.

Poco più avanti Patria Socialista finalmente lo ammette: “Un governo serio e coraggioso si sarebbe assunto la responsabilità delle proprie azioni, ricorrendo allo strumento dell’obbligo vaccinale, per il contrasto immediato della pandemia”.

Mentre chi si opponeva alle misure restrittive scendeva in piazza, Patria Socialista – in quota Italia Sovrana e Popolare – promuoveva il vaccino obbligatorio. Se lo ricorderanno gli elettori che fanno le pulci agli altri?

Francesco Toscano

All’interno della lista, su posizioni “meno staliniste”, il che è un vanto tra persone che elogiano Kim Jong-un, troviamo Francesco Toscano, fondatore di Ancora Italia. Toscano, che spende ogni giorno una parola sui poteri massonici che attanagliano l’Italia, è stato segretario del Movimento Roosevelt, ispirato da Gioele Magaldi (massone iscritto alla Loggia “Har Tizon/Monte Sion all’Oriente di Roma, all’Obbedienza del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani).

Alle politiche del 2018 Toscano si è candidato alla Camera con la sopracitata Lista del Popolo per la Costituzione, fondata dai comunisti Ingroia e Giulietto Chiesa. Si autodefinisce “cattolico tradizionalista”, sul suo canale VisioneTv ha più volte rilanciato i messaggi dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, ma si candida nelle liste di comunisti atei e, nel caso di Ingroia, di promotori dell’ideologia arcobaleno, allo stesso livello di Alessandro Zan. Come si dice, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.

Pur criticando l’antifascismo d’accatto del Pd, ricadono nello stesso errore etichettando come “fascista” il governo Draghi e tutto ciò che a loro non sta bene, utilizzando lo stesso linguaggio del Pd.

Nota a margine: il vicepresidente nazionale di Ancora Italia è il musicologo Antonello Cresti, ex firma de “il manifesto, quotidiano comunista”. Sul suo profilo Facebook ha scritto “Dobbiamo riappropriarci del 25 aprile e del primo maggio”, ingiustamente egemonizzati dal Pd. Quelle date devono tornare ai “legittimi proprietari”: i comunisti.

Gli altri

Stefano D’Andrea, che nel 2016 ha fondato Fronte Sovranista-Riconquistare l’Italia – con l’immancabile stella rossa nel simbolo – ma con scarsa partecipazione elettorale in questi anni, ha deciso che il 25 settembre è la grande occasione per imbarcarsi sulla nave comunista chiamata Italia Sovrana e Popolare e provare a sbarcare il lunario. È affetto dalla stessa retorica antifascista di tutti gli altri compagni.

Tra i candidati di ISP troviamo anche Fulvio Grimaldi, noto comunista di vecchia data. Ha scritto per i giornali comunisti “Lotta continua” e “Liberazione”. Nel 2001 si è candidato al Senato per Rifondazione Comunista senza essere eletto.

La nota attrice novantacinquenne Gina Lollobrigida, già candidata alle elezioni europee nel 1999 con i Democratici di Romano Prodi.

Il senatore uscente Emanuele Dessì, che ha seguito la trafila PCI, Rifondazione Comunista, Movimento Cinque Stelle, con cui è stato eletto, per poi tornare all’ovile comunista con Rizzo.

Tra i candidati meno noti troviamo Martino Pirozzi, che dopo aver elogiato il Green Pass e pubblicato una foto in compagnia di Giuseppe Conte, in cui lo ringraziava per i fondi del Pnrr, è stato folgorato sulla via di Damasco e si è convertito al no Green Pass e al no euro.

L’abbaglio di alcuni elettori di destra

Molte persone di destra che si sono opposte al Green Pass voteranno Italia Sovrana e Popolare, credendo di poter avere un rapporto paritario con i comunisti. Questa apertura a sinistra è unidirezionale (è solo la destra che si apre a sinistra).

Occorre capire che le “sintesi politiche” non esistono. I cosiddetti “rossobruni” sono solo comunisti che prendono voti da persone di destra, cosa che a parti invertite non avverrebbe mai. Mentre le persone di destra sono disposte a votare un simbolo comunista che va contro i propri ideali, i comunisti non voterebbero mai una lista che presenta dei simboli riconducibili alla destra, egemonizzata da candidati identitari.

Negli elettori di destra che credono di essere “politicamente aperti” in realtà c’è solo un’ingenua subalternità nei confronti dei comunisti, le stesse fisime dei partiti tradizionali di centrodestra che cercano continuamente – e senza risultati – l’approvazione etica e politica del centrosinistra. I comunisti non cambiano: erano, sono e saranno sempre comunisti.

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