Quando, nel 2021, morì la scrittrice egiziana Nawal al-Sa’dawi, in molti le resero omaggio per essere stata un pilastro del femminismo e della lotta per i diritti delle donne nel mondo arabo.
Tuttavia, in Italia ci fu anche chi ne contestò la memoria, specialmente in seno alla comunità musulmana: sul giornale islamico La Luce comparve un articolo a firma del direttore Davide Piccardo, il quale accusò la scrittrice e i suoi seguaci di essere sostanzialmente dei nemici dell’islam, nonché di essere subalterni alla cultura occidentale.
Questo atteggiamento rispecchia un contesto più ampio: nonostante molte femministe occidentali vedano nell’islam radicale un alleato in chiave terzomondista (si vedano le recenti scene dell’8 marzo, dove le attiviste di Non una di meno si sono schierate con i palestinesi e contro Israele), gli stessi dirigenti delle comunità musulmane spesso non nascondono il loro astio nei confronti delle femministe e degli attivisti LGBT.
Contro la dissidente
Sempre nel 2021, la comunità islamica in Italia è rimasta scossa dopo che Sumaya Abdel Qader, consigliere comunale di Milano per il Pd e musulmana praticante, ha condiviso appieno le posizioni del suo partito sostenendo l’aborto, i matrimoni gay e il ddl Zan. In tale occasione, La Luce criticò la Qader per il suo sostegno a quelle che il quotidiano definì “leggi controverse sotto il profilo etico quando non chiaramente anti-religiose”.
Alcuni giorni dopo, un altro articolo sullo stesso giornale prese di mira “i musulmani che si presentano col velo e tutti gli annessi ed i connessi ma che portano avanti idee politiche aberranti”, ossia i diritti degli omosessuali, al cui riguardo aggiunse “che queste tendenze sono nocive per l’individuo e la società ed è responsabilità di ognuno lottare ed impegnarsi per garantire una società più etica e più giusta per i propri concittadini ed i propri figli”. Parole che avrebbero fatto gridare allo scandalo se dette da giornalisti o politici di destra e cristiani, ma che invece non suscitano la stessa reazione se proferite su un giornale islamico.
Contro i trans ma per la poligamia
Dopo che recentemente si è cercato di annullare la presentazione presso l’Università La Sapienza di Roma di un libro scritto da Yahya Sinwar, defunto leader di Hamas a Gaza e mandante dei massacri del 7 ottobre, Davide Piccardo ha scritto un editoriale in cui oltre a dipingersi come vittima di una presunta “censura sionista”, ha attaccato anche quegli stessi collettivi di sinistra che in genere tifano per i palestinesi.
Criticano la censura quando viene imposta dai sionisti o dall’Università, ma poi sono i primi a praticarla appena incontrano qualcuno che non recita il loro catechismo ideologico. Si dichiarano anticolonialisti, ma poi disprezzano l’identità dei palestinesi, che è profondamente islamica, e vorrebbero imporre loro le loro fantasie gender fluid e transfemministe. Sono così prigionieri della loro mentalità coloniale da non rendersi conto che i popoli del mondo – inclusi i palestinesi – hanno valori, tradizioni e una visione della vita che non hanno nulla a che fare con le loro derive ideologiche.
Il suo dipingersi come vittima della censura rivela una certa ipocrisia: dopo il 7 ottobre 2023, relatori filoisraeliani sono stati più volte censurati negli atenei a causa dei collettivi pro-Palestina (è successo a David Parenzo proprio a La Sapienza, a Maurizio Molinari all’Università di Napoli Federico II e ad associazioni filoisraeliane alla Statale di Milano).
Curiosamente, già nel 2016 lo stesso Piccardo aveva suscitato scalpore per aver proposto di legalizzare la poligamia, da lui definita un “diritto civile” al pari delle unioni gay. Nello stesso anno, prese posizione contro Nichi Vendola, all’epoca presidente del partito Sinistra Ecologia Libertà, per aver avuto un figlio con il suo compagno tramite la maternità surrogata.
Omosessualità nei Paesi musulmani
Per capire come vivano i gay nei Paesi musulmani, e più in generale in contesti non occidentali, basterebbe guardare i dati: secondo l’ILGA (International Lesbian and Gay Association), attualmente esistono 62 Paesi membri dell’Onu che criminalizzano l’omosessualità. Di questi, 31 si trovano in Africa, 20 in Asia, 6 in Oceania e 5 nelle Americhe, e nessuno in Europa. Inoltre, su sette Paesi in cui è prevista la pena di morte per i rapporti omosessuali, sei sono a maggioranza musulmana (Arabia Saudita, Brunei, Iran, Mauritania, Nigeria, Yemen) e solo uno è a maggioranza cristiana (Uganda).
Anche quando esponenti del clero islamico hanno cercato di aprire la loro fede agli omosessuali, in alcuni casi hanno perso la vita: è successo all’imam sudafricano Muhsin Hendricks, ritenuto da molti il primo imam gay dichiarato in quanto aveva fatto coming out già nel 1996. Il 15 febbraio 2025 è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco nella sua auto.
Conclusioni
Da quanto si è visto finora, è chiaro che femministe e attivisti LGBT di estrema sinistra prendono un abbaglio quando pensano di fare fronte comune con Hamas o altri movimenti islamisti. A Piccardo e alla redazione de La Luce va perlomeno riconosciuta una certa coerenza, che molti progressisti occidentali evidentemente non possiedono. Questi ultimi si scandalizzano quando politici di destra e cristiani prendono posizione contro le loro istanze, ma sono molto più silenziosi se sono dei musulmani a dire esattamente le stesse cose.
Il fenomeno degli attivisti omosessuali pro-Hamas e anti-Israele è stato abilmente smascherato da Ayan Hirsi Ali, attivista americana di origine somala per i diritti delle donne, la quale a cinque anni subì la mutilazione genitale femminile. Intervistata nel 2024 dal giornale UnHerd, ha spiegato:
Se sei una famiglia musulmana e all’interno della tua famiglia c’è qualcuno sospettato di essere gay, è obbligo della famiglia commettere un delitto d’onore. Quindi non si arriva nemmeno al governo, ai tribunali e ai processi. E quando succede, lo si fa pubblicamente e nel modo più raccapricciante. Quindi, penso che “Queers for Palestine” sia un’altra manifestazione di come la nostra società stia diventando davvero stupida.