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La grande ammucchiata: sinistra, destra, tifosi della pace alle condizioni di Putin

Tutti i deliri dei sedicenti equidistanti: storia revisionata e antiamericanismo d’antan. Ma la degenerazione occidentale non giustifica il tifo per Putin e Xi

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La sconcezza morale dei nostalgici dell’impero sovietico non ha limiti, arriva all’esaltazione di Silvio che da trent’anni vogliono far fuori; che Berlusconi abbia i suoi motivi per sostenere l’amico al Kremlino, che questi motivi siano gli stessi già dipinti come criminali, nientemeno, dagli stessi che oggi lo lodano, non imbarazza nessuno.

Nazionalisti e umanitari

La grande ammucchiata, estremisti di sinistra, di destra, sedicenti equidistanti e tifosi della pace alle condizioni di Putin, è oscena, rumorosa. Si leggono cose deliranti, si sente accusare la premier Giorgia Meloni di “continuare nella sistematica distruzione dell’Ucraina”. Come se l’Ucraina la stesse demolendo l’Italia, come se non fosse chiaro chi la va spianando.

Ma che dovrebbe fare un primo ministro? Restare fuori dalla ricostruzione mentre tutti si fanno avanti? Lasciarla alla Cina? Sarà anche mentalità delle colonie, ma c’è sempre stata, anche a sinistra, soprattutto a sinistra e non si capisce quale mostruosità compia un governo che voglia partecipare alla riedificazione di un Paese invaso con mezzi nazionali. “Bravi, continuiamo così, andiamo a rifare gli ospedali e le case là e freghiamocene della sanità qui”. E poi i nazionalisti sarebbero a destra e gli umanitari a sinistra?

La storia revisionata

Quando non sanno rispondere, gli opportunisti e i Pulcinella sovietisti si rifugiano nella storia, opportunamente revisionata, nel Donbass teatro degli orrori di sola matrice ucraina, nel “legittimo governo” putiniano fatto cadere dagli Usa, nelle provocazioni della Nato cui le repubbliche ex sovietiche e i Paesi del Nord Europa chiedono di aderire spontaneamente.

Le provocazioni sono sempre da west a east, mai il contrario. Non una parola sugli accordi del 1994 traditi da Putin, sulla progressiva invasione di Georgia e Crimea, sulle farneticazioni di per sé illuminanti di Lavrov. Non si capisce come mai se l’America fa la superpotenza è un crimine contro l’umanità, se la fa la Cina, servendosi della Russia, è legittima difesa. Così vanno le cose, così devono andare.

Antiamericanismo

Giorni fa ho partecipato a un talk show e c’erano due personaggi, uno un cacciatore di Ufo che ripeteva compiaciuto: America padrona del cielo e della terra e unico stato canaglia. Quando gli ho fatto notare che è stato Xi a vantarsi di avere la flotta militare più importante al mondo, di avere sistemi di controllo spaziale non secondi a nessuno, a dire all’ultimo congresso che la potenza militare cinese ha superato quella statunitense, ha replicato: non mi intendo di geopolitica.

Ma questo era solo un soggetto pittoresco, con una agghiacciante giacca a quadrettoni. Più insidioso l’altro, un consulente, ricercatore non so di che cosa, il cui fanatismo antiamericano rasentava l’odio barricadero degli anni Settanta: l’America, diceva, sta dietro ad ogni imperialismo, ad ogni invasione, ad ogni crimine, ad ogni genocidio, la Cina è una forza tranquilla, pacifista, vittima dell’imperialismo americano. E lo diceva in collegamento da Pechino dove gli avevano dato una cattedra. 

Uno che fa questo mestiere, in definitiva dire la sua sull’universo mondo, sapendo che il mondo non ne sente la necessità, si sente dire: ma chi te lo fa fare di litigare sempre con tutti. Ma è dura sentire certe bestialità oltre la propaganda e la disinformazione e stare zitti.

La degenerazione occidentale

L’Occidente è malato, è una Babilonia invivibile? La cultura censoria, la dittatura gender e green viene dagli Stati Uniti? Non solo e non sempre, anche la Cina cavalca il gretismo idiota a suo esclusivo vantaggio, senza metterlo in pratica.

Anche la propaganda, il controllo dei social che ha contribuito non poco alla devastazione sociale in tempo di Covid sono pessimi esempi della degenerazione democratica occidentale e americana.

Ma come si fa a considerare solo la manipolazione da Washington e a dare per scontata l’altra, di Mosca, di Pechino? La logica del fatto compiuto, “lo sappiamo che quelle sono dittature” non è un granché, tanto più che finisce nella demagogia miserabile: “Invece l’America è una falsa democrazia”, per cui è inutile scegliere, però si sta con Putin.

L’America sarà anche una democrazia corrosa, come le altre occidentali, europee ma nel tempo in cui ha visto scorrere Clinton, due generazioni di Bush, Obama, Trump, Biden, in Russia c’è stato solo Putin e in Cina un dittatore a vita come Xi può far prendere il predecessore e farlo sparire di scena sotto gli occhi del mondo.

E, prima o dopo, le informazioni circolano e gli scandali emergono. Altrove è più difficile, è più invalsa la democrazia del polonio e della deportazione.

Zelensky e un popolo invaso

Zelensky, nessuno lo nega, è un tipo ambiguo al limite della sopportazione, è un provocatore, un narcisista manipolatore, uno che, fatto inaudito nella storia dell’uomo che è storia di guerre, non chiede aiuto ma lo pretende e alle sue condizioni.

Ma basta questo a dimenticare che c’è un popolo invaso, una nazione in armi che non vuol saperne di arrendersi, e una dittatura militare che l’ha invasa? O sarebbe questo “un argomento trito e ritrito” come ho letto da una imbecille in fregola sovietista? Gli ucraini si difendono con ferocia? E che dovrebbero fare? Azov contro Wagner, ma non prendiamoci in giro: sono popoli fratelli e non c’è niente di violento come due fratelli che prendono a odiarsi.

Retorica del disarmo

Certo, una tregua andrà raggiunta, la fine delle ostilità va perseguita e la si raggiunge con la concretezza della realpolitik, sacrificando ciò che ormai è perso e arginando il possibile. Ma non si può pensare a una pace alla condizioni di chi non accetta condizioni.

La retorica del disarmo è sospetta, l’equazione “più armi a loro più povertà per noi” non pare granché per la semplice ragione che trascura completamente le conseguenze dello sfondamento risolutivo dalla Russia.

Intanto Putin, “il vero aggredito”, colto come il patriota che dovrebbe salvare l’Occidente dalle sue degenerazioni, si riscalda con la Moldavia da invadere passando per la regione della Transnistria che diventerà il nuovo tormentone anche perché suona bene. E i suoi tifosi pacifisti: eh certo, che deve fare, è stato provocato.