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Basta un videoclip a mandare fuori di testa le vestali del migrantismo e delle pari opportunità

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La notizia non è Checco Zalone, il suo nuovo film, il suo essere scorretto. La notizia è la solita non notizia della stupidità degli intelligenti, l’ignoranza dei colti, l’intolleranza dei tolleranti, l’arroganza dei miti, la stronzaggine dei buoni. Gente che ormai neanche si rende conto di essere ridicola, imbarazzante. Gente che ad ogni stormir di fronda parte in automatico, sessista, razzista, sovranista. Non sono umani, sono app. Hanno facce ridicole, pose ridicole, discorsi ridicoli, dicono: ah, questo Zalone non fa ridere, è di destra. Fanno più ridere loro, certamente, anche se vorrebbero invece essere seri, autorevoli, indiscutibili. E così, lenzuolate, paginate sul video di Checco, che manca di rispetto agli immigranti, anzi ai migranti; han tirato fuori ad minchiam gli invalidi, gli ultimi, i derelitti, i diseredati, la santa canaglia, la lotta di popolo, la resistenza, il partigianato, l’Anpi, Weimar, il nazismo e la Shoah e si attende la fondamentale presa di posizione delle sardine di tutte le età. Hanno teorizzato che la satira, sì, è libera, ma deve patire controlli. Hanno detto che la satira non deve avere colori, ma quella “di destra” non è satira e quindi va fatta nera. Hanno ripetuto che sui cristiani sì, sull’Islam no; sui bianchi sì, sui neri per niente; sugli indigeni assolutamente, sui cittadini del mondo (che però si fermano qua, in questa odiosa terra di comici razzisti) per carità mai. Hanno, come ha soavemente detto Daniele Capezzone da Porro, “rotto i coglioni”.

Ma guardatele, certe facce, ma vedetele certe capigliature improbabili. Ma sentiteli certi discorsi di spaventosa pochezza. Articolesse, discussioni, ore di trasmissioni, e per dir che? Che Zalone non ha diritto di esistere, o meglio, come va di moda oggi, alla sardinesca, può anche fare i suoi film, basta che poi nessuno vada a vederli? Zalone, che non riesce a stare senza pigliar per i fondelli tutto e tutti?

A questa stregua, un personaggio fenomenale come dr House non avrebbe mai dovuto esistere; e un compositore geniale e urticante come Frank Zappa non avrebbe mai potuto scrivere una sola nota. Zappa, che in un solo disco spruzzava copioso vetriolo su chiunque, neri, bianchi, democratici, repubblicani, ebrei, cattolici, islamici, atei, agnostici, carnisti, animalisti, americani, europei, musicisti rock, pop, jazz, classici, scienziati, antiscientisti, profeti della religione del soldo, teleimbonitori, e non si fermava neanche davanti a Bob Dylan, ai Beatles, al Papa. Zappa, che difatti quella strega di Tipper, la moglie di Al Gore, il falso profeta del catastrofismo ambientale, il padre imputativo di Greta, tentò in tutti i modi di sabotare.

La stupidità liberal non ha confini, davvero. Ma che vogliono questi? Perfino Federico Rampini, in collegamento dall’America, stentava a credere alle sue orecchie; e ci girava intorno, argomentando elegantemente per dire che il politicamente corretto aveva raggiunto livelli parossistici anche là. Ma l’Italia è provincia dell’impero e tutto ci arriva in ritardo, rigurgiti compresi. Questa schiatta di pseudointellettuali decaduti si ostina nel dettare regole di comportamento, di stile e di pensiero che ormai nessuno ascolta più: e meno sono ascoltati e più s’incarogniscono, digrignando i sorrisi siliconati. Ma se davvero il video-parodia di Celentano (non di Toto Cotugno, di Celentano) è sessista-razzista-fascista, che ci va lì un africano, nero, come protagonista? Ma sì, quello che prima spilla il soldino al Checco, e poi gli spilla pure la moglie. Che fa? Non se ne è reso conto? O è un immigrato rinnegato? Oppure è semplicemente uno che, di fronte a tanta isterica scemenza, saggiamente si fa una risata, “che manica di coglioni però”? E lei, l’attrice che impersona la moglie di Zalone, maliarda di ritorno grazie alle attenzioni del migrante? Che è, sessista anche lei? Contro di lei?

Si scannano su un videoclip, su un film non ancora uscito. E già lo hanno censurato, da par loro. Siamo al grottesco, le vestali del migrantismo e delle pari opportunità vorrebbero impedire a un africano nero di partecipare al film di un meridionale, un pugliese, che sfotte tutto e tutti. Ma come fanno a non capirlo, come fanno a guardarsi allo specchio e a non trovarsi un po’ imbarazzanti, un po’ repellenti?

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la grande bugia verde