Come cambia la Pontida di Salvini

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Dal raduno di Pontida il coro per Matteo Salvini si alza forte e chiaro: “Matteo, Matteo, Matteo!”. Quella che fu la Lega Nord ormai è la Lega. Forse è il solo Salvini. Perché oggi sono i leader che contano e il ministro degli interni è il leader incontrastato, e per ora incontrastabile, del Paese. Si è preso sulle spalle un partito al 4% falcidiato dagli scandali e l’ha portato prima al 17%, superando inaspettatamente Berlusconi, e poi al governo. E da qui, dopo un lunghissimo periodo di opposizione, sembra che i risultati (e i consensi)non manchino. A partire dal terremoto che ha scosso l’Europa a causa dell’attuazione di politiche radicali sui migranti. Ma cos’è effettivamente la Lega di Salvini? E in che rapporto è con la Lega di Bossi?

Sicuramente è un partito leaderistico e verticistico, ben strutturato localmente. È forse l’ultimo movimento politico radicato sul territorio, in grado di mobilitare in modo capillare i propri sostenitori. Ha un’ideologia e una linea comunicativa semplice, chiara e incisiva: il sovranismo declinato in salsa italiana. A cui si somma il ‘populismo’nella sua accezione più pura secondo la quale il popolo, in modo indistinto, è depositario di tutti i valori positivi e per questo può essere un modello etico e sociale. Al populismo sovranista corrisponde un modello comunicativo speculare, decisivo per capire la forza e l’impatto di Salvini. Un messaggio schietto, senza fronzoli, che espone direttamente l’essenziale attraverso slogan facilmente reiterabili: “prima gli italiani, il buon senso al governo, è finita la pacchia, a casa loro”. Concetti semplici, brevi e memorizzabili che mettono al centro il popolo e per ciò stesso escludono le élite e le multinazionali in cui si annida il male. Grazie a questa narrazione fortemente drammatica Salvini costringe chi lo ascolta a schierarsi: o con lui o contro di lui. Le vie di mezzo non esistono. O ci si oppone agli sbarchi o si è complici dell’invasione. O si europeisti o si è euroscettici. Una politica meditata e razionale dai tempi lunghi non può esistere. L’immediatezza dello slogan è tutto anche perché si adatta perfettamente alle dinamiche delweb. Parlare in modo diretto e senza filtri al popolo è la soluzione. È cogliere lo spirito della postmodernità in cui la fanno da padrona i social media.

E proprio per l’immediatezza del discorso e per la ‘popolanità’ della leadership Salvini è l’erede di Bossi. Ma le analogie si fermano qui. Perché il Capitano ha rovesciato e svuotato dall’interno la creatura del Senatùr. Al federalismo e alla secessione ha sostituito il sovranismo e la conseguente battaglia all’Unione Europea. Roma non è più ladrona, anzi è un potenziale bacino di voti. Il vero nemico èa Bruxelles e consiste nell’élite tecnocratica che la popola. I meridionali sono pienamente integrati e non rubano più, tramite una tassazione iniqua e l’assistenzialismo, risorse al Nord lavoratore e produttivo. Il soggetto di riferimento non è più incarnato dal lombardo o dal veneto, oberato dalle tasse, ma è l’italiano che deve uscire dalla gabbia dell’Unione Europea (“abbattere il muro di Bruxelles) per riacquisire il benessere perduto; e chiaramente opporsi all’invasione degli immigrati, tema caro anche a Bossi.

È cambiato tutto: il programma, l’ideologia e il nemico. E la mutazione genetica ha avuto un successo clamoroso cogliendo le tendenze e il malcontento del Paese,permettendo a Salvini di sintonizzarsi sulle frequenze largamente maggioritarie dell’euroscetticismo e del trumpismo (il colore blu non è affatto casuale). È difficile dire dove possa giungere l’ambizione della nuova Lega. L’impressione è che Salvini voglia massimizzare i risultati della sua azione di governo per poi stracciare il contratto con i 5 Stelle e tornare al voto, magari egemonizzando il centrodestra. La cancellazione della legge Fornero e la flat tax ad oggi sembrano un miraggio. Il blocco degli sbarchi no. E il consenso che ha portato la politica dei porti chiusi è sorprendente. Un voto a fine anno coronerebbe il percorso sovranista della nuova Lega.

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