Politica

Vademecum per marziani sulla Terra/2: le parole più vuote e moleste

Proviamo a spiegare agli alieni alcune delle espressioni più usate (e abusate) dalla politica e dai media: dai “sarò il presidente di tutti” agli influencer

Mars Attacks

Proseguiamo con il nostro vademecum, nell’ipotesi immaginaria in cui dei marziani, che sappiamo ci spiano da chissà quanto tempo, decidano di fare una puntatina sulla Terra per saggiare se vi sia la possibilità di convivere con i terrestri, o se invece non sia il caso di sterminarli, e abbiano incaricato degli scienziati italiani (molto stimati dagli abitanti del pianeta rosso) di spiegargli il significato preciso di espressioni che la politica e i nostri mass media utilizzano quotidianamente.

Sarò il presidente di tutti (anche nella versione ove a “presidente” si sostituisca “sindaco”, “governatore “ ecc.) – Qui i casi sono soltanto due: (1) Detto presidente non ha minima autorità impositiva sancita dalla legge, oppure: (2) S’inizia il mandato con una banalità pari a quella del fornaio che afferma che farà il pane.

Privilegiare il commercio di prossimità (le botteghe sotto casa) – Sacrosanto proposito che non tiene conto che i tantissimi che si rivolgono ogni giorno alla Grande Distribuzione Organizzata oppure preferiscano fare acquisti online, lo fanno per i seguenti motivi: i soldi da spendere sono sempre meno e al supermercato o sul web tutto costa assai meno, v’è molta più scelta e perché il tempo per avere la disponibilità del bene è più ridotto di quello necessario perché il bottegaio nostro amico possa procurarselo e vendercelo. A parità di condizioni, andremmo tutti al negozio sotto casa.

Il nemico da combattere è l’astensionismo – Dicesi così quando, in qualsiasi campagna elettorale, si colpevolizza chi preferisca non andare a votare e si vorrebbe imporgli l’obbligo del voto (bravissimi i dittatori a riuscirci), oppure accade quando non si sia minimamente sfiorati dal dubbio che i candidati abbiano, evidentemente, poca credibilità, per cui, del tutto legittimamente, ci sia chi preferisca astenersi dall’esprimere un voto ad alcuno di essi e ritenga (corretto o meno che sia) che tale scelta sia pari alla scheda bianca. Se perderanno le elezioni daranno la colpa all’astensionismo, ne stiano sicuri i marziani.

Non ho detto una cazzata, siete voi che avete “decontestualizzato” – I marziani la capiscono così: “Vero che ti ho detto che sei una merda, ma i giornali (o gli avversari) non hanno riportato i motivi per cui te l’ho detto”. Cari omuncoli coi dischi volanti, sulla Terra non conta cosa dicano persone lautamente pagate per almeno scegliere accuratamente le parole, ma conta invece il retro-pensiero, ossia una grande varietà di considerazioni arbitrarie, individuali e incerte che permettano di attribuire a una precisa frase detta un significato ben diverso, se non contrario. Verba volant, si sa.

Evidentemente volano pure la sintassi, la grammatica e financo la dignità di ammettere di aver sbagliato o la coerenza di confermare quanto detto. Basterà sostenere che qualcuno ha citato una nostra affermazione pubblica “decontestualizzandola” per poter dire qualsiasi nefandezza e farla franca. Un marziano ci chiede: “Dai… come si chiamava più quello che ha detto che se avesse perso le elezioni si sarebbe ritirato alla politica…? Ce l’ho sulla punta del circuito integrato…”

Onlus – Dicesi di attività che non dovrebbe avere scopi di lucro ma che, per qualche imperscrutabile motivo, a tanti fa gola dirigere. Evidentemente non si corre rischio di rimetterci di tasca propria, non si risponderà di eventuali malversazioni, e non si dovrà spiegare come e perché girino milioni su quei conti correnti.

Curiosità che non sfugge ai marziani: difficile vedere dei poveracci con la Panda a capo di una onlus. Nel caso decidano di scendere sulla Terra, ne faranno subito una, con opzione per una ong, altra cosa poco chiara su Marte ma che pare faccia girare un bel mucchione di quattrini ( e questi, i marziani, sanno benissimo cosa sono e non li mangiano).

Antagonisti – Così, sulla Terra, vengono definiti delinquenti abituali che praticano ingiustificata violenza sulle cose altrui e sulle persone, poiché definirli delinquenti starebbe male e passeremmo sicuramente al torto. Casomai si offendessero, sai com’è…

Comunista – Sappiano i marziani che v’è un modo infallibile per individuare chi effettivamente lo sia, anche senza fazzoletto rosso al collo e persino quando indossi una sacra tonaca: gli si dà del comunista e se si arrabbia vi confermerà di esserlo (in una delle sue tante varianti che non cambiano la sostanza). Tanto più veemente la sua arrabbiatura, tanto più intimamente sarà un comunista, perché comunisti lo si è dentro.

