L’Intelligenza Artificiale può davvero condizionare in senso negativo lo svolgimento delle tante tornate elettorali che attendono, in pochi mesi, Europa e America? Le opinioni al riguardo sono discordanti, ma molti analisti e commentatori propendono per il sì. E si capisce il perché.
Video fasulli
Negli ultimi tempi abbiamo assistito a una sorta di alluvione di filmati fasulli, ma diventati ben presto virali, che hanno coinvolto tra gli altri la presidente della Moldavia Maia Sandu, il leader laburista britannico Keir Starmer (succeduto a Jeremy Corbyn), e persino una candidata al parlamento dell’Ulster che ha scoperto, ma solo ex post, di essere protagonista di un filmato porno.
Questo per limitarci all’Europa. Negli Usa la situazione è forse ancora più grave. Soprattutto Donald Trump, dopo aver annunciato la sua candidatura alla presidenza, è diventato oggetto suo malgrado di una campagna di filmati falsi che, tuttavia, sono diventati anch’essi virali nei social network.
Guerra ibrida
Dunque l’Intelligenza Artificiale, pur ammirata ed esaltata da molti scienziati e ingegneri che la giudicano un passo avanti fondamentale del progresso tecnologico, pone rischi molto seri per l’ordinato svolgimento delle elezioni nelle nazioni dell’Occidente. Anche perché gli hacker al servizio delle potenze totalitarie, con Russia e Cina in prima fila, lavorano alacremente per fomentare il caos – del resto già esistente – nelle democrazie liberali.
Il problema principale è capire come le suddette democrazie possono mettersi al riparo in questa guerra ibrida, non dichiarata ma reale, che finora le ha costrette ad adottare un atteggiamento difensivo il quale molto spesso non risulta affatto vincente. Del resto è inutile attendersi cautela da parte di Vladimir Putin e di Xi Jinping, e dai loro sodali come il dittatore nord coreano Kim Jong-un e gli ayatollah del regime iraniano.
Le elezioni nel tempo dell’Intelligenza Artificiale diventano pertanto molto più complicate del solito, al punto di far temere che i risultati elettorali possano essere manipolati su grande scala, falsando la volontà popolare e proclamando vincitori falsi.
In passato, per produrre contenuti fasulli ma credibili, erano necessarie risorse e competenze che pochi possedevano. L’avvento dell’IA ha reso tutto più semplice. Sono sufficienti una fotografia e la registrazione della voce di una persona per costruire un filmato in cui si può far dire a tutti qualsiasi cosa. E, quando vengono messi in rete, questi filmati sembrano del tutto autentici.
Anche la cybersecurity ha fatto notevoli progressi. Non tali, tuttavia, da impedire che i falsi circolino in abbondanza e convincano gli elettori meno smaliziati. Occorrerebbe, a questo punto, un accordo mondiale sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, sotto la supervisione di un organismo sovranazionale. Non si vede però perché le potenze autoritarie dovrebbero rinunciare a utilizzare l’IA in modo scorretto. Hanno capito benissimo che si tratta di uno strumento utile per sovvertire l’attuale ordine internazionale, e per passare a un nuovo ordine dove Russia, Cina & Co. avranno l’ultima voce in capitolo.
Rischio quinte colonne
Per quanto sia uno strumento molto sofisticato dal punto di vista tecnico, l’Intelligenza Artificiale sfrutta a piene mani l’impulsività degli utenti dei social network. Oppure, per dirla in altri termini, i falsi si nutrono – è importante rammentarlo – della dimensione emotiva della comunicazione. Dimensione che è parte integrante della natura degli esseri umani. È quindi importante che in Occidente le autorità adottino misure efficaci per limitare i danni.
Senza tuttavia scordare che le autocrazie vantano un gran numero di simpatizzanti nei Paesi occidentali, fatto che si può constatare ogni giorno. Accanto a quelli che si manifestano apertamente, lodando l’ordine sociale mantenuto in Cina dal Partito Comunista e la capacità di Putin di controllare la Russia in modo pressoché completo, vi sono i simpatizzanti nascosti. Non si dichiarano apertamente, ma il loro orientamento si può discernere da una lettura attenta dei discorsi e del comportamento. Quest’ultima è per ovvi motivi la categoria più pericolosa, in quanto può diventare una vera e propria “quinta colonna” se i conflitti in corso dovessero ulteriormente inasprirsi.