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L’arresto di Puigdemont visto da Berlino: biglietto da visita di Angela Merkel e premio all’alleato Rajoy

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L’arresto di Carles Puigdemont rivela molto sulla Germania del quarto governo Merkel, sicuramente più di quanto non faccia a proposito della crisi fra Spagna e Catalogna. Sotto questo secondo profilo, l’episodio si è limitato a riportare al centro dell’attenzione internazionale una crisi dimenticata il cui unico risultato è stato quello di frantumare la società catalana, di far risorgere il nazionalismo spagnolo e di porre fine all’autonomia della regione ribelle.

Dicevamo però della Germania. La rapidità con cui la polizia tedesca ha arrestato il leader indipendentista catalano un giorno e mezzo dopo la riattivazione del mandato di cattura internazionale da parte di Madrid, difatti, è il biglietto da visita con cui Angela Merkel ha scelto di ripresentarsi ai partner continentali dopo il lungo e travagliato negoziato per la formazione del suo nuovo esecutivo.

L’arresto di Puigdemont costituisce un favore evidente a Mariano Rajoy, alleato di ferro di Merkel non solo per l’appartenenza alla medesima famiglia politica continentale (il Partito popolare europeo), ma soprattutto perché il premier spagnolo si è dimostrato uno dei più fervidi sostenitori della ricetta di austerità imposta dalla Germania al resto dell’Eurozona per superare la crisi dei debiti sovrani. Per i falchi del rigore, Madrid è infatti “l’esempio di successo” delle riforme post-Grecia – almeno per quanto riguarda la tenuta del sistema bancario e l’uscita dalla recessione; diverso il discorso sulla disoccupazione, a oggi la seconda peggiore dell’intera Ue.

Visto dalla prospettiva di Berlino, il sostegno a Rajoy è dunque un messaggio a quanti – a cominciare dal presidente francese Macron – hanno avuto l’ardire negli ultimi mesi di rimettere in discussione lo status quo europeo, peggio ancora se facendosi promotori di ambiziosi piani di riforma che per la Germania sono come il fumo negli occhi. Si pensi all’idea di istituire un ministro delle finanze europeo, o peggio ancora alla creazione degli Eurobond. Sebbene a gennaio Francia e Germania abbiano esibito una sintonia di vedute sulla necessità di rilanciare l’Europa, a Berlino qualsiasi proposta che vada nella direzione di mettere in comune le politiche economiche o il debito resta un inviolabile tabù. Colpire Puigdemont, inoltre, può essere stato un modo per riflettere tutta la propria preoccupazione per il futuro e la solidità dell’Unione Europea, vale a dire l’impero continentale di Berlino, che oggi è messo in discussione da un terremoto geopolitico di ben
altra portata come quello rappresentato da Brexit.

Alberto de Sanctis – Utopia