Il termine più in voga da qualche ora è sicuramente “armocromia”. Di cosa si tratta, dunque? Di uno studio accurato e oggettivo della persona in termini di colori che ne caratterizzano la pelle, gli occhi e i capelli, al fine di determinare quali possano essere le tonalità di colori, caldi o freddi, saturi o vivaci, che maggiormente riescano ad esaltare quella stessa persona.
Di armocromia si è parlato molto (e tutt’ora se ne parla) a causa di una intervista ed apparizioni social, con conseguente tam tam ormai virale dai meme più assurdi, della leader del Partito democratico Elly Schlein, la quale ha spiegato al magazine Vogue Italia: “Le mie scelte di abbigliamento dipendono sicuramente dalla situazione in cui mi trovo. A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”.
È la prima segretaria donna del Pd ad affermare che, anche in politica, conti o sia fondamentale il modo di vestirsi. Nonostante le sue prime apparizioni non venissero legate così tanto alla cura nella esteriorità personale, ma molto alle posizioni politiche e personali, e dalla sua visione intrecciata di diritti sociali e ambientali (“c’è una mobilitazione europea che tiene insieme la giustizia sociale e la giustizia climatica, passando per la dignità del lavoro”), alla difesa della sua sfera privata contro gli abusi (“è sempre una forma di violenza”, ha detto in riferimento all’outing subito dalla sua compagna), è emersa la sua parte frivola, e la sua passione per l’armocromia.
Ma, si sa, tutto può accadere. Anche rivelare parti di sé nascoste. Ed è quanto si osserva in questo campo di ricerca, che fin dalla metà dell’Ottocento tocca tantissime discipline, dalla chimica all’estetica, dall’arte alla psicologia. Grazie ad influencer, ed esperti anche nel campo della moda e dello styling, negli ultimi decenni gli studi dell’armocromia stanno vivendo un rinnovato successo e una più ampia popolarizzazione, rendendo questa disciplina un’attività seria e, a ben vedere, anche utile a migliorarsi.
Comunicazione politica
Si tende a pensare che l’armocromia sia come un campo frivolo, quando in realtà lo studio dei colori, quindi di ciò che a noi sta meglio o peggio, addosso e come make up, è effettivamente comunicazione.
Quindi, ovviamente, l’armocromia è legata al neuromarketing, ed è fondamentale quando si parla di strategie di mercato, acquisti e vendite, così come, dunque a maggior ragione, anche quando si parla di comunicazione politica.
Chiunque si occupi di politica, che sia un ruolo di governo o di addetto comunicazione e stampa, bene sappia che dentro ad una strategia di percorso politico, di campagne elettorali, di dibattiti pubblici, si comunica ciò che siamo attraverso il modo di porsi, quindi anche vestire.
Partiamo pure dalle maniche arrotolate di Barack Obama (copiate da Renzi) alle cravattone rosse di Trump, dalle borse understated di Giorgia Meloni, ai rigidi tailleur monocromi di Angela Merkel, e potremmo citare anche le t-shirt verde militare di Zelensky.
Quindi, non stupiamoci più di tanto che i politici abbiano dei consulenti d’immagine, e di armocromia, perché da sempre è così. Piuttosto, sorprende e lascia un pò interdetti, che lo faccia chi fino a ieri si presentava come la “rivoluzionaria degli ultimi”, con abiti semplici e anonimi, che voleva sembrare ben lontana da questo uso ben conosciuto dai più.
Ma, forse, c’è da chiedere a Elly: era tutto studiato? Allora, Bingo!