Riforma della giustizia al via. Sinistra e toghe rosse già in crisi di nervi

Carriere separate e “Afuera!” le correnti dal Csm. Già pronta la trincea di Pd, 5 Stelle, Verdi etc, e ovviamente Anm e gazzette delle procure

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Finalmente, la riforma della giustizia ha preso vita, e le toghe “rosse” sono già sull’orlo di una crisi di nervi. Previsti: strepiti, lamenti e scioperi contro la “deriva fascista”. Perché viene ritenuto fascista mettere fine ad una deriva di una magistratura ai comandi della sinistra.

Siamo finalmente arrivati al dunque, grazie ad un governo coraggioso e deciso. Perché è da anni, diciamo dai tempi di Berlusconi, che si agitava questo panno davanti al toro, salvo poi riporlo. Oppure nemmeno mostrarlo in Parlamento.

Il Consiglio dei ministri mercoledì ha dato il via libera alla riforma della giustizia, mentre il Senato martedì ha votato l’abolizione dei senatori a vita. Era ora, diciamolo. I due segnali chiari e forti per tutti gli elettori del centrodestra, e per la credibilità di un governo il cui programma viene rispettato e sostenuto, la maggioranza fa il suo lavoro.

Le reazioni

L’Associazione nazionale magistrati ovviamente è già sul piede di guerra, assieme al Partito democratico che ha dichiarato: “l’autonomia delle toghe è in pericolo”. Pericolo? Quale. Sarebbe da chiederglielo. Forse in pericolo è la loro appartenenza ad un pensiero pilotato e molto poco laico? Dunque tutto va bene.

Repubblica scrive: “Giustizia, il governo accelera sulle carriere separate. La freddezza del Quirinale”. Quale freddezza se l’incontro di martedì scorso tra Carlo Nordio, Alfredo Mantovano e Sergio Mattarella è andato bene e il governo ha licenziato il testo del Guardasigilli dopo aver informato il capo dello Stato? Alcuna. Esulta il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani, leader degli azzurri:

Abbiamo ottenuto un successo straordinario. Finalmente siamo arrivati a una riforma che va nella direzione della tutela dell’interesse dei cittadini, un processo equo con accusa e difesa sullo stesso piano, con esaltazione del ruolo del giudice terzo, non è assolutamente una riforma che va contro la magistratura anzi esalta il ruolo del magistrato giudicante e si va nella direzione della de-politicizzazione della magistratura.

Soddisfatta anche  il ministro delle riforme costituzionali Elisabetta Alberti Casellati: “un passaggio fondamentale verso un sistema giudiziario più equo e più a misura dei diritti dei cittadini che potranno contare su processi più rapidi”.

Carriere separate

La separazione delle carriere cosa comporta? Due carriere separate: La magistratura resta “un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”. Sarà composto “dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente”. Giudici e pm, come ha sempre chiesto Berlusconi, avranno due vite professionali distinte e mai intercambiabili.

Ora comincia l’iter per la nuova legge costituzionale che attua – come spiega il Guardasigilli Carlo Nordio – “il principio fondamentale del processo accusatorio“, ovvero differenziare il percorso di chi è chiamato a giudicare da quello di chi, come il pm, ha l’incarico di muovere le accuse.

Fuori le correnti dal Csm

Sotto i riflettori c’è anche lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura, i cui membri saranno nominati per sorteggio, per ognuno dei due Consigli. “Con il sorteggio interrompiamo una serie di anomalie”, dice Nordio.

Escono quindi fuori le correnti dalle nomine del Csm ma resta ai margini pure la politica: anche la componente laica del Csm, ovvero i membri elettivi che attualmente vengono scelti per un terzo dal Parlamento in seduta comune, sarà interamente nominata sottoponendosi al principio di casualità.

Responsabilità dei magistrati

Adesso attendiamo anche la responsabilità dei giudici che commettono errori, perché non è più concepibile né ammissibile che si facciano anni di galera da innocenti, o si arrivi a “comprare” sentenze per salvare tizio o caio. Chi sbaglia paga. Come in tutti i settori. Un magistrato è forse diverso da un medico? Eppure quest’ultimo viene addirittura esonerato dal suo servizio e sottoposto a processo. Perché ciò non tocca le toghe? Basta. Incrementiamo questa riforma con questa nuova integrazione e vedrà molto più consenso.

Detto ciò, anche se il grande sogno di Silvio Berlusconi si sta per avverare, non per raffreddare gli entusiasmi, bene precisare che trattasi di un disegno di legge costituzionale, che sappiamo dovrà trovare i 2/3 dei consensi in Parlamento per evitare un referendum dall’esito incerto, visto il fronte degli oppositori, ed un tempo non breve di attuazione.

Chi è già in trincea

Infatti è già pronta la trincea di Pd, 5 Stelle, Verdi, Italia Viva, Azione e altri “conservatori di sinistra” oltre –of course– a giudici, quotidiani di chiaro riferimento, come quelli del gruppo Elkann Gedi, De Benedetti, Cairo, nonché amministratori e burocrazie locali, centri sociali, Coop, Chiesa, e chi più ne ha, più ne metta. Insomma tutti quelli che ingessano il Paese e/o lo hanno “sgovernato” per oltre vent’anni senza vincere nemmeno una elezione.

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