Il generale Roberto Vannacci, di fresca candidatura alle europee nelle liste della Lega, è riuscito ancora una volta nell’intento di attirare su di sé i riflettori e l’indignazione della sinistra. E fin qui tutto bene. Meno bene però che sia riuscito anche a ricevere critiche e dissociazioni da pressoché tutte le componenti del centrodestra, anche dal partito nelle cui file si candida, la Lega, con l’improvvida uscita sui disabili.
L’importante, ci viene spiegato, è che costringa la sinistra a parlare di lui. E in effetti, qualcuno ha cominciato a porsi qualche domanda: ma non sarà che tutta questa attenzione fa il suo gioco e il gioco della destra? Non sarebbe forse meglio ignorarlo? Tranquilli, non ci riusciranno…
Questa volta però l’attenzione che le sue parole hanno suscitato è andata molto oltre i confini della sinistra. Bravissimo a smascherare il bigottismo, il politicamente corretto, l’ideologia woke, la povertà di argomenti di una sinistra che sembra incapace di fare altro che fascistizzare il suo avversario, questa volta il generale ha scoperto il fianco, ha offerto un insperato assist per una narrazione diversa: la “notizia” è diventata il centrodestra che si dissocia da Vannacci e le polemiche all’interno dello stesso partito che lo ha candidato.
Il protocollo Vannacci
Candidatura ovviamente legittima quella di Vannacci, e a nostro avviso anche opportuna, per la sua capacità dimostrata in questi mesi di conquistare una certa centralità mediatica su temi, quali l’agenda green, l’immigrazione o gli eccessi gender, certamente funzionali alle battaglie culturali e politiche della destra. Ma se fino ad oggi il “protocollo Vannacci” – contrapporre il buon senso alle assurdità progressiste – ha messo in difficoltà la sinistra, costringendola ad arroccarsi su di esse, fresco di candidatura il suo “protocollo” rischia ora di mettere in difficoltà il centrodestra.
Se da una parte, infatti, molti elettori che si identificano di sinistra (o per lo meno non di destra), non seguono i loro partiti sulla linea del fanatismo green o Lgbtq e dell’accoglienza illimitata di migranti illegali, su temi quali l’aborto – come dimostra anche il dibattito negli Stati Uniti – o addirittura la disabilità, sono molti elettori e soprattutto elettrici del centrodestra a non essere disposti a seguire posizioni estreme. Dunque, sui primi temi il centrodestra ha tutto da guadagnare, sui secondi tutto da perdere.
La famiglie di destra toccano con mano almeno tanto quanto quelle di sinistra i problemi della disabilità e i benefici dei recenti, faticosi passi avanti nell’inclusione delle persone disabili, dalla scuola al mondo del lavoro.
A rallentare le lezioni non sono i bambini e i ragazzi disabili, ma spesso gli extracomunitari quando hanno scarsa o addirittura nessuna conoscenza della lingua italiana, e ancora più spesso bambini e ragazzi indisciplinati nei cui confronti la scuola ha perso qualsiasi autorità e gli insegnanti hanno pochissimi e insufficienti strumenti per intervenire. Proprio su questo fronte, di recente, la maggioranza di governo ha tentato di mettere una toppa con la riforma del voto in condotta e del sistema di sospensioni.
Distrazione di massa
Sarebbe dunque il caso che da qui in avanti il generale Vannacci utilizzasse le sue doti nell’attirare su di sé le attenzioni e nel definire l’agenda mediatica per i temi strategici di queste elezioni europee. I temi decisivi per vincerle e sperare in una maggioranza di centrodestra sono altri: il vasto assortimento di eco-follie, la deindustrializzazione, la dipendenza dalla Cina, il centralismo Ue. Tutto il resto è una pericolosa distrazione di massa degli stessi elettori di centrodestra.