Politica

La grillina che minaccia una “Piazzale Loreto”: ma chi insegna ai nostri figli?

Il richiamo di Susanna Cherchi in aula non solo alimenta l’odio e le tensioni, ma manca di rispetto alla memoria storica e alle vittime di tutte le dittature

Susanna Cherchi

Un atto di inaccettabile violenza verbale da una figura di spicco del Movimento 5 Stelle, finita al centro di una controversia che ha suscitato sdegno e condanna unanime da parte del mondo politico e civile. La deputata grillina Susanna Cherchi ha evocato in aula Piazzale Loreto, il luogo tristemente noto per l’esposizione dei corpi di Benito Mussolini e altri gerarchi fascisti nel 1945 appesi a testa in giù.

Questa dichiarazione è grave non solo per il suo evidente richiamo a un episodio violento e drammatico della storia italiana, ma anche perché riflette una mancanza di rispetto per la memoria storica e per le vittime di tutte le dittature. In un momento in cui il Paese ha bisogno di coesione e dialogo, queste parole rappresentano un’inaccettabile incitazione all’odio e alla divisione.

Il Movimento 5 Stelle, fondato su principi di democrazia diretta e partecipazione civile, come veniva fortemente reclamizzato, deve prendere le distanze in modo netto e deciso da tali uscite. È essenziale che i suoi rappresentanti dimostrino un comportamento all’altezza delle istituzioni che rappresentano e che condannino fermamente qualsiasi forma di violenza, sia fisica che verbale.

La politica deve essere un luogo di confronto civile e rispettoso, dove le idee si scontrano in modo costruttivo e dove la storia viene ricordata per evitare che gli errori del passato si ripetano. Rievocare momenti di violenza come quello di Piazzale Loreto è non solo irresponsabile, ma pericoloso, perché può alimentare tensioni e risentimenti in una società già provata da molteplici crisi.

La condanna di questo gesto dovrebbe essere ferma e unanime. I leader politici di tutti i partiti sono chiamati a esprimere il loro sdegno e a ribadire i valori della democrazia, della pace e del rispetto reciproco. Solo così si può sperare di costruire una società più giusta e inclusiva, dove non ci sia spazio per l’odio e la violenza.

Ma c’è un punto che occorre considerare. La Cherchi è un’insegnante, una docente di matematica. Oggi siede in Parlamento, grazie al Movimento 5 Stelle, ma una volta terminata l’avventura politica, tornerà ad insegnare? È normale per voi che una docente possa minacciare gli avversari politici evocando una “Piazzale Loreto”. Eccone un’altra che insegna ai nostri figli e alle nostre figlie non altro che la violenza.  

Last but not least: è necessario che l’esponente politica autrice di tali dichiarazioni rifletta profondamente sulle sue parole e sulle loro conseguenze. Chiedere scusa è il primo passo, ma è altrettanto importante che questo episodio serva da lezione per tutti: il linguaggio della politica deve essere improntato al rispetto e alla responsabilità. Solo così si può sperare di onorare veramente la memoria delle vittime del passato e di costruire un futuro migliore per tutti.

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