Fanno eccezione quelli che si definiscano tali anche nel logo di partito. Perlopiù sindacalisti mancati o decotti oppure socialisti rimasti senza partito, fanno di tutto per non sembrarlo affatto. Amano essere ben vestiti nei salotti televisivi ai quali sono relegati dal destino cinico e baro e non sopportano la Cgil e gli operai in genere.

Influencer – Dicesi di giovane o tardo-giovane che non abbia niente di concreto da fare nella vita e che nessuno vorrebbe come dipendente, socio o collaboratore. L’influencer è caratterizzato dalla spocchiosa convinzione di saperla più lunga degli altri. Egli si nutre di followers, che non ha la minima esitazione a comprare da una delle tante agenzie specifiche, pagandoli in danaro sonante.

Prima ancora di lavarsi la faccia, ogni mattino, controlla quanti followers ha guadagnato e quanti ne ha persi durante la notte. Nel caso ne perda costantemente, il suo ego insopprimibile lo porterà a concludere che il duro lavoro di sottrarre le masse alla crassa ignoranza sarà prima o poi premiato, e quindi è necessario insistere oltre il limite della decenza nell’opera eroica di propalare sciocchezze sul web. Alcuni guadagnano tantissimo (perlopiù quelli che considerano i propri sostenitori utili idioti), mentre altri faranno persino debiti pur di guadagnarsi uno straccio di risposta alla fatidica domanda: “Ma tu, di preciso, che lavoro fai?”.

Imprenditore moderno – Immediatamente riconoscibile per la sua auto costosa (non ho scritto “bella” ho scritto “costosa”), considera i suoi dipendenti dei somari e/o dei fastidiosi incapaci. Niente affatto conscio che i suoi dipendenti lo ricambino con la stessa ingloriosa qualifica, ritiene di essere l’unico che lavora davvero in azienda. Di solito ama farsi dare del “tu” e lo stesso fa coi suoi dipendenti, incurante dell’insegnamento paterno: “Troppa confidenza toglie la riverenza”, egli ama fare il populista, non perdendo occasione per rimarcare ai suoi sottoposti quanto sia generoso e comprensivo, salvo rubacchiare su qualche ora di straordinario.

Rispetto al deprecabile e obsoleto “imprenditore all’antica”, che badava alla sostanza, quello “moderno” si perde in mille cazzatine collaterali dell’impresa, privilegiando quelle delle quali non sappia valutare attentamente il rapporto costi/benefici. Qualora si avvalga di consulenti esterni perché ad essi riconosca utili competenze professionali, alla seconda volta che detti consulenti gli facciano notare che sta sbagliando, anche e soprattutto quando ciò impedisca di commettere una perdita aziendale, l’imprenditore moderno s’incazza assai e inizia a pagarli in ritardo o non pagarli del tutto.

L’imprenditore moderno, di solito, ha la straordinaria capacità di mandare in vacca anche la più fiorente azienda ereditata dal padre ed è intimamente convinto che esperti contabili, commercialisti, ingegneri e avvocati non capiscano un cazzo.

Telefoni cellulari – Veri padroni dei terrestri, i primi erano grossi, pesanti e facevano soltanto telefonate sotto la modesta copertura dei pochi ponti radio. Poi si è passati a quelli più piccoli , che facevano qualche telefonata in più e mandavano messaggi con il linguaggio T9 (che gli extraterrestri trovano esilarante nella confusione tra “mazziato” e “marziano”), poi quelli piccoli a libretto e dallo schermo grande come un francobollo commemorativo, con una copertura così così, poi quelli sottili a tutto schermo e senza tastiera (una croce per chi aveva le dita grosse) e poi, via via, sempre più grandi quanto a display ma con immutata bassa qualità telefonica.

Infine, nuovamente la corsa al sempre più piccolo (occhiali da presbite obbligatori) che, tutt’oggi, non telefonano un granché bene ma fanno un sacco di cose delle quali siamo schiavi. Sappiano, i marziani, che le persone importanti (ma soprattutto quelle che si ritengono tali) utilizzano esclusivamente i telefonini di una marca californiana.

Chi usa il sistema operativo alternativo è definitivamente consegnato alla categoria degli sfigati; meglio lasciarlo perdere. Si lasciano usare senza problemi ai bambini a partire dai tre anni , salvo lamentarsi dei pericoli della rete, mentre i cellulari che fanno solo telefonate sono ormai utilizzati dagli ultra novantenni nelle RSA. I marziani non hanno bisogno dei telefonini, ma li trovano gustosi come snack. Croccanti.

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la grande bugia verde