Basta uno spot senza bimbi di colore, senza coppie Lgbtq, senza slogan green e ammennicoli politicamente corretti vari, per farli uscire pazzi. Bollato subito come “tradizionalista” e “contro il divorzio”, lo spot di Esselunga di cui molto si discute in queste ore (non faccio spoiler, guardatelo) per una volta non mostra famiglie felici e coppie perfette, ma la vita reale, a volte dolorosa, limitandosi molto delicatamente a rimettere al centro i bisogni dei bambini.
Dibattito vigilato
Ma no, non si può, molti lo hanno vissuto come un affronto. Un affronto alla loro idea di progresso elevata a dogma indiscutibile, al pensiero fluido-inclusivo che in realtà esclude. Al punto da dimostrare implicitamente la tesi del generale Vannacci nel suo “mondo al contrario”. Ciò che è normale desta scandalo, riprovazione. Qualcuno ha visto nello spot una campagna per attaccare il “diritto” al divorzio orchestrata da chissà quale gruppo di fondamentalisti cattolici, se non addirittura dal perfido governo Meloni.
Che abominio, che scandalo! Un padre e una madre, una coppia etero, una famiglia naturale. Sarebbero capaci di vedere omotransfobia persino negli occhi di una bambina che vorrebbe vedere la mamma e il papà tornare insieme.
Ma cosa ci dicono queste reazioni? Il putiferio scatenato sui social, e vedremo oggi sui giornali, dimostra sostanzialmente tre cose: (1) Esselunga ha azzeccato la campagna pubblicitaria; (2) siamo talmente immersi nella cultura woke e politicamente corretta, che basta pochissimo per urtare la suscettibilità dei “buoni e giusti”; (3) un sacco di gente non ha nulla da fare né, soprattutto, a cui pensare.
Ormai il nostro è un dibattito pubblico vigilato, con i guardiani della nuova morale pronti a scattare e vilificare.
Una sconfitta per tutti
Certo, lo spot affronta il tema della separazione con gli occhi dei bambini. Ma non c’è condanna, c’è un messaggio che riguarda tutti, genitori e non, separati e non. Tutti più o meno travolti dagli affanni della vita, immersi nei nostri guai e incasinati in rapporti falliti, cerchiamo però di fare più attenzione ai sentimenti dei bambini. Non risolveremo i nostri problemi, ma male non può farci.
La separazione è in molti casi inevitabile. Nessuno sta dicendo che in presenza di un rapporto naufragato bisogna far finta di niente e andare avanti per i figli. La separazione e il divorzio resteranno sempre preferibili ad una convivenza conflittuale, che può essere altrettanto traumatica per i bambini. Ma dobbiamo ricordarci che prima di un “diritto”, si tratta pur sempre di una sconfitta. Per tutti. E che occorre il massimo dell’impegno da parte degli adulti perché coloro che sicuramente non hanno colpe, i nostri figli, soffrano il meno possibile.
Riguardatelo bene lo spot. La bambina vorrebbe vedere i genitori tornare insieme? Certo, ma il pensiero di far credere al papà che sia stata la mamma a volergli donare la pesca non osa nemmeno aspirare a tanto. Forse le basterebbe il sollievo di vedere un gesto d’affetto, di semplice gentilezza. Un gesto di ri-conoscenza, di normalità. Ops…