Tutte le “gaffe” di Papa Bergoglio: solo un gran dislessico?

Pugno, bandiera bianca, “frociaggine”. Difficoltà a leggere la realtà e articolare una frase. Grave per il capo di una religione che si basa sulla “Parola”

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papa francesco

Scriviamo ora quello che non scriveremmo il giorno della sua morte, quando in ossequio a un rito antico del silenzio di fronte a situazioni umane complicate sarà più bello tacere. Jorge Mario Bergoglio è stato una figura divisiva fuori della chiesa e forse ancor più all’interno della chiesa cattolica: per alcuni un buon pastore innovatore, per altri un personaggio nefasto o quanto meno inadeguato. E se invece, andando al di là della contrapposizione umorale che Papa Francesco suscita, giungessimo alla conclusione che egli in realtà si è rivelato un gran dislessico?

Dislessia: disturbo specifico della lettura, che inevitabilmente si riflette nella comprensione del testo. In senso figurato… è come se Bergoglio nei momenti più gravi della storia del mondo coincidente con il suo pontificato avesse cercato di “leggere” la frase giusta per interpretare il testo della realtà. E non ci fosse riuscito.

Il pugno

Come dimenticare il suo “se uno offende mia madre gli do un pugno”. Si era nel 2015 all’indomani della terribile strage di Parigi nella sede di Charlie Hebdo, seguita alle vignette del periodico francese. Se ogni persona di buon senso coglieva la orribile sproporzione tra la causa (lo sberleffo, l’oltraggiosità satirica) e l’effetto (12 morti ammazzati) e cercava di ricomporre in un equilibrio plausibile libertà di espressione e rispetto delle religioni, quelle parole così confidenziali sembravano quasi una giustificazione all’ultima ondata di stragi terroristiche in Europa.

Bergoglio non riusciva a decifrare il valore della libertà di parola e neppure l’invadenza di un sistema dogmatico (l’islam, fondamentalista o no) di estrema suscettibilità; nei segni impazziti di quel giorno coglieva solo la necessità di garantire il “quieto vivere” e dunque di non provocare…

Bandiera bianca

Strage efferata in corso è anche l’invasione russa dell’Ucraina e anche su questo argomento le cronache ricordano una intemerata bergogliana con l’evocazione del “coraggio di alzare bandiera bianca”. Evidenti in questo caso le buone, le sante intenzioni del pontefice, però è chiaro a tutti, anche a un bambino che gioca con i soldatini, che il presupposto per trattare è proprio non alzare bandiera bianca, ma al contrario manifestare una tenuta, una forza di resistenza.

Non a caso le parole del pontefice hanno ottenuto unicamente il plauso dei russi, loro sì in affanno in una controffensiva inconcludente, con Gazprom che scivola ai livelli del 1999. Invece di dare una mano agli ucraini, Bergoglio ha lanciato un salvagente all’autocrate del Cremlino.

Frociaggine

Di fronte a questi drammi – il terrorismo, la guerra – suscita un sorriso amaro l’ultimo pezzo del repertorio: la gustosa serie di epiteti boccacceschi scagliati contro i seminaristi “di tendenza”. Anche qui a voler fare gli avvocati di Papa Francesco si potrebbe evidenziare che il Nostro ha toccato con zampa di elefante in cristalleria un tema delicatissimo (che molti drammi e anche esborsi finanziari ha causato alla chiesa negli ultimi decenni).

L’esercizio malsano della sessualità, che partendo da un contrasto tra aspirazioni verginali e pratica omosessuale, talora sfocia anche in pedofilia. Argomento serissimo, se il tutto non fosse stato trattato dal pontefice come avrebbe potuto farlo il suo amico Lino Banfi

Dislessia: difficoltà di lettura/interpretazione di un testo e incapacità ad articolare una frase…. impedimenti un po’ gravi per il capo di una religione che si basa sulla “Parola”.

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