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Ce la siamo cercata? Se crediamo sia colpa delle vignette, allora la libertà d’espressione l’abbiamo già persa

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Ho sempre invidiato tutti coloro che sanno disegnare, quando il buon Dio ha distribuito questo talento avevo probabilmente gli orecchioni. Se fossi riuscito a tenere una matita in mano anziché scrivere lunghi articoli avrei fatto il vignettista, quelli per i quali provo molta invidia, quelli che con un disegno esprimono più argomenti di quelli che io riesco a mettere in luce con cinquemila battute, c’est la vie, così va il mondo.

Certo, per essere vignettista oltre a saper disegnare bisogna avere lo spirito del libero pensatore, bisogna essere liberi di ridicolizzare e mettere alla berlina i potenti di turno, coloro che vorrebbero costringere la gente a vivere come vogliono loro, secondo regole sempre più restrittive incensandole di sacralità religiosa, di amor di patria o di qualsiasi cosa sia utile per mettere il popolo bue dentro al recinto e farne carne da macello. Ma si sa, lo disse anche ‘Pasquino’ la statua parlante, che quando ci si scontra con il popolo si sbatte sempre il grugno.

E chi c’è dietro al malcontento popolare? Quasi sempre i vignettisti, gli eredi dei giullari di corte, gli unici autorizzati a prendere in giro il sovrano sapendo che se la sarebbero cavata per via di quella regola non scritta che donava loro impunità a prescindere da ciò che dicevano… e il Re, proprio lui, doveva ridere anche se era preso per il sedere.

Dopo quella di Samuel Paty, il professore che voleva spiegare la libertà di espressione a chi la libertà non sa neanche cosa sia, questa mattina in Francia, dentro alla Cattedrale di Nizza, di teste ne sono saltate altre due, mentre una terza persona è morta dissanguata per le tante ferite da taglio che aveva su tutto il corpo. E cosa leggo nei commenti? Che la colpa è dei vignettisti di Charlie Hedbo che hanno preso in giro Sua Maestà Recep Tayyip Erdoğan, colui che dopo il colpo di stato manovrato è diventato il nuovo Imperatore dell’Impero Ottomano work in progress.

La cosa che lascia basiti è che secondo alcuni la colpa di queste morti è dei vignettisti che non si sono regolati, cioè limitati, cioè non hanno limitato la loro libertà di espressione e, lesa maestà, hanno preso per il culo il potente di turno. Potente che poi ha accusato tutta l’Europa e ha lanciato, le parole da lui usate non lasciano dubbi, una campagna di odio contro l’Occidente.
A questo siamo arrivati, in nome del politicamente corretto, del siamo tutti fratelli, del “volemose bene”, del Black Lives Matter e chi più ne ha più ne metta, la colpa degli attentati è nostra, degli occidentali, che non sappiamo trattenerci dall’uso della libertà che ci appartiene culturalmente, della libertà di mandare a cagare chi ci pare quando ci pare, perché questa libertà fa parte del nostro Dna di uomini liberi. Se poi mandiamo al diavolo la persona sbagliata e tagliano la testa a qualcuno, il nostro mea culpa diventa il minimo sindacale.

Fortunatamente sono nato ebreo in una famiglia ebraica e come tale sono stato educato, perché se avessi staccato una testa per ogni volta che sono stato insultato perché ebreo, avrei riempito tre cimiteri e collezionato abbastanza ‘palle’ per aprire un bowling. Il punto è che girano in Europa troppe persone pronte a farsi giustizia con le proprie mani, girano in Europa troppe persone che anziché rispondere alle leggi dello Stato, o degli Stati, che li ospitano, hanno importato nel vecchio continente la legge della giungla.

Per queste persone è troppo difficile capire che se c’è una cosa che offende si agisce per vie legali, portando in tribunale il disegnatore, il suo direttore e se serve anche l’editore. Poi, riconosciuta l’offesa, si levano ai suddetti tanti soldini che fanno sempre comodo. No, preferiscono staccare le teste sia ai responsabili delle ‘offese’ che a chi si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato, e alla fine la colpa, non dimenticatelo, è sempre nostra che li abbiamo offesi.

Parlare con i tagliatori di teste non è possibile, ma possiamo provare con chi, occidentale, dà loro ragione apertamente o in maniera subliminale, spiegandogli che la vignetta con Erdogan che scopre due chiappe è figlia della decapitazione di Samuel Paty che spiegava ai suoi allievi il significato di libertà, è figlia dell’attentato al Bataclan e della strage sul lungomare di Nizza, è figlia delle uccisioni nella redazione dello stesso Charlie Hedbo.

È così difficile capire che difendere questi assassini, facendoli sistematicamente passare per matti, neanche che la follia islamica riesca a diffondersi più velocemente del Covid-19, è il segno di quanto siamo deboli e decadenti? Mi ripeto: le persone per bene avrebbero citato in giudizio la redazione, il direttore e l’editore per qualche milione di euro, e non si sarebbero messe a staccare teste come al mattatoio.

E allora mi chiedo: la colpa di ciò che accade in Francia, ma che presto potrebbe estendersi in tutta Europa, è delle vignette o della mentalità medievale di certe comunità? Quando Charlie Hebdo pubblicò la vignetta con la sodomizzazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, si sono visti cristiani incazzati andare in giro per le strade ad accoltellare la gente? Cosa accadrebbe a questo nostro povero mondo se anche i cristiani e gli ebrei cominciassero a decapitare gente ogni volta che si prende in giro il cristianesimo e l’ebraismo? Fra battute e barzellette non ne resterebbe uno vivo. Come Highlander ne resterà uno solo.

E poi l’offesa dov’è? Nelle chiappe in mostra? Un bel lato B dalle mie parti non ha mai fatto male a nessuno, le spiagge di Tel Aviv, fortunatamente, sono piene di lati B perizomati e, credetemi, combatteremo fino all’ultimo uomo per averli sempre in mostra e ben perizomati. Anche un perizoma in mezzo a due belle chiappe è un simbolo di libertà.

L’ultima vignetta, comunque, ridicolizzava Erdogan non l’islam. A meno che Erdogan non sia diventato un profeta, non vedo insulti alla religione, ma una pesante presa per i fondelli a un uomo politico, cosa che rientra nella libertà di espressione. In ogni caso tre persone decapitate a distanza di pochi giorni una dall’altra dovrebbe far pensare a qualcosa di più grave che non a una semplice vignetta che, tra l’altro, è molto meno incisiva di altre pubblicate dalla stessa rivista, dove Dio, la religione cristiana e quella ebraica sono state prese sistematicamente di mira. Se prendere per il culo Erdogan significa far uscir fuori la natura di molti musulmani, ho detto molti non tutti, e della mentalità medioevale che li caratterizza, ben vengano le vignette.