Quale migliore occasione del voto sulla fiducia al governo Meloni per creare l’incidente con la polizia?
Ieri mattina, all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, se non fosse intervenuta la polizia, con qualche manganellata, una conferenza sarebbe stata impedita, la libertà d’espressione negata dallo squadrismo comunista degli antifascisti.
I fatti. Era in programma alla Facoltà di Scienze Politiche la conferenza “Il Capitalismo. Il profilo nascosto del sistema”, con Daniele Capezzone e il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Roscani, organizzata da Azione Universitaria e regolarmente autorizzata dall’Ateneo romano.
Ebbene, leggerete di “protesta”, di “scontri”, di “manganellate”, di “dissenso” e, incredibilmente, di “pacifici manifestanti”. Quasi da nessuna parte leggerete che al grido “fuori i fascisti dall’Università” – che all’indirizzo dei convenuti suona al quanto ridicolo – un centinaio di appartenenti ai collettivi studenteschi ha tentato di impedire lo svolgimento della conferenza.
Non hanno solo protestato, hanno proprio tentato di impedirla. Questo il punto. Hanno provato a forzare il blocco della polizia per fare irruzione nei locali dove si sarebbe dovuto tenere il dibattito. Quale migliore occasione del voto sulla fiducia al governo Meloni per creare l’incidente con la polizia?
Solidarietà agli squadristi
Già grave che la reazione della sinistra istituzionale sia stata il silenzio, ancora peggio la esplicita solidarietà di qualcuno agli squadristi.
Diversi esponenti politici di sinistra (Pd, 5 Stelle e sigle minori), nonché alcune ong come Amnesty Italia e Baobab, e media come Open e Fanpage, hanno preso esplicitamente le difese degli squadristi comunisti, senza menzionare che gli “antifascisti” volevano impedire a Capezzone e Rosconi di parlare.
Tra costoro, addirittura un ex premier, Giuseppe Conte, intervenendo in aula alla Camera in dichiarazione di voto contro il governo Meloni. Quale migliore occasione per strumentalizzare in chiave anti-Meloni qualche manganellata?
Solidarietà ai “pacifici manifestanti” anche dal senatore del Pd Michele Fina, mentre la sua collega deputata Chiara Gribaudo parla di “pessimo battesimo per questo governo” e annuncia una interrogazione parlamentare.
“Studenti manganellati alla Sapienza. Lotta antifascista, lotta anticapitalista, lotta contro il governo Meloni!”, ha twittato la portavoce di Potere al Popolo Marta Collot. Già, gli “antifascisti” che volevano impedire fascistissimamente agli altri di parlare.
“Solidarietà a chi lotta” anche dall’ex sindaco di Napoli, e magistrato, Luigi De Magistris, candidato con Unione popolare: “Arrivano Capezzone e Fratelli d’Italia all’Università La Sapienza di Roma ed arrivano pure le manganellate agli studenti. Noi siamo per scuola ed università pubbliche e non di censo e selettive sull’appartenenza di classe mascherata da un falso merito”.
Veri Liberali
Anche il “vero liberale” Oscar Giannino non ha voluto mancare l’occasione di strumentalizzare l’accaduto in chiave anti-Salvini e anti-Meloni, e pazienza se i manganellati volevano impedire al “fascista Capezzone” di parlare: “Ricordarsi sempre Salvini al Viminale e nella Lega dirigenti di un sindacato di polizia. Se ora nelle piazze frange della polizia credono avere l’ok all’uso della forza, ogni manganellata sarà imputata al governo. Meloni si assicuri che lo Stato faccia lo Stato, non la guardia pretoriana dell’imperatore“.
Dunque, per Giannino assicurare che un dibattito si svolga significa fare la “guardia pretoriana dell’imperatore”. Prendiamo atto. Gli ha risposto Daniele Capezzone: “Grazie anche a Giannino, per cui – desumo – deve essere del tutto irrilevante il fatto che si volesse impedire un libero convegno e l’intervento del fascista Capezzone. Con liberali così, a che serve certa sinistra? Complimenti”.
Né è mancato il tweet di un altro “vero liberale”, Elio Vito: “Meloni guarda con simpatia anche le manganellate agli studenti che manifestavano alla Sapienza?”.
Una proposta
“La libertà di parola non è una strada a senso unico. Chi inibisce la manifestazione del pensiero altrui non comunica, prevarica. Quanto accaduto a La Sapienza è esattamente ciò che non dovrebbe accadere in alcun contesto e ancor meno nei luoghi del sapere dove si coltivano i valori della libertà, del confronto, del dialogo”, ha dichiarato il ministro dell’Università Anna Maria Bernini.
Difficile credere che i “manifestanti” fossero tutti studenti dell’Ateneo. All’interno delle università dovrebbero poter entrare solo gli studenti iscritti, il personale e chiunque espressamente autorizzato. E ci permettiamo di suggerire ai ministri competenti una semplice misura: Daspo agli studenti coinvolti in manifestazioni violente fuori e dentro le università.