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Un caso Bibbiano anche a Torino? Un’altra inchiesta sull’affido di minori

Nell’inchiesta della Procura di Torino, chiusa con 14 richieste di rinvio a giudizio, tornano non solo gli stessi sistemi, ma anche alcuni personaggi di Bibbiano

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L’inchiesta che vide protagonista Bibbiano e il marcio sistema degli affidi dei minori si sta ripetendo a Torino.

Il precedente

L’inchiesta “Angeli e Demoni”, avviata nell’estate 2019, fece luce sul modus operandi dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, un consorzio di sette comuni di cui fa parte anche Bibbiano.

Accadeva che bambini tra i 5 e i 14 anni venivano sottratti ai genitori e, indotti da alcuni psicoterapeuti, erano costretti a testimoniare di aver subito dei maltrattamenti così da poter essere affidati ad altre famiglie. Gli affidatari, chiaramente, percepivano una somma di denaro dalle casse comunali per poter crescere questi bambini.

Non vogliamo, ora, soffermarci sulle difficoltà – nemmeno sminuirle – che un bambino allontanato dalla propria famiglia deve affrontare, tuttavia è chiaro a tutti che il percorso di affidamento deve seguire regole delicate e rigorose.

L’inchiesta, condotta dalla Procura di Reggio Emilia, scoprì che le persone coinvolte affidavano i bambini ad amici e conoscenti. Inoltre – ad aggravare il tutto – dalle indagini emerse che i bambini erano vittime di “lavaggi del cervello” tali da essere indotti a testimoniare abusi e violenze di vario genere subite nelle loro famiglie biologiche.

Dietro a tutto ciò vi era Claudio Foti, condannato a quattro anni con rito abbreviato. Foti era il responsabile della onlus Hansel e Gretel, che si occupava della psicoterapia di cui i bambini erano investiti.

Caso vuole che proprio la onlus Hansel e Gretel riceveva dal comune di Bibbiano, allora guidato dal piddino Andrea Carletti, l’affidamento della psicoterapia sui minori nel centro pubblico “La Cura”, senza bando di gara. Un breve inciso: le sedute di psicoterapia erano sovvenzionate dall’Unione Val d’Enza anche fino a 130 euro l’ora, nonostante la Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio.

Da Bibbiano a Torino

Il metodo Bibbiano trasportiamolo – adesso – a Torino: non è solo stato rilevato il medesimo modus operandi, bensì tornano, nell’indagine guidata dalla Procura di Torino, anche alcuni personaggi di Bibbiano.

Rimanendo sempre e comunque garantisti, l’indagine di Torino, coordinata dalla pm Giulia Rizzo, si è recentemente chiusa con 14 richieste di rinvio a giudizio. Tra gli indagati un nome già noto per le vicende reggiane. Risulta infatti indagata la psicoterapeuta Nadia Bolognini, ex moglie di Claudio Foti, insieme al quale già condannata per abuso d’ufficio nel caso Bibbiano appunto.

L’accusa

A Torino le indagini sono iniziate nel 2021 a partire dall’allontanamento di due fratellini nigeriani, un fratello e una sorella, dalla famiglia biologica a causa di presunti abusi. Oltre il danno, la beffa: gli abusi non sono mai stati riscontrati e la famiglia affidataria, una coppia di donne, è stata accusata di maltrattamenti.

Infatti, la coppia avrebbe invocato l’aiuto di Nadia Bolognini per indagare certi comportamenti anomali del bambino. Il sostituto procuratore, Giulia Rizzo, sostiene che la psicologa avrebbe indotto il bimbo a trasformare il ricordo di un “rito magico” eseguito dal padre in un abuso sessuale.

Il reato di falso ideologico, di cui è ora accusata l’ex moglie di Foti, sorge dalla “spinta” che le relazioni della psicoterapeuta avrebbero dato al procedimento di adottabilità e quindi di allontanamento di questi due fratelli.

Gli indagati, però, non finiscono qui: quattro assistenti sociali sono indagati per i reati di truffa aggravata e di abuso; indagate anche due neuropsichiatre, in servizio all’ospedale Maria Vittoria e al distretto Torino Nord dell’Asl.

Come a Bibbiano, anche a Torino quello che viene contestata è l’attendibilità degli accertamenti psicologici che venivano realizzati sui minori. Spesso e volentieri ciò che risultava da questi accertamenti era poi trasformato nella causa indebita degli allontanamenti.

Una nuova normativa

Il maltrattamento che hanno subito questi bambini – vuoi per un guadagno di natura economica (vedasi Bibbiano) o di personale natura egoistica (a Torino, attendendo la fine del processo…) – è stato giustamente condannato dalla premier Giorgia Meloni durante il suo discorso di insediamento alla Camera.

Si auspica, quindi, che dalla rilevazione dei problemi svolta dalla Commissione parlamentare sugli affidi di minori – presieduta dalla deputata Laura Cavandoli (Lega) – si passi ad una nuova normativa molto più stringente e capillare, che salvaguardi il benessere dei bambini e la loro crescita, in un ambiente sicuro, sano e affidabile.

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